C’è un vecchio detto, una voce popolare, che vuole che l’ultimo a sapere delle corna sia il cornuto. Probabilmente, in genere, c’è un fondo di verità, e suppongo che a ciascuno di noi sarà capitato di sapere prima del diretto interessato di un tradimento. Magari è capitato direttamente a qualcuno di noi, e in caso la faccenda è un pochino più fastidiosa. In genere, però, la faccenda funziona così: l’ultimo a sapere delle corna è il cornuto.
Ci sono eccezioni. Anche piuttosto eclatanti. Ci sono corna che vengono messe pubblicamente. Ci sono corna che diventano non solo oggetto di chiacchiere di massa, ma addirittura spettacolo. Ci sono corna che in qualche modo passano di prepotenza dalla sfera privata a quella pubblica, finendo per diventare parte della carriera dei diretti interessati.
Chiarito questo passiamo a parlare d’altro. Dell’ultimo tour di Emma Marrone, nello specifico.
Dopo l’uscita di Adesso, attesissimo seguito del megasuccesso Schiena, uscita non esattamente seguita dai risultati sperati, con quel primo posto in classifica mai conquistato, a discapito di un lancio imponente da parte della sua casa discografica, Emma ha occupato militarmente la televisione, presenziando con la sua eleganza il salotto buono di Maria De Filippi, Amici, e passando di ospitata in ospitata nei live dei colleghi. Questo ha portato Adesso al platino, troppa grazia, e ha dato vita all’imminente secondo platino, corrispettivo moderno di Godot, visto che la certificazione tarda ad arrivare. Sia come sia Emma si è data da fare parecchio. Ha prodotto Elodie, ha prodotto Antonino Spadaccino, come a voler condividere con altri la sorte toccatale di produrre se stessa.
Ha preso le sue solite gaffes sui social, rispondendo alla sua maniera a chi le sottolineava i numeri non esattamente edificanti. È finita in un numero cospicuo di magazine, spesso per argomenti etramusicali. Insomma, c’è stata. Questo avrebbe dovuto garantire al suo tour, partito in terra abruzzese e poi spalmato per ventidue date in giro per l’Italia, un successo almeno dal vivo. Così sembra non stia succedendo.
Ci sono state due doppie date importanti, a Milano e a Roma, dove di pubblico ce n’era parecchio, ma dove si dice che la coda per andare a ritirare gli accrediti e i biglietti omaggio fosse talmente lunga da aver impedito a alcuni spettatori di assistere a parte del concerto, poi una serie di date in provincia decisamente meno seguite. Anche lì, biglietti omaggi a gogo, sembra, ma le platee di Genova, di Ancona e di altre tappe erano comunque mezze vuote. Succede, verrebbe da dire. Ma non dovrebbe succedere.
Perché un tour imponente, che per altro presentava a Milano e Roma un’imponenza magicamente rimpicciolita nelle date successive, costa molto e richiede, quindi, un alto numero di biglietti venduti. Se i biglietti li cedi cambio merce ai marchi che ti sponsorizzano, se li regalano radio locali e centri commerciali, se le liste con diritto di accredito diventano più lunghe delle liste d’attesa dell’ufficio di collocamento, la faccenda prende contorni complicati. Si comincia a parlare di bagno di sangue, nulla a che vedere quello nel latte esibito dalla collega Pausini, per intederci.
Oggi Emma è una donna vincente, ma la sua carriera stenta. Guai a farglielo notare, ché scatta subito la risposta piccata. Una riflessione a tal riguardo la farei. Certo non le consiglierei un altro paio di corna, ma magari rivedere un pochetto il modo di raffrontarsi con il pubblico, quello sì
Mostrare i muscoli, andare cioè a replicare il tour di Schiena, album che al momento è attestato a vendite più che doppie rispetto a Adesso, sembra essere stato un azzardo, e anche i diritti ceduti alla televisione dal buon Ferdinando Salzano, titolare della Friends and Partners, agenzia che ha prodotto il tour, poco potranno per tappare la falla. E allora ci si comincia a porre delle domande.
Emma è una cantante con una voce interessante, un’immagine da donna vincente, forte. Una che ragiona, più o meno, con la sua testa, che si autoproduce e addirittura produce altri giovani artisti, una che ha dimostrato a Amici di essere una leader, al punto da aver emmizzato Elisa, sua socia in quel contesto, ottendendo, quindi il risultato contrario cui, si suppone, avevano pensato convocando in quel contesto la cantautrice friulana. Insomma, avrebbe tutte le carte in regola per dominare un panorama, quello del pop italiano, palesemente a corto di nomi. Perché, quindi, non riesce a portare a casa i risultati sperati?
Torniamo indietro nel tempo, al momento in cui Emma è passata da essere quella che aveva vinto, stando a molti immeritatamente, Amici su Loredana Errore, un po’ svalvolata ma dalla cifra artistica decisamente più marcata, a essere Emma, la sola, sembrava, in grado di uscire da quel talent e tenere il passo alla vera regina di Amici, cioè Alessandra Amoroso. Alessandra Amoroso che è esattamente il suo opposto, zero tv, zero ospitate, zero presenzialismo, niente Sanremo da concorrente, niente Sanremo da conduttrice, nada de nada. Ecco, Emma è diventata Emma nel 2012. Cioè, Emma si era già messa in mostra, aveva sfiorato la vittoria al Festival in compagnia dei Modà, con Arriverà, aveva toccato la vetta della classifica con Sarò libera, però il momento esatto in cui Emma è diventa la popstar Emma è quando tutti hanno saputo delle corna che il suo fidanzato Stefano Di Martino le aveva messo con Belen Rodriguez, chiamata da Maria De Filippi alla sua corte.
Proprio questo fatto, vedersi sfilare il fidanzato pubblicamente non da una ragazza qualsiasi, ma proprio dalla sex bomb Belen, e il fatto che il tutto avvenga poi dentro le televisioni degli italiani, tramite Amici, mica un programma qualsiasi, ha automaticamente portato tutto il pubblico a empatizzare con lei, a discapito di Di Martino e Belen. Cioè, Belen ha ovviamente monetizzato anche questo, come tutto quel che la riguarda, ma è stata proprio Emma a aver sfruttato, involontariamente, meglio di chiunque altro questo paio di corna pubbliche. Di colpo ha avuto dalla sua tutto il pubblico, che l’ha coccolata e sostenuta. Tutte le sue canzoni seguenti, quelle di Schiena, sono state lette in quella chiave, come è stata letta in quella chiave la precedente partecipazione di Emma a Annozero di Santoro, proprio per parlare del ruolo della donna nella nostra società contemporanea.
Poi, come è giusto che sia, la storia delle corna è stata metabolizzata, Emma ha vinto il Festival, ci è tornata da presentatrice, è entrata in pianta stabile a Amici, come caposquadra, è diventata una popstar assoluta. Ma è anche diventata troppo popstar per avere dalla sua il pubblico, in assenza di un repertorio forte, da solo capace di prendersi quell’empatia in precedenza passata dal gossip.
Oggi Emma è una donna vincente, ma la sua carriera stenta. Guai a farglielo notare, ché scatta subito la risposta piccata.
Lungi da me dare indicazioni a una popstar, ma io una riflessione a tal riguardo la farei. Certo non le consiglierei un altro paio di corna, ma magari rivedere un pochetto il modo di raffrontarsi con il pubblico, quello sì. Oh, a mali estremi un tradimento non si nega a nessuno, eh, basta solo farlo sapere a tutti.