Lo scrittore Cappellani: «Nessuno salverà la Sicilia, nemmeno i grillini»

Dialogo semiserio con l'autore catanese. Cappellani è convinto che alle elezioni Regionali di novembre tutto resterà come prima. A meno di non promettere l'impossibile, come un super-reddito di cittadinanza

«Qui l’unico valore, l’unica ideologia è che la salvezza non esiste in questa terra». Per tratteggiare, della Sicilia, un ritratto semi-serio, ma ai limiti dell’apocalittico, basta telefonare a Ottavio Cappellani, scrittore e drammaturgo catanese (il suo prossimo libro, Sicilian Comedì, è in uscita a settembre per l’editore Sem) . Realista fino al limite del cinismo. Ma a tal punto visionario da apparire canzonatorio. La vita e le parole. Un impasto quasi impossibile, soprattutto se si guarda alla Sicilia al voto per le elezioni Regionali che si apprestano – per l’ennesima volta – a chiudere una stagione politica. Il Movimento 5 Stelle ha presentato il suo candidato, Giancarlo Cancelleri. Cerca una ripartenza dopo le Comunali e in vista delle Politiche più importanti della sua storia. Il centrodestra è diviso. Il centrosinistra esce dalla stagione deludente del governatore Rosario Crocetta. Che cosa diranno al resto dell’Italia le urne siciliane? «Che non cambierà niente, che nessuno avrà abbastanza voti per governare da solo, mentre le clientele staranno ferme ad aspettare di accordarsi al vincitore finale», risponde Cappellani.

Le vicende siciliane escono dai loro confini solo quando fanno rumore, destano scandalo o dolore. Ma che cosa possiamo capire dalle vostre Regionali del 5 novembre?

Lei mi chiede della politica siciliana, io le rispondo da autore e da autore soltanto. E innanzitutto le dico che già il capire qualcosa della Sicilia è una parola troppo grossa.

Ecco, appunto.
No, dobbiamo partire da questa idea: le elezioni ci dicono che in Sicilia non esistono né la destra né la sinistra. I due partiti che esistono in Sicilia sono quello dei razionali e quello degli psicopatici.

E come si suddividono i compiti?
I razionali sono quelli che si rendono conto che la società è divisa in razionali e psicopatici.

Va bene, e gli psicopatici?
Gli psicopatici sono quelli che vogliono leggere la realtà siciliana alla luce di ideologie che non solo non esistono più nel resto del Paese, ma addirittura in Sicilia non sono mai esistite. Il siciliano si accoda al vincitore, chiunque esso sia.

Ci sarà qualcosa in cui l’elettore siciliano crede…
In Sicilia l’unico valore, l’unica ideologia è che la salvezza non esiste in questa terra, che la giustizia non è di questa terra: ecco perché dico che chi vuole conquistare la Sicilia con l’ideologia o con i valori non ha capito nulla ed è psicopatico.

Ma da che parte sta questa ideologia, mi scusi?
Guardi, questo legalismo dei 5 Stelle non funziona in Sicilia. Non siamo in Svizzera, siano il sud del mondo. Promettono di tagliare i vitalizi e le spese inutili, e un siciliano si chiede: le nostre prebende dove vanno a finire?

E’ una visione pessimistica, cinica e apocalittica. Dove sta il partito della razionalità, secondo lei?
Non cambierà nulla, dopo le elezioni. Nessuno avrà i numeri per governare. A destra c’è Nello Musumeci, ma Forza Italia con Gianfranco Micciché non vuole apparentarsi. A sinistra, il Pd sostiene Rosario Crocetta senza sostenerlo, dovrà scaricarlo ma non perdere i suoi voti. E poi c’è Grillo, che alla fine penso non voglia farcela, perché altrimenti si dovrebbe alleare con la destra.

Va bene, ma la via razionale ci sarà pure, no?
Da autore, sempre da autore le dico che la prima cosa razionale sarebbe quello che ha detto Briatore: un Renzusconi. Un patto Renzi-Berlusconi che da partito della nazione diventi partito della regione. Sarebbe l’unica soluzione per trattare una tregua con la mafia. Però non è una linea attuabile, perché così li metterebbero tutti in galera.

E quale sarebbe la via attuabile, se nessuno dei tre, Grillo, Renzi e Berlusconi va bene?
L’unica via attuabile, la più razione è dare il reddito di cittadinanza a tutti i siciliani. Ma non duemila euro al mese, diecimila. Quindi legalizzare la prostituzione e le droghe. Lo dice la scuola economica di Catania, mica quella di Chicago. Si vuole battere la mafia o no? Ecco, questa è la strada.

Drastica e apocalittica anche questa…
Guardi, la Sicilia è sempre stata un laboratorio politico, qui si capisce che cosa succederà fra vent’anni su al nord da voi. Siamo un romanzo futurista. Fra vent’anni la Sicilia sarà un grande hotspot per migranti, diventerà un’enorme Calais. Si dovrà mettere un muro fra Sicilia e Calabria per mettere al sicuro l’Europa. Resterà giusto la base di Sigonella e qualche città ben protetta a fare da presidio. La soluzione però a mio avviso c’è, ed è quella che le ho detto prima: reddito di cittadinanza da diecimila euro…

Aspetti, aspetti, questo racconto va un po’ troppo in là.
Non lo so. Mi chiedo: conviene salvare la Sicilia? A chi conviene? Secondo me a nessuno. Ma vedremo come andrà a finire.

@ilbrontolo

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