Prologo
Sui social gira da tempo un meme. Una foto che viene condivisa, perché è simpatica. È una targa di metallo, presa da un bagno non si sa bene dove, e la targa recita così: “Al Capone ha pisciato qui”. La targa funziona, fa ridere, per più motivi. Innanzitutto perché richiama alla mente le tante targhe che qui in Italia troviamo in palazzi più o meno storici, roba tipo “Giuseppe Garibaldi ha dormito qui”, “Alessandro Manzoni qui ha ambientato un capitolo dei Promessi Sposi”, declinando il tutto alla maniera di Al Capone.
Poi perché, sempre in riferimento a noi italiani, ci fa sorridere come gli americani siano costretti a far ricorso alle pisciate di Al Capone per avere qualcosa da commemorare, privi di storia come sono. Infine, ma già ce ne sarebbe a sufficienza, perché umanizza e rende simpatico, questo suo malgrado fa la satira, un personaggio che di umano e simpatico ha avuto poco, un gangster. Un gangster, non è possibile citarlo senza menzionare quanto vado a menzionare, che ha pagato per i suoi crimini solo dopo essere stato arrestato per una mera faccenda di evasione fiscale.
Qui però, concedetemi una variazione antropologica, a me preme sottolineare come il meme in questione evidenzi l’aspetto animalesco, predatorio del nome in questione, come il pisciare di Al Capone equivalga, in poche parole a segnare il territorio, seppur contaminando quel medesimo territorio col proprio piscio.
La stragrande maggioranza della gente non chi sia Ferdinando Salzano. Non è nome che ricorre spesso ma è il vero boss della musica in Italia, oggi. Lo è perché, animalescamente, ha pisciato in tutti gli angoli, delimitando il territorio, prendendosi tutto, non lasciando agli alti che le briciole.
Svolgimento
Veniamo a noi. Ferdinando Salzano ha pisciato qui. Questo il titolo scelto per questo articolo. Titolo da maneggiare con cura, per svariati motivi che vado a elencare (per altro giocandomi la carta di chi evidenzia i propri punti deboli per renderli giocoforza perni su cui fare leva più che pertugi da cui far entrare il nemico). Perché questo titolo è pericoloso?
Innanzitutto, non nascondiamoci, perché mette il nome di un imprenditore, Ferdinando Salzamo, chief di Friends and Partners, uno dei principali operatori italiani nel campo del booking e della produzione di live, a quello di un gangster. Ora, fugato ogni dubbio sul fatto che Ferdinando Salzano non sia un gangaster, l’intento di chi scrive era chiaramente quello di dargli i galloni di boss, di capo, di leader temibile.
E qui arriva la seconda fragilità apparente di questo titolo: la stragrande maggioranza della gente non chi sia Ferdinando Salzano. Non è nome che ricorre spesso, al limite ricorre quello della sua società, e piazzarlo addirittura nel titolo, un titolo così forte, rischia di spiazzare il lettore. Tutto vero, ma se è vero come è vero che si intende dare a Salzano quel che è di Salzano, e cioè riconoscergli il ruolo di capo supremo della musica italiana, beh, la forzatura andava fatta, senza se e senza ma. Quindi arriviamo al vero nodo di questo articolo, Ferdinando Salzano è il vero boss della musica in Italia, oggi. E lo è perché, animalescamente, ha pisciato in tutti gli angoli, delimitando il territorio, prendendosi tutto, non lasciando agli alti che le briciole. Ecco, questo articolo è l’inchino della statua del santo fatto sotto casa sua, la resa incondizionata di fronte a chi ha vinto, umiliando l’avversario. La storia di una vittoria netta.
Perché dico che Ferdinando Salzano ha vinto? Semplice, perché così sono andate le cose. Gradualmente. Anno dopo anno. Fino a oggi. Tutti, chi più chi meno, hanno dato la notizia che Claudio Baglioni è diventato il nuovo direttore artistico del Festival della Canzone Italiana di Sanremo. Tutti hanno anche raccontato che, in qualche modo, Claudio Baglioni sarà sul palco, capitano di una squadra di conduttori. Ecco, se Claudio Baglioni è il capitano di questo Festival, notizia che potrebbe anche essere vista con piacere, visto che la carriera di Baglioni è sotto gli occhi di tutti, appare piuttosto evidente che Ferdinando Salzano sarà l’armatore di questo Festival, senza neanche più bisogno di star troppo sotto traccia come nelle ultime edizioni, quelle targate Carlo Conti.
Baglioni è artista F&P, è cosa nota, e non ha decisamente il know how per organizzare una kermesse come quella sanremese, sicuramente da solo. Per dirla con il linguaggio d certi impresari, lui è un artista. Salzano, per contro, ha passato gli ultimi anni portando avanti due percorsi, da una parte si è accaparrato buona parte della scena italiana, spesso arrivando non solo alla gestione dei live, ma anche del management degli artisti, per mezzo della collocazione nel ruolo manageriale di persone a lui vicine, esecutori più che uomini di polso, dall’altra ha lavorato alacremente con la televisione, andando a prendersi sempre più spazio, pisciando, appunto, negli angoli.
In tutti gli eventi tv dei suoi artisti, compreso Sanremo, ospiti gli altri suoi artisti, con conseguenti cachet e hype. Una filiera perfetta, autosostenibile, almeno finché reggerà la faccenda dei tour trionfali che tanto trionfali non sono. Manca giusto iniziare a produrre direttamente gli artisti che gestisce e di cui organizza i tour e il cerchio sarebbe chiuso.
Ne abbiamo già parlato annunciando l’uscita di Maria De Filippi dall’ultima edizione del Wind Summer Festival, divenuto a tutti gli effetti una sua creatura (Suraci già era stato fatto fuori dopo l’arrivo delle radio in Mediaset), e nella contigua esperienza degli Wind Awards, sempre in mano sua e stavolta appaltati a Rai1. Ma sono soprattutto le tantissime prime serate organizzate nelle reti ammiraglie di Rai e Mediaset a stupire, i tanti, tantissimi concerti portati in prima serata, fare l’elenco sarebbe impossibile, l’ultimo proprio l’altroieri con Elisa all’Arena di Verona.
E sempre all’Arena di Verona si è tenuto solo poche settimane fa il Power Hits Estate di Rtl 102,5, che aveva Friends and Partners come organizzatore, e che, se possibile, ha sancito una ubiquità superiore a quella di Padre Pio da parte di Salzano, capace di essere al tempo stesso su Rai 1, Canale 5 e sulla principale network radiofonico sempre con lo stesso cast, avuto per altro, in tutti questi casi ma soprattutto in radio, a costo zero grazie al gioco del piazzare i brani in heavy rotation, merce di scambio per la presenza sul palco del nuovo Festivalbar.
La location dell’evento, ovviamente, l’Arena di Verona, un tempo tempio della bella musica, oggi sua personale depandance. Del resto, avere in gestione un luogo dove praticamente ogni giorno hai uno show ha sì dei costi, ma ti da anche modo di ammortizzar li, il palco rimane lo stesso, per dire, che s tratti di Zucchero, Elisa o, appunto, del Power Hits Estathé.
L’atteggiamento di Salzano negli ultimi e tempi è paragonabile all’ingordigia della Germania che va a vincere 7-1 in semifinale mondiale contro il Brasile, in Brasile: volere tutto e volere di più. Del resto Salzano si stava già prendendo tutto, prova ne erano stati gli ospiti delle ultime edizioni proprio del Festival, quasi tutti targati F&P, come del resto era targato F&P Carlo Conti.
La filiera salzaniana è ormai diventata un canone, anche se nessuno sembra in grado di poterla replicare. Da una parte di firmano artisti e li si rende di posizione alta organizzando tour lunghi e in location prestigiose, dall’altra si vendono le date più prestigiose alla televisione, per speciali in prima serata. Un modo per fare cassa e alzare ulteriormente il prestigio. Nel mezzo il piazzare artisti e tour a sponsor, sfruttando le tante date e anche la successiva messa in onda in tv.
Cosa dobbiamo aspettarci quindi al Festival? Una bella infornata di artisti targati F&P, ben spartiti tra concorrenti in gara e superospiti. In pratica come negli ultimi anni, solo senza bisogno di usare il Manuale Cencelli. Del resto non ci sono più altri partiti con cui usarlo. La musica, come recitava l’inciso, batte sempre sul due.
Non solo, in tutti gli eventi tv dei suoi artisti, compreso Sanremo, ospiti gli altri suoi artisti, con conseguenti cachet e hype. Una filiera perfetta, autosostenibile, almeno finché reggerà la faccenda dei tour trionfali che tanto trionfali non sono. Manca giusto iniziare a produrre direttamente gli artisti che gestisce e di cui organizza i tour e il cerchio sarebbe chiuso. I primi passi in questa direzione li ha già mossi con Duri da battere, singolo di Max Pezzali che vede ospiti Nek e Francesco Renga e che darà vita al tour congiunto dei tre, ovviamente marchiato F&P. Lo ha raccontato Claudio Cecchetto in conferenza stampa del tour, è stata di Salzano l’idea del tour e quindi di partire da una collaborazione discografica, in questo caso in casa Warner (Pezzali del resto è il solo non della sua scuderia dei tre). Diamo tempo al tempo.
Intanto, provare a fare un riassunto di questa storia è impresa degna di Omero. Prime serate in Rai e Mediaset, da Renato Zero a Zucchero, da Capitani Coraggiosi di Baglioni e Morandi a Emma, da Laura Pausini a Elisa, da Fiorella Mannoia a Laura Pausini, sempre lei, con la Cortellesi, ai Pooh, da Amiche in Arena a Alessandra Amoroso. Non basta. Wind Music Awards su Rai 1. Wind Summer Festival su Canale 5. Power Hits Estate su Rtl 102,5. E ora anche il Festival della Canzone Italiana di Sanremo.
Ah, i ragazzi di Amici, quei pochi che vivono anche dopo la trasmissione, lavorano con lui (ultima arrivata in casa F&P e a Amici, come coach, Paola Turci). Ma sono dettagli. Tacche sulla carlinga di chi ha dimostrato, senza urlare, senza neanche farsi troppo notare, aspettando che i competitor cadessero da soli, di riuscire nell’impresa di fare ambo, terna, quaterna, cinquina e ovviamente tombola.
Cosa dobbiamo aspettarci quindi al Festival? Una bella infornata di artisti targati F&P, ben spartiti tra concorrenti in gara e superospiti. In pratica come negli ultimi anni, solo senza bisogno di usare il Manuale Cencelli. Del resto non ci sono più altri partiti con cui usarlo. La musica, come recitava l’inciso, batte sempre sul due.
Gli assenti non si disperino, ci sarà sempre un Wind Award o una prima serata su Italia 1, basta portare pazienza. Mi inchino di fronte a Ferdinando Salzano, quindi. Il boss della musica italiana. Il capo supremo. Quello che ha pisciato anche su Sanremo, poveri fiori.