Potrebbe scendere Beppe Grillo in persona da quel camper bianco che fende lentamente la folla, gira attorno alle piazze e si ferma proprio dietro al palco di turno. Ma dallo sportello laterale scende invece Alessandro Di Battista, 39 anni, il non-candidato del Movimento 5 Stelle impegnato in un lungo tour per l’Italia in parallelo con quello del capo politico Luigi Di Maio, 31 anni, l’aspirante premier che si gioca il suo secondo mandato a Montecitorio. L’ultimo possibile per le regole interne. Nessun dualismo, garantiscono i due enfant prodige della prima forza politica d’Italia. Ma a vedere da vicino l’accoglienza che riceve in molte delle sue tappe, è Di Battista il nuovo Grillo. E’ vero, senza la chioma bianca del fondatore, che ha 69 anni. E senza la sua storia di comico-coscienza critica del Paese alle spalle. La verve, però, sembra a tratti la stessa in entrambi, nell’allievo e nel maestro, così come la capacità di stare in scena e l’abilità nell’ingaggiare improvvisati botta e risposta con i giornalisti.
Di Grillo, Di Battista ha l’irruenza. Quando sale sul palco sa catturare l’attenzione di chi lo ascolta, e condurlo contro il bersaglio che ha deciso lui. Sa dare scandalo, come di recente ha fatto con quella frase sugli italiani che sono “rincoglioniti”, perché ritiene che non tutta la colpa del declino possa essere data ai politici. E sa giocare anche d’azzardo: Di Battista si è preso sonori fischi quando ha preso il megafono davanti alla folla sbagliata, per contestare l’approvazione della nuova legge elettorale, il Rosatellum, davanti alla Camera. In queste settimane è però uno dei pochi politici (pur nel ruolo di non-candidato) che ha il coraggio di fare comizi nelle piazze. Soprattutto dove sceglie luoghi-simbolo.
Di Battista è stato a Varese, sotto la sede storica della Lega Nord, per contestare a Matteo Salvini di essere erede di un’esperienza politica troppo compromessa col potere. La sera dopo è andato ad Arcore, a poche centinaia di metri dalla residenza privata di Silvio Berlusconi, Villa San Martino: come in una preghiera laica, l’esponente del M5S ha guidato la recita di uno stralcio della sentenza di condanna dell’ex senatore di Forza Italia, Marcello Dell’Utri, per concorso esterno in associazione mafiosa. “Berlusconi ha pagato Cosa Nostra, fuori la mafia dallo Stato”, il mantra di Di Battista, contro il quale il Cav ha annunciato querela. Per concludere il tour, prima del voto del 4 marzo, il camper bianco arriverà anche a Rignano sull’Arno (terra di Matteo Renzi, in provincia di Firenze) e a Laterina (casa di Maria Elena Boschi, in provincia di Arezzo).
La gente, finora, non è mancata.
Non è detto che Di Battista sarà il leader sostituto in tutto e per tutto di Di Maio, anche se molti lo immaginano. Ma è possibile che Di Battista rappresenti una guida più simile a quella di Grillo. Che sa stare in scena, ma sa anche quando mettersi dietro le quinte. “Che la forza sia con voi”, urlerebbero insieme l’allievo e il maestro, come alla fine di un loro comizio
Di Grillo, insomma, Di Battista ha anche la fisicità. E’ un corpo che si mette in sintonia con la folla, che buca lo schermo nelle frequenti apparizioni tv. E che si fa toccare: basta vedere che cosa accade quando l’esponente del Movimento 5 Stelle esce dal camper per salire sul palco del comizio e quando poi vi fa ritorno. I supporter allungano le mani per sfiorarlo, abbracciarlo, chiedergli un selfie insieme, farsi autografare i suoi libri. E c’è anche chi gli mette in braccio i bambini. Poi, quando lo show è finito, fanno la fila al banchetto per donare qualche euro a sostegno del tour chiamato ‘Futuro in programma’.
Già, il futuro. Di Battista c’è. Non si è ricandidato per dedicarsi al figlio nato negli scorsi mesi, come ha detto lui annunciandolo. Ha detto che tornerà a viaggiare nel sud del mondo e a scrivere. Ma si è anche tenuto pronto per il dopo, quando la parabola di Di Maio si sarà esaurita. Insieme, i due, si completano. Ma quando le loro fortune si saranno divise, invece, anche per il Movimento 5 Stelle si aprirà una nuova stagione. Non è detto che Di Battista sarà il leader sostituto in tutto e per tutto di Di Maio, anche se molti lo immaginano. Ma è possibile che Di Battista rappresenti una guida più simile a quella (oggi non a caso assente) di Grillo. Che sa stare in scena, ma sa anche quando mettersi dietro le quinte. “Che la forza sia con voi”, urlerebbero insieme l’allievo e il maestro, come alla fine di un loro comizio-tipo.
Twitter: @ilbrontolo