Netflix-dipendente? Sappi che Netflix ti costerà sempre di più

La piattaforma ha raggiunto il numero record di 125 milioni di abbonamenti nel mondo. Ma la concorrenza (da Amazon a Disney) è agguerrita. Per batterla servono soldi per realizzare sempre più contenuti originali

Quando lunedì sono arrivati i dati, i dirigenti Netflix hanno tirato un sospiro di sollievo. L’ultima volta che l’azienda aveva alzato i prezzi, nel lontano 2011, gli abbonati erano crollati, e insieme a loro anche il valore delle azioni. Questa volta, invece, non è andata così. Nonostante la piattaforma in autunno abbia aumentato i costi degli abbonamenti, nei primi tre mesi del 2018 ha guadagnato 7,4 milioni di abbonati (di cui 5,5 milioni fuori dagli Usa). Al momento ha 125 milioni di iscritti al mondo. «Siamo cresciuti più di quanto ci aspettassimo», ha ammesso il direttore finanziario dell’azienda David Wells. Eppure, con ogni probabilità, l’azienda sarà costretta in futuro ad aumentare di nuovo i prezzi. Per capire il perché bisogna dare un’occhiata alla sua storia e, soprattutto, al funzionamento di Netflix.

Fondata a Los Gatos (California) nel 1997 come servizio per noleggiare dvd, Netflix ha lanciato il suo servizio di streaming nel 2008. Ma è nel 2013 che avviene la vera svolta. La piattaforma decide di iniziare a produrre contenuti originali lanciando House of Cards. E cambia il suo modello di business. Approfittando della fiducia degli investitori inizia ad accumulare debiti per produrre film e serie tv col proprio marchio. Come ha spiegato Bloomberg, il 2013 è l’ultimo anno in cui il flusso di cassa è positivo. Da quel momento in poi l’azienda inizia a spendere: compra l’esclusiva per i diritti dell’etichetta Millarworld, creatrice dei fumetti Wanted e Kick-Ass. Investe 100 milioni di dollari per realizzare film come The Irishman, regia di Martin Scorsese, che uscirà nel 2019. E sigla un accordo da 300 milioni di dollari con uno degli autori più importanti di Hollywood, Ryan Murphy, creatore di Nip/Tuck, Glee e American Horror Story. Nel 2018 Netflix rilascerà 700 programmi tra cui 80 film, più di qualsiasi altra casa di produzione. In totale spenderà 8 miliardi di dollari, 2 in più rispetto al 2017. L’obiettivo: arrivare ad avere sulla propria piattaforma almeno la metà di contenuti originali

Netflix al momento ha 125 milioni di iscritti al mondo. «Siamo cresciuti più di quanto ci aspettassimo», ha ammesso il direttore finanziario dell’azienda David Wells. Eppure, con ogni probabilità, l’azienda sarà costretta a breve ad aumentare di nuovo i prezzi. Per capire il perché bisogna dare un’occhiata alla sua storia e, soprattutto, al suo funzionamento

Tutto questo, però, ha un costo. Da quando ha cominciato a creare prodotti col suo marchio, l’azienda ha iniziato ad accumulare debiti. La cifra di quanto Netflix dovrà pagare nel complessivo nei prossimi anni per la programmazione, il suo debito e altre spese, l’ha data Bloomberg: 28 miliardi di dollari. Il problema di Netflix è che non può smettere di spendere, anche perché la concorrenza è agguerrita. Amazon non diffonde cifre ufficiali riguardo il numero di utenti di Prime video. Quel che è certo è che nel 2017 ha investito nel suo servizio di streaming più di 4 miliardi di dollari e che in un mercato fondamentale come l’India ha già superato il numero di iscritti di Netflix. Da tempo si vocifera che Apple vorrebbe lanciare una propria piattaforma di video streaming. Intanto, ha iniziato a produrre e diffondere serie tv e programmi con il proprio marchio con celebrità come Gwyneth Paltrow, Will.I.Am e Jessica Alba. Nel 2018 Cupertino dovrebbe investire in questo ambito 1 miliardo di dollari. La stessa cifra che intende spendere Facebook, che in America, ha già iniziato a trasmettere programmi in esclusiva e tanto sport: partite di baseball, calcio e competizioni di surf. Un’altra minaccia arriva dalla Disney, la quale ha annunciato che nel 2019 lancerà la propria piattaforma più economica di Netflix. Una mossa che porterà alla rimozione dal catalogo di Netflix di molti titoli Disney.

E qui veniamo a noi. O meglio, al nostro portafoglio. Netflix ci ha abituato bene: grandi serie (da Stranger Things a La casa di carta), ottimi programmi, un servizio che funziona alla grande e nessuna pubblicità. Proprio per quest’ultimo motivo, è evidente che la piattaforma dipende in gran parte dagli abbonamenti. E data l’agguerrita concorrenza, se vuole sopravvivere dovrà aumentare il numero dei suoi iscritti, così come il prezzo degli abbonamenti. Almeno fino a quando non riuscirà a fare abbastanza ricavi con le proprie produzioni originali. Lo ha ammesso anche l’azienda «Man mano che aggiungiamo nuove serie, show e film incrementando l’esperienza complessiva, aggiustiamo i prezzi: i clienti sono tolleranti finché qualcosa si migliora». Insomma, la vera domanda è: per avere a disposizioni serie tv mozzafiato, grandi film e programmi in esclusiva, fino a quanto saremo disposti a pagare? Probabilmente, è la domanda che si stanno facendo anche a Los Gatos.