Ora comincia la vera sfida di Salvini: prendersi tutti i voti del centrodestra senza rompere l’alleanza

Il segretario della Lega aveva tutta la convenienza a rimanere attaccato a Berlusconi e Meloni, per mantenere la leadership di uno schieramento che può valere il 40%. Ma ha fatto il calcolo di potersi prendere Forza Italia e Fratelli d'Italia anche senza combattere

C’è un calcolo, poco sbandierato, che muove Matteo Salvini sul palcoscenico sempre più incerto del centrodestra. Ed è semplicemente questo: il centrodestra, per il leader della Lega, altro non è che lui. Lui e il suo partito, che ormai del resto si equivalgono. Salvini ha cercato di portarsi dietro gli alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, nella formazione di un governo con il Movimento 5 Stelle. Una trattativa su due tavoli che è durata settimane, allo sfinimento mediatico. Ma Salvini non ci è riuscito: da una parte c’era il veto di Luigi Di Maio su Silvio Berlusconi, dall’altra l’ostilità di Berlusconi nei confronti Di Maio e di chi sta dietro di lui. Forse, invece, Salvini confidava proprio che il tentativo fallisse, per arrivare a quell’unico matrimonio Lega-M5S che gli avrebbe aperto le porte di Palazzo Chigi (o del Viminale), senza tornare alle urne e rischiare una nuova vittoria azzoppata. Prospettiva, le elezioni anticipate fra luglio e settembre, che sembrava ormai l’unico scenario razionale davanti alla paralisi istituzionale, nonostante la chiara avversità del presidente della Repubblica.

Al leader della Lega sarebbe convenuto rimanere compatto con Forza Italia e Fratelli d’Italia. Berlusconi stesso, e pure al Quirinale, gli aveva tributato il riconoscimento pubblico di “leader del centrodestra”. La fine di un’epoca durata un quarto di secolo. I sondaggi hanno continuato a premiare questa prospettiva: i tre partiti insieme potrebbero superare il 40% dei voti, se si tornasse alle urne in queste settimane, rafforzando quel 37% del 4 marzo. E poi c’è la storia. Da quasi vent’anni, questo centrodestra amministra insieme un numero elevato di Comuni, guida importanti Regioni del Nord Italia, esprime dirigenti nelle aziende controllate e nella sanità. Perché, dunque, correre dai 5 Stelle e lasciare che Berlusconi ma anche Giorgia Meloni stiano fuori dal governo, rischiando di perdere tutto questo patrimonio, trasformando gli alleati in nemici?

Salvini ha cercato di portarsi dietro gli alleati, Forza Italia e Fratelli d’Italia, nella formazione di un governo con il Movimento 5 Stelle. Una trattativa su due tavoli che è durata settimane, allo sfinimento mediatico. Ma Salvini non ci è riuscito: da una parte c’era il veto di Luigi Di Maio su Silvio Berlusconi, dall’altra l’ostilità di Berlusconi nei confronti Di Maio e di chi sta dietro di lui. Forse, invece, Salvini confidava proprio che il tentativo fallisse

Il calcolo non detto di Salvini è che la sua forza elettorale, unita alla sua popolarità, possano conquistare il centrodestra senza sfoderare la spada, senza che scorra una sola goccia di sangue. Salvini ha rotto il centrodestra, senza romperlo. Ha giocato su due tavoli – Di Maio da una parte, i vecchi alleati dall’altra – per arrivare al suo risultato. Ha scommesso che nessun altro, Berlusconi in primis, figurarsi la Meloni, abbia l’energia (e il tempo) di recuperare voti a una Lega che nel 2013 valeva il 4%, nel 2018 ha preso il 17,4% e nei sondaggi arriva ormai a guardare verso il 25%. Il centrodestra c’est moi, fa capire Salvini quando risponde che al governo coi 5 Stelle rappresenterà “non solo gli elettori della Lega ma anche gli elettori del centrodestra”. Promettendo meno tasse e meno immigrati. La strategia sembra quella di voler attrarre a sé come un magnete chi vota Forza Italia o Fratelli d’Italia, ma anche la classe dirigente locale e nazionale di questi due partiti, promettendo una lunga stagione di potere. Con la Meloni, il tentativo è sfacciato: Salvini sta cercando di portarla nell’orbita del futuro Esecutivo. Con Berlusconi, è un paziente gioco di dispetti, perché il Cav non fa più paura.

I risultati delle elezioni di quest’anno in Lombardia, Molise, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta hanno confermato a Salvini di avere l’egemonia del centrodestra. Ma quanto durerà? Il problema non è quanti voti Berlusconi o la Meloni potranno prendere la prossima volta. Piuttosto bisognerà capire se questa nuova stagione di governo con i 5 Stelle porterà buoni frutti, e se avrà respiro breve o lungo. Potrebbe essere la nascita di una nuova alleanza politica. Ma anche la fine di una storia promettente. Non sempre i calcoli si rivelano giusti.

Twitter: @ilbrontolo

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