Viva la bambola erotica: meglio un oggetto a forma di donna, che una donna trattata da oggetto

Il 3 settembre prossimo aprirà a Torino il primo centro Lumidolls, nel quale si potranno avere rapporti sessuali con bambole realistiche. Le femministe insorgono, ma siamo sicuri sia necessariamente un aberrazione della sessualità?

Le bambole erotiche vanno bene. Fare sesso con una bambola che rappresenta un uomo o una donna adulti non è illegale. Ed è dunque “sempre meglio” che violentare una donna, andare con una minorenne, o con una prostituta di strada. Ecco perché, a priori, non è da giudicare negativamente l’apertura del “bordello” (anche se sarebbe più corretto chiamarla sala giochi) che ci sarà a Torino il prossimo 3 settembre contenente bambole sexy, di Lumidolls.

Un’esperienza costerà 100 euro all’ora. No, non hanno ragione le femministe (di Parigi) che pensano che chi andrà a letto con una bambola arriverà direttamente a percepire ogni donna come una bambola, in un terribile punto di non ritorno. Per certi versì in questo senso è peggio un porno classico violento con la pornostar Rocco Siffredi. Eppure nessuno a dire Rocco è immorale! Eh…anzi, Rocco Siffredi nel 2016 era copertina di Le Monde. Gli uomini normali ce la possono fare a distinguere il gioco dalla realtà. Tutti abbiamo fratelli e mariti che giocavano ai videogiochi a fare guerre e costruire città eppure sono tutti serenamente normoimpiegati in ufficio, nessuno indossa l’armatura in cotta di maglia per una nuova Lepanto.

Il 3 settembre a Torino aprirà il primo “bordello” di bambole erotiche. Chi è che frequenterà questi luoghi? È facile ipotizzare un elenco: i curiosi, quelli che pensano di non potere andare con una bella donna, quelli che non vogliono comprare il sesso perché illegale, quelli che odiano la compagnia delle donne ma amano la forma delle donne. Sembrano in tanti, ma potrebbero essere in pochi. Un vero bacino di utenza e di utilità sociale tuttavia è chi soffre di malattie, o i disabili o chi non può avere un rapporto sessuale

Si parla degli uomini perché al momento il mercato si concentra di più su questa fetta di acquirenti, anche se ci sono pure i bamboli maschi per femmine eterosessuali (francamente: piacere incomprensibile). Il mercato di queste bambole non è una questione da poco. L’evoluzione della discussione morale sui sex toys è concentrata proprio su di loro: si può o non si può ideare bambole sessuali per le perversioni? Ovvero a forma di bambini, donne incinte e altro ? I termini del dibattito sono i seguenti: c’è chi sostiene che possa essere “curativo” o meno nocivo della realtà, chi sostiene l’esatto contrario. Certamente è legale nella maggiore parte degli stati.

Inoltre, lo scorso dicembre c’è stato il terzo congresso internazionale sull’argomento, estendendolo all’amore e ai robot, dal titolo “3rd congress on Sex and love with robots” con tanto di spettacolo teatrale a Londra. Quindi, le bambole sono fredde, ma l’argomento è caldo. Il punto però è un altro: chi è che frequenterà questi luoghi? È facile ipotizzare un elenco: i curiosi, quelli che pensano di non potere andare con una bella donna, quelli che non vogliono comprare il sesso perché illegale, quelli che odiano la compagnia delle donne ma amano la forma delle donne. Sembrano in tanti, ma potrebbero essere in pochi. Un vero bacino di utenza e di utilità sociale tuttavia è chi soffre di malattie, o i disabili o chi non può avere un rapporto sessuale. Del resto, da tempo i partiti radicali nel mondo sostengono che il sesso sia un diritto della persona. In Australia ci sono i/le lovegiver, ovvero assistenti che provvedono a questo aspetto nella vita della persona. Una cosa è certa: meglio un bell’oggetto sessuale a forma di donna, che una donna trattata come un brutto oggetto.

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