Ci sono gesti che muori dal desiderio di vedere ma in cui mai vorresti essere vista, spiata, sorpresa. Azioni quotidiane così intime che quando le fai ti ‘scopri’, e sei debole, vulnerabile. Come sfilarsi gli slip. E se vieni scoperta a denudarti il sesso in pubblico, nello scompartimento di un treno, per masturbarti o per prenderti il piacere di uno schiaffo?
L’ombra di una mano che si avvicina aperta, minacciosa, sulle natiche nude di una donna che freme di voglia. La stessa donna poi ce l’hai in braccio, a cavalcioni, a possederla, a prenderla a schiaffi, per poi lasciare che a farlo sia un’altra, tua amica, tua complice, con te che guardi. Tutto questo succede in un libro che racconta un altro libro, che lo disegna. Una sculacciata può essere letteratura, il fumetto la sua piccante rappresentazione, se poi è firmato Milo Manara, hai tra le mani sesso ben fatto, vero seppur magnificato. Manara ‘nasce’ Manara, il suo è estro, genio innato, intinto nell’inchiostro dell’erotismo, anche in quello torbido, poco narrato, più segreto. Come il sesso spanking, il piacere vissuto, raggiunto nel dolore, nell’umiliazione, nella sopraffazione voluta. The Art of Spanking è un libro illustrato da Milo Manara e scritto da Jean-Pierre Enard, dove appunto tre protagonisti, un uomo e due donne, se le danno godendo. Eccitazione che sgorga anche dallo scenario, un luogo chiuso ma accessibile, lo scompartimento di un treno in cui Eva entra, vi trova posto vicino a Donato, addormentato accanto a un libro. Questo libro è un taccuino pieno di disegni spanking, di fantasie porno impresse su carta, immagini che scuotono Eva, la eccitano all’istante, e lo scorrere dei suoi occhi su quelle scene di sesso violento la spingono a togliersi le mutandine, allargare le gambe, cercarsi il sesso con le mani, infilarci le dita. Ma Donato non dorme, finge, ha usato il libro a esca delle voglie di Eva, sue, e di un’altra donna che aspetta al varco.
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