Un’interrogazione parlamentare per far luce sul possibile conflitto di interessi del professore del Mississippi Mimmo Parisi e sulla incompatibilità dei suoi incarichi negli Stati Uniti con la carica di presidente dell’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal) che andrà a ricoprire. Riprendendo le dieci domande poste da Linkiesta al governo sulla figura di Mimmo Parisi e il suo ruolo nella gestione del reddito di cittadinanza, il senatore del Pd Tommaso Nannicini ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro Luigi Di Maio. Nannicini, membro della Commissione Lavoro di Palazzo Madama che sta discutendo il decretone sul reddito di cittadinanza e quota cento, chiede se verranno seguite procedure trasparenti per la scelta della piattaforma informatica di potenziamento dei Centri per l’impiego, e quali azioni il ministero intraprenderà per assicurarsi che Parisi si metta in aspettativa dalla Mississippi State University in cui insegna, ruolo che secondo lo statuto dell’Anpal risulta incompatibile con la presidenza.
Nella interrogazione viene ricordato come «in alcune iniziative pubbliche, il Ministro del lavoro Luigi Di Maio ha presentato il professor Parisi come colui che, tramite il “suo” sistema informatico creato nel Mississippi, rivoluzionerà i centri per l’impiego italiani aiutando i “navigator” a incrociare domanda e offerta di lavoro con l’utilizzo di una piattaforma informatica innovativa». Parisi, viene ricordato, «è professore ordinario presso l’Università del Mississippi, nonché direttore del “National Strategic Planning and Analysis Research Center”, che ha sviluppato “Mississippi Works”, un’App che, utilizzando big data, incrocia domanda e offerta di lavoro nello stato del Mississippi»; e «ricopre ancora numerosi incarichi di consulenza con esponenti politici e agenzie pubbliche statunitensi». Non solo. Come riportato da Linkiesta, si aggiunge, «nel maggio 2018, Domenico Parisi ha fondato, negli Stati Uniti, una nuova società, “Valentz Inc”, amministrata dalla moglie Michelle Parisi, a sua volta VP of Finance and Administration della società “Camgian”, che si occupa dello sviluppo di piattaforme finalizzate, tra le altre cose, all’analisi di big data».
Quali azioni il ministero intende percorrere per assicurarsi procedure trasparenti nella fornitura della app dei centri per l’impiego, evitando il rischio di un conflitto di interessi? E cosa verrà fatto per assicurarsi che il professor Parisi si metta in aspettativa dagli incarichi incompatibili ricoperti negli Usa?
Partendo da qui, Nannicini ricorda che lo Statuto di Anpal all’articolo 5, comma 2, «prevede che l’incarico di presidente di Anpal è incompatibile “con altri rapporti di lavoro subordinato pubblico o privato”, e che è altresì incompatibile con “qualsiasi altra attività di lavoro autonomo, anche occasionale, che possa entrare in conflitto con gli scopi e i compiti dell’Anpal”». Ma a oggi il professor Parisi non ha ancora chiarito «se prenderà una “unpaid leave of absence” (aspettativa senza emolumenti) dall’Università del Mississippi e rinuncerà agli altri numerosi incarichi di consulenza in potenziale conflitto di interesse con le forniture di Anpal e della sua società controllata Anpal Servizi SpA».
Da qui le due richieste. Uno: «Quali azioni il Ministero vigilante intenda percorrere per assicurarsi che il professor Parisi si metta in aspettativa presso l’Università del Mississippi e rinunci immediatamente a tutti gli incarichi in potenziale conflitto di interesse, così come imposto dalla normativa vigente, per trasferirsi in Italia e ricoprire con pieno impegno il ruolo di presidente di Anpal e amministratore unico di Anpal Servizi SpA». Due: «Con quale tempistica e con quali azioni si intenda vigilare affinché il potenziamento delle piattaforme informatiche dei servizi per il lavoro», come previsto dal decreto che istituisce il reddito di cittadinanza, «avvenga in totale trasparenza e con procedure aperte volte a favorire la partecipazione del maggior numero di potenziali fornitori a livello italiano e internazionale, in modo da fugare ogni dubbio sul fatto che, come riportato da varie testate giornalistiche, esista l’ipotesi che a vendere la piattaforma informatica e la relativa App allo Stato italiano sia direttamente l’Università del Mississipi, qualsivoglia soggetto controllato dall’Università del Mississippi, o addirittura società private riconducibili al professor Parisi, a suoi familiari o a soggetti presso i quali il professor Parisi svolge attività di lavoro subordinato o autonomo».