Il professore Mimmo Parisi, della Mississippi State University, è il nuovo presidente dell’Anpal, l’Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro, quella che ora dovrà gestire la patata bollente dei navigator del reddito di cittadinanza. Per la nomina ufficiale (dopo la firma di Mattarella) mancava solo la “bollinatura” della Corte dei conti, che è arrivata lunedì 25 febbraio in tarda serata. Così il guru americano scelto da Luigi Di Maio, sul quale Linkiesta aveva posto dieci domande al governo, succederà a Maurizio Del Conte. Entrerà in carica il prossimo 1 marzo, ma i dubbi sul suo potenziale conflitto di interessi restano.
Nel fine settimana Parisi era tornato in Italia, a distanza di poco più di tre settimane dall’ultima visita. E lunedì, dopo aver dato forfait come relatore a un convegno sulla blockchain al Cnel “per impegni istituzionali”, l’esperto di Big Data ha trascorso le sue prime ore a Roma chiuso nelle stanze di Palazzo Chigi. Ora il prof italo-americano andrà a gestire i cosiddetti navigator, coloro che dovrebbero aiutare i beneficiari del reddito a trovare lavoro. Ma l’impresa sarà tutt’altro che semplice, perché i navigator semplicemente ancora non ci sono. Dal 6 marzo sarà già possibile presentare le domande per il reddito, eppure sulla assunzione dei 6mila tutor co.co.co. prevista dal decretone è ancora nebbia fitta.
E gli animi sono tutt’altro che calmi. Le Regioni sono andate all’attacco, con la Toscana che ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale contro il divieto di scorrimento delle graduatorie per assumere la quota regionale dei 4mila operatori nei centri per l’impiego. Tanto che ora il governo, per uscire dall’impasse e velocizzare i tempi, ha presentato già un emendamento al decretone che darebbe il via libera alla possibilità di pescare gli altri 4mila navigator di competenza regionale a partire dalle liste di scorrimento di coloro che sono già risultati idonei nei concorsi. Che tradotto significherebbe che chi ha vinto un concorso per fare il vigile del fuoco o la maestra d’asilo potrebbe trovarsi quindi a orientare i disoccupati nella ricerca di un posto di lavoro.
Ora il prof italo-americano andrà a gestire i cosiddetti navigator. Ma l’impresa sarà tutt’altro che semplice, perché i navigator semplicemente ancora non ci sono
Ma nonostante le aperture e le possibili storture, l’intesa con le Regioni sulle assunzioni immediate degli altri 6mila è ancora molto distante. E senza l’ok delle Regioni, Anpal Servizi (società controllata da Anpal) non potrebbe pubblicare il bando per la selezione dei 6mila coach, perché le politiche attive sono di competenza regionale e si rischia il danno erariale, oltre che una valanga di ricorsi. Il bando, che prevede una selezione con test scritto a crocette, è bloccato da diverse settimane sulla scrivanie dell’Anpal.
Se Mimmo Parisi una volta diventato presidente, deciderà di dare ugualmente via libera alla selezione, il rischio è che si assumeranno i navigator senza poi poterli impiegare nei centri per l’impiego di competenza regionale. Senza dimenticare che i contratti di collaborazione, del tutto opinabili, potrebbero generare migliaia di contenziosi. Un emendamento del governo prevede che ci sia il “parere” della Conferenza Stato-Regioni sul concorso. Ma al momento non sono previsti nuovi incontri con Di Maio, e diversi assessori al Lavoro regionali hanno già fatto sapere che non daranno il lasciapassare ai navigator precari, chiedendo che siano le Regioni a occuparsi dell’assunzione di queste figure, ma a tempo indeterminato e non come collaboratori.
Se Mimmo Parisi una volta diventato presidente, deciderà di dare ugualmente via libera alla selezione, il rischio è che si assumeranno i navigator senza poi poterli impiegare nei centri per l’impiego di competenza regionale
Sarà difficile anche per il professore venuto dagli States, direttore del National Strategic Planning & Analysis Research Center del Mississippi, sbrogliare questa matassa. Ancora non si sa se Parisi confermerà il direttore generale dell’Anpal Salvatore Pirrone, che conosce la macchina burocratica e potrebbe aiutarlo, o se sceglierà la discontinuità. Ma i tempi sono stretti e la materia è calda, con le elezioni europee alle porte e i risultati disastrosi dei Cinque Stelle alle tornate regionali in Abruzzo e Sardegna.
Non sono stati chiariti ancora nemmeno i dubbi del Garante sui rischi di violazione della privacy nel funzionamento del decreto. Né sono state date risposte sulla figura di Mimmo Parisi e il suo futuro lavoro in Italia. Quello che si sa è che, dopo gli articoli de Linkiesta e due interrogazioni parlamentari, il professore di sociologia della MSU ha chiesto di essere posto in aspettativa per un anno dai suoi incarichi in Mississippi (l’ateneo ha dato notizia della nomina sul suo sito), vista l’incompatibilità per statuto con la figura di presidente Anpal (come avevamo segnalato). Ma ancora non è chiaro, una volta arrivato Parisi all’Anpal, con quale metodo e soprattutto con quale software saranno incrociati i dati di domanda e offerta di lavoro nei centri per l’impiego per trovare una occupazione ai beneficiari del reddito (secondo il modello presentato dallo stesso Parisi con le slide di “Mario”). Il governo al momento non parla di una gara per scegliere in maniera trasparente tra le app in circolazione. Eppure, come Linkiesta ha scritto, dietro l’angolo c’è il rischio di un potenziale conflitto di interessi, visto che Parisi in Mississippi ha creato una app di matching, Mississippi Works, del valore di circa 100 milioni, che ora lui stesso, come presidente di Anpal, dovrebbe vendere e acquistare.
Dietro l’angolo c’è il rischio di un potenziale conflitto di interessi, visto che Parisi in Mississippi ha creato una app di matching, Mississippi Works, che ora lui stesso, come presidente di Anpal, dovrebbe vendere e acquistare