Lo studioGli animali carnivori scompaiono. E a cascata ne risente tutto l’ecosistema

Le conseguenze delle azioni umane sull’ambiente sono spesso devastanti. Ma spesso, quelle che cambiano, fino a stravolgere, gli equilibri naturali, sono quelle indirette: come le antilopi che conquistano un territorio una volta controllato dai grandi felini

A causa della guerra in Mozambico (finita nel ’92) le antilopi della regione sono diventate oggi più coraggiose. Il nesso tra le due cose, solo all’apparenza lontane, è la sparizione, avvenuta durante il conflitto, di gran parte della popolazione animale carnivora nel Gorongosa National Park. I predatori (leoni, iene, leopardi, licaoni) sono diminuiti e alcune zone, prima considerate pericolose dalle antilopi, sono diventate all’improvviso accessibili. Nella fattispecie, si spingono senza più timori nella golena senza alberi che circonda il lago Urema.

È un fatto curioso, notano gli scienziati che hanno studiato il fenomeno, pubblicando i risultati in uno studio su Nature, perché le antilopi della regione fino a poco tempo fa tendevano a rimanere nascoste nella boscaglia, evitando gli spazi aperti. Ma la scomparsa dei predatori le ha incoraggiate a uscire allo scoperto.

Potrebbe sembrare un fatto da poco, tutto sommato. Ma è un indice di come le azioni umane possano influire, anche in modo indiretto e nel lungo periodo, nelle abitudini di altre specie. Le conseguenze sono a cascata: le antilopi escono allo scoperto e brucano l’erba della golena, che è più ricca di proteine rispetto a quella che mangiavano nella boscaglia, e crescono più forti rispetto alle altre antilopi, guadagnando così un vantaggio competitivo. Tra la loro preferita c’è la Bergia Mossambicensis, che divorata dagli animali rischia già di sparire dalla circolazione (perché anche l’ecosistema vegetale conta).

Gli scienziati, per dimostrare l’esattezza delle loro deduzioni, hanno provato a simulare, con tracce di odore, la presenza di grandi felini nella zona. Alcune antilopi, quelle che hanno incontrato i segnali lasciati dai ricercatori, hanno subito smesso di affacciarsi. Questo significa che sì, il calo dei predatori ha lasciato un vuoto negli equilibri della zona. E che andare a intervenire nella natura provoca azioni le cui reazioni saranno sempre impreviste.

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