Vicini di brexit“La Brexit non si farà. Sono pronto a scommetterci. Altrimenti uniremo le due Irlande”

Secondo l’eurodeputato Sean Kelly l’uscita del Regno Unito dall’Europa sarà dilazionata ancora. Ne approfitteranno per prendere tempo e provare a cambiare il verdetto popolare. Altrimenti Irlanda del Nord e del Sud potrebbero diventare un unico Paese

da Flickr, di Tiocfaidh ár lá 1916

«Il termine per l’uscita sarà prolungato. E in mezzo ci saranno elezioni». E forse, «un nuovo referendum» che potrebbe rovesciare il risultato del primo. È la previsione, «meglio dire “speculazione”» dell’europarlamentare irlandese Sean Kelly, membro del Ppe, area Fine Gael, e profondo avversario della Brexit. Se ci sarà, la Brexit sarà un danno per tutti. E lui, per paradosso, è già stato danneggiato, visto che la partecipazione del Regno Unito alle elezioni europee di maggio gli ha sottratto dei seggi che già era convinto di poter riempire. «Nella mia constituency ne eleggeremo solo 4 (ed erano 5) e anche quella di Dublino perderà parlamentari». Però non tutto il male viene per nuocere: «La cosa positiva è che se fanno le elezioni allora non rompono del tutto con l’Unione Europea».

Un segnale incoraggiante?
Io spero che non se ne vadano. Ma se devono, spero che lo facciano il prima possibile.

E se lo fanno senza accordo? Cosa succederebbe al Regno Unito in uno scenario di no-deal?
Rispetto a sei mesi fa, questa prospettiva per fortuna è meno probabile. Ma non è stata ancora del tutto tolta del tavolo. Se accadesse, sarebbe catastrofico: per il nostro business, per i nostri contadini, per la questione dei confini. Posso assicurarvi che noi irlandesi non vorremmo mai una Brexit senza accordo.

Gli accordi del Good Friday (1998), che hanno riappaficicato l’Irlanda, aprendo le dogane saebbero in pericolo?
Grazie a quegli accordi oggi il confine è aperto, il passaggio è libero e non ci sono impedimenti di nessun tipo. Con una Brexit senza accordo tutto questo potrebbe cambiare, e non sapremmo nemmeno in che modo. Il confine aperto si trasformerebbe in una linea di divisione tra l’Unione Europea e un Regno unito privo di controlli. E allora sarà necessario introdurli, anche se gli inglesi dicono di no, è inevitabile. Loro vorrebbero che tutto restasse come è ora. Ma se succedesse davvero, questo significherebbe che merci e beni di ogni provenienza entrerebbero in Europa attraverso il Regno Unito (che non attuerebbe gli standard Ue) e da lì in Irlanda. Questo porterebbe a una confusione totale.

E se invece si facesse un referendum per unire l’Irlanda del Nord e quella del Sud?
Con ogni probabilità ci sarà. Soprattutto in caso di no deal. Gli irlandesi, in quella situazione, capirebbero che al Regno Unito non importa nulla del confine tra i due Paesi, dell’organizzazione dei controlli e, soprattutto, della violenza che potrebbe scaturire proprio da questi controlli di confine. Allora verrebbe naturale immaginare di unirsi, in qualche modo.

Se lei fosse il primo ministro inglese Theresa May, cosa farebbe?
La May sta facendo ora quello che avrebbe dovuto fare due anni fa: cioè un accordo che superi gli schieramenti dei partiti, cercando i voti del Labour, e che porti a una maggioranza alla Camera. È una posizione che condivide anche Michel Barnier (commissario alla Brexit), con cui ho appena parlato: se non riuscisse nemmeno stavolta a far passare il piano, sarà obbligata a dimettersi. Certo, se passa la mozione sarebbe una cosa positiva, ma non è probabile che accada.

E cosa farà Nigel Farage, in caso di elezioni? Cosa combineranno i suoi europarlmentari pro-Brexit?
Non possono fare più il casino che hanno fatto negli ultimi anni. Di sicuro, non saranno più forti come una volta. I discorsi sulla Brexit, i dialoghi sulla Brexit, le idee sulla Brexit hanno stufato le persone. Nessuno vuole sentirne più parlare. E allora, in uno scenario di Brexit forzata, saranno le voci dei remainer quelle più forti.

Però la Brexit può essere anche un guadagno per voi: le aziende lasciano Londra per Dublino.
È vero, sta succedendo, succederà ancora. Ma questi trasferimenti non compenseranno i danni causati dalla Brexit in termini di commercio in generale – soprattutto perché noi abbiamo molto export verso l’Uk. Noi ci guadagniamo, soprattutto nei settori finanziari ma perderemmo nell’agrario e nell’export.

E insomma, se dovesse fare una scommessa: ci sarà questa Brexit? E come sarà?
Se devo scommettere, direi che il periodo di posposizione sarà più lungo. E nel frattempo ci sarà un referendum. E la Brexit non si farà più. Ma è solo speculazione. Forse speranza.

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