Lingua italianaSi può “tastare” con il gusto ? Risponde la Crusca

Comunemente il verbo indica l’atto del palpare, toccare ripetutamente o mettere alla prova qualcuno. Ma in tempi antichi e, ancora oggi, in alcuni dialetti, si usa anche per intendere ‘assaggiare, gustare’. Frutto di una curiosa sovrapposizione con la lingua italiana

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Tratto dall’Accademia della Crusca

Secondo i dizionari dell’italiano, il verbo tastare indica l’azione di ‘palpare, toccare esercitando una pressione leggera e ripetuta con la mano, con il piede, o anche con un oggetto, per accertare qualcosa al tatto, per saggiare la qualità e la consistenza di un materiale, ecc.’ (GDLI; Devoto-Oli 2018; GRADIT). Per estensione, il gesto di tastare può alludere anche alla sfera sessuale ed essere inteso nel senso di ‘palpare per trarne compiacimento sessuale’ (GDLI; Devoto-Oli 2018; GRADIT; Vocabolario Treccani online).

In genere, oltre all’azione fisica di toccare ripetutamente, il tastare implica l’intenzione di verificare o di provare qualcosa attraverso il tatto, ed è proprio da questa accezione che derivano alcuni usi figurati del termine: per esempio, la locuzione tastare con mano, ovvero ‘fare la prova diretta di qualcosa’ (GDLI; Devoto-Oli 2018), o tastare nel significato di ‘mettere alla prova qualcuno’ (GDLI):

Alla fine dell’anno scolastico, il professore compulsi i suoi registri, sommi e divida, dopo aver di nuovo tastato, interrogato, rivisto: cinque e tre quarti, può far l’esame; cinque e un quarto, non può (Giovanni Pascoli, La scuola classica, in Miei pensieri di varia umanità, Vincenzo Muglia Editore, Messina, 1903, p. 143).

Il verbo tastare è usato anche per ‘conoscere, sapere, indagare’, come nelle espressioni tastare il terreno, ‘cercare di conoscere lo stato di una questione’ (GDLI; Devoto-Oli 2018; DELI; GRADIT; Vocabolario Treccani online), e tastare ilpolso, che, oltre al significato letterale, può significare anche ‘sondare le intenzioni di una persona’ (Devoto-Oli 2018; Garzanti; DELI; GRADIT; Vocabolario Treccani online). Infatti, è comune che i verbi di percezione si prestino a interpretazioni che rielaborano l’esperienza fisico-sensoriale in termini di facoltà conoscitiva, come per esempio vedere per ‘capire’: “vedo bene che mi sono sbagliato”; “non posso fare come tu vuoi: nonne vedo la ragione” (Vocabolario Treccani online).

Il termine in italiano si riferisce quindi al senso del tatto, si usa principalmente nel significato concreto di ‘toccare più volte e leggermente per verificare qualcosa’ e nel senso figurato di ‘provare qualcosa, testare qualcosa o qualcuno’, o anche di ‘scoprire, conoscere qualcosa o qualcuno’.

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