Il nulla a sinistraSinistra, l’ennesimo suicidio. E la prossima volta non ci sarà più nulla da dividere

Mentre Salvini si mangia il Paese la lista Sinistra si ferma al 1,7% e Europa Verde raggiunge un insperato 2,3% ma nessuno dei due è riuscito a prendere un seggio. Se si fossero presentati insieme un’unica forza progressista e ecologista a sinistra del PD sarebbe entrata nel Parlamento europeo

Pagina Facebook Nicola Fratoianni

A sinistra qualcosa si muove. Come sempre nel modo sbagliato. La lista Sinistra (che sperava di ripetere il risultato delle ultime elezioni europee si ferma a uno striminzito 1,7% che dovrebbe far riflettere a lungo Fratoianni e i suoi, reduci dalla (brutta) esperienza di Leu, pronti a mettersi con Rifondazione e provare a ripetere la performance dell’ex Lista Tsipras e invece inchiodati in un risultato che definire deludente è fin troppo poco. Dall’altra parte Europa Verde (formata dai Verdi italiani più Possibile, che proprio con Sinistra Italiana usciva dall’esperienza Leu) raggiungono un insperato 2,3% che li proietta, di fatto, ad essere la forza più convincente a sinistra del Partito Democratico. Peccato che nessuno dei due risultati in realtà valga nemmeno un misero seggio, bene sotto la soglia del 4% e, soprattutto, per l’ennesima volta siamo a discutere di un fronte comune che forse sarebbe stato possibile con più umiltà da parte di tutti e con il coraggio (ma quello vero) di lasciare guidare l’operazione a quelle che vengono considerate seconde linee e invece sono molto più convincenti (e unitari) dei soliti capetti che ci trasciniamo da anni.

È vero che in politica non funziona banalmente per addizione: i due insieme non avrebbero fatto per forza quel 4% che esce sommando le due percentuali ma è anche vero che un’unica forza progressista e ecologista a sinistra del PD, soprattutto in questa povertà di spazio televisivo come ripetutamente sottolineato dall’Agcom, avrebbe sicuramente ottenuto qualche seggio in Europa e soprattutto sarebbe stata una base di partenza molto diversa per costruire un futuro diverso da quelle parti.

Mentre da tutte le parti viene richiesta capacità di unire, mentre Salvini si mangia il Paese, mentre il PD riesce addirittura a salire senza nemmeno muoversi poi troppo, a sinistra la predisposizione alla parcellizzazione continua imperterrita come se nulla fosse

Siamo alle solite: mentre da tutte le parti viene richiesta capacità di unire, mentre Salvini si mangia il Paese, mentre il PD riesce addirittura a salire senza nemmeno muoversi poi troppo, a sinistra la predisposizione alla parcellizzazione continua imperterrita come se nulla fosse. E tutti gli anni, tutte le volte, tutte le elezioni, siamo qui a commentare sempre allo stesso modo. A sinistra si attacca (spesso giustamente) contro il PD che, eppure, riesce a essere coeso anche nei momenti più difficili mentre da queste parti bastano due ex litiganti con l’acredine di chissà quanti anni fa per fare saltare il banco. Pensare che ci fosse lo spazio per due partiti a sinistra del PD era (ed è) una mossa miope in un momento in cui il salvinismo spinge gli oppositori a volersi riconoscere in un fronte comune.

«Non ci vuole identità, rigida e simbolica, ci vuole progetto e mobilitazione. Il clima è la questione da cui derivano tutte le altre. Partivamo dallo zero virgola e senza niente – soldi tv endorsement – e con la maledizione del voto utile (che condanna alla lunga chi lo usa) è un punto di partenza, nel disastro generale»: ci dice Pippo Civati, di Possibile e candidato con Europa Verde. Mentre Nicola Fratoianni, della Sinistra ci dice che «un’ombra nera si allunga sull’Europa e sull’Italia». E chissà che non venga voglia davvero di mobilitarsi, non a pochi mesi dalle elezioni, perché il punto di partenza sia qualcosa di più che vede la luce (e le liste) a pochi giorni dalle elezioni e che riesca davvero a diventare alternativo (e complementare, perché no?) al Pd. O no? È così difficile?

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