La tecnologia sta cambiando molte professioni, da quella legale e quella medica e nemmeno i commercialisti sono esenti da questa radicale trasformazione. L’introduzione della fatturazione elettronica, come la probabile introduzione di una vera flat tax anche per le aziende, rappresenta un punto di non ritorno per molti di loro che, infatti, saranno presto costretti a trasformarsi in consulenti a tutto tondo, dove la gestione contabile rappresenterà solo una parte marginale dei servizi che dovranno essere in grado di offrire ai propri clienti.
Quando alla fatturazione elettronica si aggiunge l’innovazione tecnologica di cui si doterà progressivamente l’Agenzia delle Entrate o i sistemi di intelligenza artificiale applicati alla contabilità, è facile immaginare come un numero crescente di processi presto verrà svolto in remoto e anche il lavoro di data entry scomparirà presto. La progressiva standardizzazione del reddito, l’aumento delle competenze interne alle imprese, la diffusione di soluzioni tecnologiche sempre più efficienti per la contabilità stanno progressivamente riducendo gli spazi di attività dei commercialisti spostando di fatto l’asse delle competenze fiscali. Stando a quanto dichiarato dallo stesso Ordine Nazionale, questo processo di disintermediazione graverà almeno sul 77% degli iscritti. Un numero di professionisti rilevante, che almeno nella metà dei casi rappresenta studi in cui lavorano altre figure professionali. La prospettiva, quindi, non è rosea per decine di migliaia di lavoratori in tutta Italia.
“Nel settore della contabilità – commenta Gianluca Massini Rosati, Ceo di Xriba, avanzatissimo software per la gestione contabile grazie all’impiego di Intelligenza Artificiale e Blockchain, e di Soluzione Tasse, network di commercialisti con approccio innovativo alla professione -, la tecnologia consente un enorme risparmio di tempo per tutte quelle attività ripetitive e meccaniche che costituiscono gran parte del lavoro di interi reparti aziendali, ma anche di studi di commercialisti. Molti di loro dovranno ripensare il proprio modello di business”.
“Da imprenditore, ho osservato questo fenomeno e mi sono accorto che c’è una profonda discrepanza tra le necessità delle imprese e l’offerta che un commercialista medio è in grado di proporre”
Se fino a questo momento, infatti, il commercialista ha svolto spesso il ruolo di intermediario tra amministrazione pubblica e privato ed è stato percepito come l’esperto delle tasse e degli adempimenti fiscali, gradualmente questa figura si sta trasformando in una figura che deve essere in grado di offrire a imprese di tutte le dimensioni una consulenza strategica anche su controllo di gestione, finanziamenti bancari, riorganizzazioni aziendali, ristrutturazioni del debito, fusioni e acquisizioni e molto altro.
“Da imprenditore, ho osservato questo fenomeno e mi sono accorto che c’è una profonda discrepanza tra le necessità delle imprese e l’offerta che un commercialista medio è in grado di proporre. Per questo già da anni mi sono impegnato nel realizzare un modello diverso, in cui commercialisti regolarmente iscritti all’ordine e che seguono un percorso di formazione professionale aggiuntivo possano assistere efficacemente le imprese in questo scenario di profondo mutamento”. Il network si chiama Soluzione Tasse, appunto, e a breve avrà anche una sede fisica a Milano, nella ex sede di Equitalia di via San Gregorio, 55.
“Sarà un luogo i professionisti non solo potranno incontrare i propri clienti per meeting e riunioni, ma anche dove potranno aggiornarsi e migliorare la propria formazione con corsi che spazieranno dal marketing al public speaking. Perché sempre più il commercialista dovrà poter disporre di una serie di strumenti aggiuntivi per poter essere percepito dal cliente come vero e proprio alleato nello sviluppo del business e giustificare un adeguato riconoscimento economico del proprio lavoro”, commenta Massini Rosati, che aggiunge “Abbiamo visto che i professionisti di Soluzione Tasse, in questo modo, guadagnano dal 300 al 700% in più della media dei commercialisti italiani, svolgendo attività più soddisfacenti anche dal punto di vista professionale”.
I commercialisti che operano quasi esclusivamente nel settore fiscale e tributario, insomma, sono destinati a vedere una progressiva e drastica riduzione dei margini di guadagno, anche in ragione di una sempre maggiore concorrenza sul mercato e di una crescente disponibilità di soluzioni tecnologiche a basso costo che renderanno sempre meno giustificato per il cliente il ricorso al professionista per queste attività di routine.