La cornice è sempre splendida, la location suggestiva, il pubblico caloroso, l’evento “coniuga bellezza, divertimento e spettacolo”. Benvenuti nel fantastico mondo dei concorsi di bellezza, dove aspiranti miss sono pronte a darsi battaglia non per il titolo d reginetta d’Italia con tanto di incoronazione in televisione, ma si contendono a colpi di sfilate la fascia di “Miss Albenga Summer”, “Miss Ferraro Officine meccaniche” (Pontinia), “Miss and Music” (Grotte), Miss… L’elenco potrebbe continuare all’infinito, se si pensa che in Italia i marchi di concorsi di bellezza regolarmente depositati sono più di mille, alcuni dei quali – oltre duecento – hanno chiesto e ottenuto il brevetto anche per l’estero.
Da giugno a settembre, con ovvio picco ferragostano, l’Italia si trasforma in una gigantesca, unica, passerella per ragazze, signore, nonne, trans (Miss Donna Speciale, Pescara), che mettono in mostra e in gara il loro corpo. Certo, non sarà Salsomaggiore o Jesolo, a premiarti non sarà il volto famoso della tv chiamato a condurre Miss Italia, ma non mancherà la stessa emozione sul volto della mamma, con l’occhio che brlla e che rivendica a gran voce l’opera d’arte che ha partorito. E se gli organizzatori locali hanno giocato bene le loro carte, hai visto mai che a metterti la fascia addosso, possa essere un prezzemolino dei contenitori televisivi più in voga del momento? Uno di quelli che, fiutata l’aria, e sapendo che tutti siamo di passaggio su questa terra, ma soprattutto nei delicati meccanismi della spartizione politica, mantiene sempre viva l’opzione B: meglio ospite a “Miss Ragazza qualcosa” dell’oblio e dell’accumulo di bollette da pagare.
Attorno alle migliaia di concorsi di bellezza,che fanno apparire l’Italia un paese tutto “chacchiere e miss”, c’è un intero circo che si muove: gli organizzatori, la location (che è sempre una splendida, se non suggestiva, cornice, come tengono a sottolineare con molta enfasi nei comunicati inviati alla stampa) e, soprattutto gli sponsor, grazie ai quali la passerella può andare in scena. Il fenomeno dei concorsi per miss ha anche un altro risvolto: si abbassa sempre più l’età delle partecipanti. Perché e con quali finalità l’abbiamo chiesto a Maura Manca, psicologa e psicoterapeuta, presidente dell’Osservatorio nazionale adolescenza, direttrice del magazine online adolescienza.it.
«Con le ragazzine piccole, intendo dai 14 ai 17 anni, starei sempre molto attenta: sono ancora nella fase di sviluppo della propria identità e stanno lavorando dal punto di vista dell’accettazione della propria corporeità»
Molti concorsi di bellezza sono riservati a ragazze che non hanno ancora raggiunto la maggiore età: cosa le spinge a partecipare? Ed è sempre una scelta fatta in autonomia, o a indirizzarle sono i genitori?
Al giorno d’oggi esistono innumerevoli concorsi all’interno dei quali è possibile vincere molteplici fasce. Anche i concorsi di bellezza hanno subìto l’influenza del web, nell’epoca governata dai social network, si può infatti ambire anche a Miss social o Miss influencer. Molte ragazze che partecipano a questi concorsi raccontano di farlo per divertimento e sostengono che per loro l’importante sia partecipare. In alcuni casi può essere anche vero, ma tendenzialmente, le finalità sono ben altre. Una passerella di un concorso di bellezza è comunque una vetrina, rappresenta un esporsi ad un pubblico. Si ricerca di raggiungere la notorietà e, soprattutto tra i giovani si è spinti dall’aspirazione di diventare qualcuno, di diventare virali come i loro idoli, si pensa di ottenere una sorta di passepartout per la carriera di modella, pubblicitaria o nel cinema, di avere prospettive più vantaggiose per il futuro, un trampolino di lancio e un evento in cui è possibile farsi notare dagli altri. Molte volte si partecipa perché si hanno dei modelli in testa in cui ci si riconosce, ci si rispecchia, non solo da un punto di vista estetico, anche di tipologia di carriera o stile di vita.Con le ragazzine piccole, intendo dai 14 ai 17 anni, starei sempre molto attenta per svariate ragioni: sono ancora nella fase di sviluppo della propria identità e stanno lavorando dal punto di vista dell’accettazione della propria corporeità. Il corpo in adolescenza ha un ruolo centrale che non deve essere rinfornato in negativo, ma accompagnato da altri aspetti. Sono ancora potenzialmente abbastanza condizionabili, si devono confrontare con tante altre ragazze adulte, con tante problematiche, a volte anche patologie e ossessioni, si respira una forte competizione e stress della gara, fino all’affrontare critiche e giudizi, a volte anche pesanti, che le ragazze più piccole non sempre sono in grado di filtrare e gestire da un punto di vista emotivo. Chi decide di esporsi a questi concorsi, a volte può avere problemi relazionali con i propri compagni e amici, cambiare ruolo nel gruppo e rischiare anche di non essere compreso nelle sue scelte. Mi è capitato anche di seguire ragazze addirittura prese di mira dalle altre coetanee. Non significa che non si debba partecipare, vuol dire che si deve ragionare sempre anche sul dopo, sugli strascichi che un concorso di bellezza può lasciare su una adolescente e sull’impatto emotivo e relazionale che può avere anche più a lungo termine. Le adolescenti devono essere preparate psicologicamente prima di essere catapultate in un mondo dove il corpo la fa da padrone. Devono essere sempre supportate dalla famiglia che deve fare da contenitore, deve avere il ruolo di tenere la figlia con i piedi per terra, di non permetterle di alimentarsi dell’illusione della notorietà e della ricerca del successo facile, ma di inculcare il senso del sacrificio e della fatica e soprattutto dei valori. Purtroppo, può capitare anche che non facciano una scelta completamente autonoma. Sono ragazze che vengono esposte fin da bambine dai genitori alla ricerca del successo facile. Tante adolescenti non sono alle prime esperienze e per i genitori diventano un trofeo da esibire e di cui vantarsi. I genitori devono fare i genitori, devono tutelare i figli, non esporli in vetrina, devono essere coerenti e lasciare la libertà di scegliere ai figli e non passare mai e poi mai il messaggio che “se siamo belli, avremo più successo nella vita”. È vero che la bellezza può essere per certi versi un facilitatore, ma non è tutto nella vita: la bellezza passa, il fisico cambia, la persona con il bagaglio dei suoi valori, no.
«Oggi molte adolescenti si abituano alla propria immagine filtrata, quella modificata dalle applicazioni degli smartphone che rende tutto più bello e meno “difettoso”»
L’adolescenza è una fase di transizione, anche a livello corporeo e non solo emotivo: che impatto può avere una esperienza negativa quando si partecipa a questi concorsi?
Se si punta tutto sul concorso, sulla vittoria, se viene visto come una chance importantissima per la propria vita, non come un’esperienza e come un momento in cui confrontarsi con se stesse e con le altre ragazze, rischia di avere un impatto molto forte da un punto di vista psicologico. Può andar ad alimentare i propri dubbi, le proprie insicurezze, la mancata vittoria, può essere vista anche come una sorta di rifiuto. Non è facile gestire le critiche dei giudici e del pubblico, soprattutto oggi, di quello dei social network che in taluni casi è composto da persone di una cattiveria gratuita inaudita. Si dimenticano che le ragazze non sono solo corpo e si arrogano il diritto di dire tutto ciò che si pensa nella maniera meno filtrata possibile. Le ragazze più piccole devono essere preparate a questo confronto e capire che anche tanti adulti non hanno “pietà” neanche di una minorenne, si dimenticano che sono in una fase di crescita e che non è una colpa essere belle e volersi farsi apprezzare per la propria fisicità.Non ci dobbiamo dimenticare che la bellezza fisica sta diventando sempre più importante nella nostra società. Per tante adolescenti un giudizio non positivo, può rappresentare un “non essere abbastanza bella”, non andare bene e purtroppo, può anche indurle a cercare di “cambiare” la propria immagine per avvicinare gli irraggiungibili canoni di bellezza ideali. Ovviamente, perché questo accada, alla base, ci deve essere un’insicurezza di fondo e una fragilità psichica. A volte, infatti, mi imbatto in adolescenti che si districano tra diete ferree, medicina estetica e auspicano anche alla chirurgia, vedendo nel bisturi la bacchetta magica in grado di trasformarle in ragazze bellissime, quando già lo sono.
Che rapporto hanno con il proprio corpo le adolescenti di oggi?
Nel corso della crescita, i ragazzi devono fare i conti con repentini cambiamenti del proprio corpo che la mente a volte fatica ad accettare. Lo specchio è un confronto con se stesse molto difficile e a volte, rispecchia la propria immagine che non corrisponde a quella ideale, a quella che tante ragazze vorrebbero vedere. Oggi molte adolescenti si abituano alla propria immagine filtrata, quella modificata dalle applicazioni degli smartphone che rende tutto più bello e meno “difettoso”. L’accettazione di sé è una fase in tanti casi molto lunga e tortuosa. Spesso le ragazze non si piacciono e temono di non piacere anche agli altri, diventano dei giudici severissimi di se stessi, focalizzandosi su tutto ciò che per loro rappresenta un possibile difetto e sperimentando vissuti di vergogna, imbarazzo e tristezza.Bisogna, inoltre, tener conto di come i ragazzi oggi siano sottoposti, fin da bambini, alla pressione di media e di quei modelli social che diffondono una precisa idea di bellezza: soprattutto per le ragazze, l’esposizione a foto, immagini e pubblicità di corpi perfetti e magri, influenza negativamente la soddisfazione verso il proprio aspetto estetico, andando a compromettere profondamente il giudizio su di sé e la propria autostima. Non sono i social in sé a determinare effetti negativi ma certamente possono alimentare ansie o fragilità già presenti offline. Infatti, oltre alle insicurezze tipiche di questa fase, si aggiungono anche le critiche che possono arrivare dall’esterno, ad esempio dai compagni di classe o dagli amici dei social network, confermando ancora di più l’idea di essere inadeguate e non all’altezza.
«I concorsi di bellezza rappresentano un’esperienza positiva se finiscono con un “comunque vada a finire, è stato bello”»
Aspirare a un titolo di miss può essere in qualche modo anche una esperienza formativa?
È positiva quando non si parte con le illusioni che spesso sono seguite da profonde delusioni. Deve rappresentare un’esperienza di vita in cui bisogna prendere tutto ciò che si può prendere da un punto di vista della crescita personale. Deve rappresentare un confronto per conoscere in maniera più approfondita se stessi e gli altri. Ci si deve ricordare che è un concorso, è un percorso lungo e tortuoso, molto faticoso da un punto di vista fisico ed emotivo, è un cammino impegnativo composto da tante selezioni da superare. Man mano che si va avanti e si arriva alla selezione finale è sempre più difficile mantenere la calma e la concentrazione. Tante volte rappresenta la prima volta in cui si allontano da casa, in cui devono fare da sole. Se vissuto nella sua totalità può anche rappresentare un’esperienza che aiuta a crescere a anche a maturare. Deve rappresentare un’esperienza che permette di conoscere approfonditamente il mondo dei concorsi di bellezza, capire ciò che è positivo e negativo, come funziona il confronto con la stampa e con il pubblico. Credo che una delle maggiori difficoltà consista proprio nel non farsi trascinare vortice di dover vincere a tutti i costi e di rimanere sempre se stesse. I concorsi di bellezza rappresentano un’esperienza positiva se finiscono con un “comunque vada a finire, è stato bello”.La competizione basata soltanto sull’aspetto fisico che conseguenze può avere?
La competitività non può essere basata soltanto sull’aspetto fisico, non si può perdere di vista l’approccio olistico e non si deve trasformare in distruttività. Spesso, durante questi concorsi, si attiva una sorta di competitività negativa, si arriva a vedere le altre concorrenti come rivali, in alcuni casi da attaccare, criticare, isolare, giudicare, fino a fare gruppo contro. Questo è l’esito di un’eccessiva competitività basata solo sul corpo e non sugli aspetti individuali e relazionali. In questo modo, si alimenta l’invidia e l’ipercritica nei confronti degli altri e un concorso di bellezza rischia di diventare un’esperienza particolarmente faticosa dal punto di vista psicologico e stressante. È implicito che svilire qualcuno abbia una sorta di valenza difensiva, in quel momento vado ad intaccare le qualità dell’altro che attacco con le mie critiche perché non le posso avere io.