Uno dei motivi per la scarsa attitudine alla lettura degli italiani è, senza dubbio, il prezzo dei libri. In tempo di crisi o, meglio, di microcrescita dello 0,1%, è sempre meglio risparmiare soldi. E del resto se si tratta di comprare un volume di Gramellini, allora è meglio tenerli da parte per quando si rompe il frullatore. Nel frattempo – ma LinkPop si rende conto che si sta rivolgendo a una esigua minoranza, anche tra il non folto popolo dei lettori – esiste un rimedio molto semplice e molto poco pubblicizzato: la biblioteca.
I vantaggi di prendere libri in prestito sono molti: si possono leggere opere uscite dal commercio, consultare volumi che fanno parte di raccolte, confrontare vecchie edizioni e, soprattutto, non pagare nulla. Il sistema librario comunale è ricco, spesso presenta anche opere appena uscite (sempre per chi volesse davvero leggersi l’ultimo libro di Gramellini) e, a parte alcuni limiti dettati dalla decenza, cioè quello temporale e quello del rispetto minimo per le sue condizioni (leggi: non sottolineare, non evidenziare mai), è solo una fortuna.
Negli Stati Uniti lo rende evidente la Wichita Public Library, in Kansas, che ha istituito una nuova iniziativa: ogni volta che qualcuno prende in prestito dei libri, riceve degli scontrini che mostrano quanto il cliente abbia risparmiato grazie a loro. E non solo per il singolo prestito, ma anche per tutto l’anno, fino a un totale che conteggia i libri presi in prestito da quando è nato questo servizio.
“Il cliente che ha risparmiato di più quest’anno”, spiega il diettore della biblioteca, “ha tenuto in tasca 64.734 dollari”. Una cifra pazzesca. E quello che ha risparmiato di più in generale “arriva a 196.076 dollari”.
Andrebbe considerato anche il guadagno spirituale e intelletuale tratto dalla lettura (perfino dal libro di Gramellini), ma purtroppo non è (ancora) possibile conteggiarlo in modo preciso.