Pasto mobileIn ufficio o in viaggio, la “schiscetta” ormai si compra al supermercato

Quello del cosiddetto “food to go”, ovvero il pasto pronto per essere mangiato, è in crescita: +12,3% nel 2018. Posta la comodità e la velocità di consumo, però, bisogna mettere in conto la perdita di molte proprietà nutrizionali

Photo by Sander Dalhuisen on Unsplash

Il pasto fuori casa? Si compra sempre più spesso al supermercato, dove l’offerta è in continua crescita e segmentazione e riesce così a soddisfare ogni esigenza: dal consumatore vegano a quello intollerante al lattosio, dal salutista alla ricerca di un pasto light all’appassionato di sapori etnici (come sushi e falafel), magari anche certificati halal.

A fotografare realtà, andamento ed evoluzione del “food to go” nella GDO è l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy, che ha dedicato un approfondimento al boom dei prodotti alimentari confezionati ready-to-eat acquistati in supermercati e ipermercati di tutta Italia: nel 2018 le vendite sono aumentate del +12,3% rispetto all’anno precedente, arrivando a superare 1,3 miliardi di euro.

Un risultato che si deve all’impegno dei produttori alimentari e delle catene distributive nel modulare l’offerta in modo da cogliere molte e diverse occasioni d’uso. Infatti, i prodotti food to go non sono destinati solo al consumo fuori casa, ma risolvono anche il problema di pranzi e cene domestiche pronti in tempi record. E sempre più spesso, soprattutto nelle aree urbane, rappresentano una “soluzione pasto” comoda, sfiziosa e conveniente in tante situazioni, dalla pausa pranzo lavorativa al consumo in viaggio.

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