Caos di cittadinanzaPrecari di Anpal, la maggioranza trova l’accordo. E respinge il piano di Mimmo Parisi

C’è l’accordo sulla modifica al dl “salva imprese” per la stabilizzazione degli operatori a termine dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro. Il voto favorevole, raggiunto in Commissione al Senato nella notte, smentisce il presidente Parisi e la ministra Nunzia Catalfo

Per più di un anno hanno organizzato proteste, scioperi, sit-in e assemblee. E alla fine, nel mezzo di uno scontro interno al governo giallorosso, i 654 precari di Anpal sono riusciti a ottenere un emendamento di maggioranza, all’interno del “decreto salva imprese” in fase di conversione in legge in Senato, che dà l’avvio alla stabilizzazione di tutti i contratti di lavoro. Compresi quelli dei quasi 40 operatori “già scaduti” e lasciati a casa dall’Agenzia che ha assunto intanto i 2.980 navigator del reddito di cittadinanza.

Nei mesi scorsi, gli operatori precari delle politiche attive del lavoro di Anpal sono diventati il simbolo delle contraddizioni del reddito a Cinque Stelle, impegnati a formare i navigator neoassunti per la “fase due”, mentre i loro stessi contratti andavano in scadenza mese dopo mese. L’emendamento ottenuto, ora, è un primo passo verso la «vittoria», dicono, dopo che il presidente di Anpal, l’italoamericano Mimmo Parisi, aveva varato invece un piano che prevedeva la stabilizzazione per soli 200 di loro. Programma che la ministra grillina del Lavoro Nunzia Catalfo aveva appoggiato in pieno, nonostante i suoi stessi colleghi della nuova maggioranza chiedessero ben altro.

L’accordo, dopo una lunga veglia da parte dei precari in attesa di aggiornamenti sul proprio destino, è stato trovato nella notte nella Commissioni Lavoro di Palazzo Madama. Un’intesa arrivata in extremis nel mezzo di uno scontro interno alla maggioranza, dopo che la scorsa settimana il governo aveva invitato formalmente i senatori di maggioranza di LeU e Italia Viva a ritirare gli emendamenti in cui si chiedeva la stabilizzazione completa dei precari, ottenendo risposta negativa.

Alla fine, l’emendamento che porta come prima firmataria la senatrice Iv Annamaria Parente, sottoscritto anche dai senatori del Pd Tommaso Nannici e Mauro Laus, è stato riformulato. Per le assunzioni è previsto un doppio canale: l’ingresso diretto a tempo indeterminato per chi ha prestato servizio con un rapporto a termine e un concorso riservato per i collaboratori in forza entro il primo gennaio 2019 valorizzando l’anzianità e l’esperienza acquisita. La norma prevede quindi sostanzialmente la stabilizzazione dell’intero personale precario, anche se per i collaboratori è stata decisa una procedura selettiva.

La norma prevede sostanzialmente la stabilizzazione dell’intero personale precario, anche se per i collaboratori è stata decisa una procedura selettiva

«Per il momento, possiamo tirare solo un primo sospiro di sollievo», dicono dal Coordinamento dei precari. «Un primo risultato importante, ottenuto anche grazie all’impegno delle forze politiche di maggioranza – Italia Viva, LeU e Pd – incontrate lo scorso 15 ottobre che, sollecitate dalla mobilitazione in tutta Italia delle precarie e dei precari, hanno deciso con coraggio di non ritirare gli emendamenti sulle stabilizzazioni, così come inizialmente richiesto dal governo».

Sono stati dunque superati i vincoli tecnici elencati dalla Ministra Nunzia Catalfo nel question time della Camera dello scorso 9 ottobre, in risposta a una interrogazione a firma Pd. Vincoli che i precari avevano già smontato punto per punto in un comunicato. E il voto della Commissione ha respinto di fatto anche il piano di reclutamento di Mimmo Parisi, che prevedeva lo svolgimento di un concorso pubblico per 410 posizioni, di cui solo la metà riservata a chi già lavora in Anpal.

Si tratta di «654 persone», ha spiegato Annamaria Parente. E alcuni sono «già a casa per scadenza dei termini del contratto a tempo», ma «saranno riassorbiti anche loro». Ecco perché, ha specificato Parente, «bisognava far presto». La parola ora passa all’aula del Senato. «Attendiamo che si concluda l’iter di conversione del decreto, intanto monitoreremo con attenzione i passaggi parlamentari dei prossimi giorni», spiegano dal Coordinamento dei precari. «Chiediamo fin da ora alla Ministra Catalfo di riconvocare il tavolo negoziale da Lei disposto nelle scorse settimane». Un primo passo è fatto, ma meglio restare in guardia, fanno capire i lavoratori. Che confermano di voler proseguire della mobilitazione nazionale.

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