L’anno scolastico più originale della storia volge al termine e gli studenti italiani non riprenderanno le lezioni in classe. In Europa ci sono ipotesi differenziate, a seconda dell’andamento dell’epidemia di Covid19, delle sensibilità delle differenti autorità, delle capacità organizzative del sistema scolastico. Per l’autunno l’orizzonte italiano è incerto. Il dibattito prevede ancora tante variabili. E nessuno se la sente di lanciarsi in previsioni ferme e sicure. Però…
Però ci sono studenti che sono più studenti degli altri, e in nome di questa differenza sottile meriterebbero almeno un esperimento. Sono gli studenti che stanno per terminare un ciclo scolastico, quelli dell’ultimo anno delle elementari, delle medie e delle superiori. E non me ne vogliano i sapienti se non distinguo la neolingua delle primarie, secondarie e bla bla bla.
Loro, che affronteranno comunque un esame di fine ciclo (non vale per le elementari) e che saranno promossi e che stanno studiando seriamente nelle lezioni online con insegnanti pazienti e dediti alla professione e alla missione educativa oltre che formativa, si meritano un premio. Qualche ora di lezione
vera, magari nei cortili delle scuole se le classi non sono state sanificate, magari divisi come l’elenco telefonico dalla A alla L e dalla M alla Z (roba da secolo scorso anche questa lo so, lo so), magari lasciando il lunedì a una sola sezione, il martedì a un’altra e il mercoledì a un’altra ancora.
Sarebbe un miracolo di autodeterminazione, in nome delle autonomie scolastiche, se le scuole si organizzassero proponendo un calendario a Mr. Wolf (Son Colao, risolvo problemi), per le tre settimane dal 18 maggio al 5 giugno. Ma lo facessero subito, domani o dopodomani, perché le Task Force lo esaminassero, lo emendassero e lo trasformassero in un Dpcm.
Che in chiusura dovrebbe prevedere il ballo di fine anno, con qualche bacio fra una mascherina e l’altra e qualche timido arrivederci.