Rhapsody in covidAmbulanze, gelati e la cacofonia delle strade di Brooklyn

Così si svolge la sfida tra i suoni agghiaccianti di un allarme e quelli irritanti di un invito: non c’è via di mezzo tra la tragedia e la leggerezza (anche se si tifa per questa)

Le sirene hanno voci diverse: sembrano ronzii, o strilli, urla, fischi e gemiti. A volte sono tutte queste cose insieme, quando più ambulanze si trovano a correre lungo la stessa strada.

Il gemito però è l’unico che resiste nelle orecchie. Sembra il vagito di un bambino, o una tromba con effetto wah wah, o un oboe dal suono nasale ma senza alcuna armonia – un suono che scivola e che non racconta una storia, non ha una bellezza e non è umano, eppure riesce a essere lamentoso.

Se c’è nelle vie di Brooklyn un concorrente ai gemiti delle sirene, può essere solo il furgoncino dei gelati. Sono stati dichiarati un’attività “essenziale” e cominciano ad aggirarsi in modo furtivo per il vicinato, ora che incombe su di noi il bel tempo.

I furgoncini del gelato diffondono una varietà di irritanti melodie suonate allo xilofono. Anche queste, come le altre, non sono per niente musicali, ma servono a dire soltanto: “Avvicinatevi, cari, per il vostro momento di gioia”, e lo fanno di continuo, in modo maniacale.

Come è ovvio, nella guerra tra i gemiti delle ambulanze e gli xilofoni dei gelati, facciamo il tifo per questi.

(Articolo pubblicato in inglese su Tablet)