Fase 2,5Le timide riaperture degli altri Paesi dopo il coronavirus

Tra le polemiche, l’Inghilterra cerca di passare dallo “stay at home” allo “stay alert”. La Francia allenta le restrizioni, la Spagna comincia la “desescalada”. Ma in Corea del Sud ci sono nuovi contagi e tornano le chiusure

GEOFFROY VAN DER HASSELT / AFP

Un lento ritorno alla normalità, o a qualcosa che le somiglia. Mentre in Italia si attendono ancora le misure di sostegno all’economia del Paese (il decreto “aprile” che è diventato “maggio” e poi “rilancio”), negli altri Paesi si fa qualche passo avanti.

Questa settimana nel Regno Unito si passa dallo “stay at home” allo ”stay alert”, secondo le parole del premier Boris Johnson, ma il piano per passare alla fase 2 è ancora in divenire. Se le circostanze lo permetteranno, ha spiegato, le scuole inglesi potrebbero riaprire già dal primo giugno, insieme agli asili e ai negozi.

Ha incoraggiato i cittadini a tornare ai loro posti di lavoro (ma non ci sono linee guida chiare), ha annunciato che da mercoledì si potranno svolgere attività all’aperto, sarà concesso visitare spiagge e altri luoghi naturali e sarà consentito giocare a tennis, golf e andare a pescare. Sempre all’aperto, sarà possibile rivedere i propri parenti.

Questa però non è la fine del lockdown, ha precisato. Tuttavia, le sue indicazioni confuse hanno scatenato reazioni negative da parte di Scozia, Galles e Irlanda del Nord, che preferiscono mantenere una posizione più cauta. Il Regno Unito ha il triste primato del Paese europeo con il maggior numero di morti da coronavirus.

Anche in Spagna ci si muove. In 11 province (non Madrid e Barcellona) comincia la cosiddetta fase 1 della transizione dal lockdown. Nella “desescalada” i ristoranti e i bar potranno servire i clienti, ma solo nell’esterno. Aprono anche i negozi che vendono beni non essenziali e non su appuntamento.

Torneranno a operare anche gli alberghi (non i locali comuni), consentiti gli allenamenti professionali, le manifestazioni culturali con limiti agli accessi. Si potranno incontrare altre persone, ma mai più di 10 e rispettando il distanziamento sociale.

Anche la Francia allenta le restrizioni, più auto in strada, alcuni negozi riaperti, possibilità di muoversi. Le scuole, nelle aree meno a rischio, potranno essere riaperte dal 18.

In Corea del Sud, però, sono tornate le misure di distanziamento sociale: nuovi casi di contagio hanno allarmato le autorità, che hanno ordinato la chiusura di bar e discoteche. Sarà finita quando sarà davvero finita, ha sottolineato il presidente Moon Jae-in.

Negli Usa, dove si sono registrati 79.522 decessi, il virus è arrivato anche alla Casa Bianca. Il vicepresidente Mike Pence, dopo che le voci lo davano in isolamento (la sua portavoce sarebbe risultata positiva), ha fatto sapere che tornerà a lavorare come sempre, che sabato il tampone ha dato risultati negativi e che continuerà ad avvalersi dei consigli dell’unità medica di Washington.

Al contrario, il virologo della task force anti-coronavirus Anthony Fauci e i vertici delle autorità sanitarie del Paese si sono imposti l’auto-isolamento per 15 giorni, dopo aver avuto contatti con la portavoce di Pence. Stessa scelta per Robert Redfield, il direttore del Cdc, il Centers for Disease control and prevention e per Stephen Hahn alla guida della Fda, la Food and Drug administration.

Segnali di ripresa, nel mondo commerciale, li dà anche McDonald’s, che in Inghilterra ha deciso di riprendere a fare consegne. La Apple, negli Stati Uniti, riaprirà alcuni store: per la precisione in Idaho, South Carolina, Alabama e Alaska. Mentre in Cina la Disney riapre il suo parco, a Shanghai. L’ingresso sarà limitato a un numero di visitatori ristretto. Secondo le previsioni, potrà entrare il 30% del numero stabilito dal governo cinese.

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