La sentenza è arrivataAldo Moro e Giovanni Leone spiegano due cosette a Davigo

Durante i lavori della Costituente, nel 1947, i due statisti democristiani hanno argomentato il principio alla base dell’articolo 27: chi è contrario alla presunzione di innocenza è «un po’ più degli altri sensibile all’ideologia fascista»

Leggo Piercamillo Davigo sull’errore di aspettare le sentenze, vedo che finora non ha né precisato né rettificato e ripenso a coloro che hanno lavorato sull’articolo 27 della Costituzione basandosi sul principio opposto.

Qui sotto Aldo Moro e Giovanni Leone. Avevano già detto tutto allora.
Io sto con loro e con l’articolo 27.

«La presunzione di innocenza, come una forma di garanzia della libertà individuale, come un ulteriore impedimento di quell’arbitrio che si potrebbe verificare qualora l’imputato o arrestato o detenuto fosse già considerato come qualificato in senso negativo della società, rappresenta un principio che è necessario ammettere».
Aldo Moro, Assemblea Costituente, prima sottocommissione, 17 settembre 1946

Contro «qualche autore un po’ più degli altri sensibile alla ideologia fascista, cioè il principio della presunzione di colpevolezza…. qui definitiva è ben detto, perché il principio deve investire tutto il rapporto processuale, fino a quando la sentenza sia diventata irrevocabile, sia passata in giudicato, stabilendosi quindi l’estinzione dell’azione e del rapporto processuale».
Giovanni Leone, Assemblea Costituente, 27 marzo 1947

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