1 miliardo e 450 milioni in due anni sono le risorse stanziate a favore del comparto scolastico dal “decreto rilancio” approvato ieri dal consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza coronavirus. L’esecutivo ha previsto fondi per coprire diversi aspetti, dall’assunzione di nuovi docenti all’acquisto di device tecnologici per la didattica a distanza, in vista del rientro a settembre degli alunni. Ecco cosa dice il decreto e come sono suddivisi i fondi.
Scuola
40 milioni per la maturità
Il decreto prevede uno stanziamento di 40 milioni per organizzare l’esame di maturità (in presenza) per gli studenti italiani. I fondi serviranno a garantire la pulizia delle strutture scolastiche e la possibilità di «utilizzare, ove necessario, dispositivi di protezione individuale da parte degli studenti e del personale scolastico durante le attività in presenza».
16mila assunzioni
La scuola assumerà nuovi docenti: 8mila assunzioni saranno previste per il concorso ordinario e altre 8mila per quello straordinario.
Scuole paritarie
Si prevedono anche 65 milioni di euro per le scuole paritarie dell’infanzia, a gestione pubblica o privata, a copertura del mancato versamento delle rette scolastiche. Nella fascia 0-6 anni, sono previsti 80 milioni per coprire le mancate rette (65 milioni) e aumentare il fondo regionale (15 milioni).
Didattica a distanza
Sono previsti 331 milioni per l’acquisto di device e connettività, l’adozione di misure di sicurezza, di protezione e di assistenza medica, e per l’adattamento degli spazi in vista del rientro.
Nel complesso, a ciascun istituto dovrebbero arrivare in media 40mila euro (su 8.300 scuole nel Paese). Viene infine istituito un “Fondo per l’emergenza epidemiologica da COVID-19”, che prevede lo stanziamento di 400 milioni nel 2020 e di 600 milioni nel 2021, esclusivamente destinato ad attuare misure di contenimento del rischio epidemiologico.
Università
Il decreto rilancio prevede 290 milioni per l’università, che ufficialmente ripartirà a settembre, come la scuola. Il ministro Gaetano Manfredi, che vede gli stanziamenti come un successo, prevede di utilizzarli sia per arginare il crollo (fino al 20%) di nuove immatricolazioni, sia per estendere borse di studio e sconti sulle tasse universitarie.
In particolare, i primi 62 milioni serviranno ad aiutare gli studenti che non hanno accesso a strumenti adatti alla didattica telematica (le lezioni online proseguiranno fino a settembre), aggiungendosi agli altri 50 milioni stanziati attraverso il Cura Italia. I fondi serviranno a finanziare l’accesso da remoto a banche dati e a risorse bibliografiche, l’acquisto di dispositivi digitali e l’accesso a piattaforme digitali sia per fini di ricerca che per didattica a distanza.
Ci saranno poi 165 milioni per il diritto allo studio, più 8 milioni per le scuole di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (Afam). La no tax area dovrebbe aumentare da 13 a 20mila euro (beneficiari passeranno quindi da 300mila a 500mila), mentre le tasse andrebbero ridotte agli studenti con famiglie con Isee fra 20 e 30mila euro all’anno (si prevede che siano 200mila).
40 milioni saranno poi volti a rifinanziare il fondo integrativo statale per le borse di studio, cui se ne dovrebbero aggiungere altrettanti dalle regioni.
I dottorati di ricerca potranno usufruire di una proroga di due mesi per i contratti scaduti, con una copertura di altri 15 milioni di euro.
Per assumere nuovi ricercatori nelle università, poi, a partire dal 2021 si stanzieranno 200 milioni di euro, più altri 50 milioni nello stesso anno per l’assunzione di ricercatori negli enti pubblici di ricerca. Questo significa che ai 1607 ricercatori di cui è già stata prevista l’assunzione se ne aggiungeranno altri 3.333, per un totale, al 1 gennaio 2021, di 4.940 nuovi ricercatori assunti.
Il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST) riceve ulteriori 250 milioni di euro nel 2021, e altri 300 milioni nel 2022. Al Fondo per il finanziamento ordinario delle università invece andranno 100 milioni nel 2021 e 200 milioni nel 2022.