Austerity indottaL’ostacolo più grande alla ripresa sono gli europei che risparmiano e non spendono più

Il lockdown ha quasi azzerato i consumi, favorendo l’accumulo di depositi. Per un continente che vuole ripartire è un problema. Ma si affaccia anche l’ipotesi di investire in bond sovrani per sostenere il debito

All’appello per il salvataggio dell’Europa potrebbe mancare un protagonista importante: il consumatore.

È quello che temono, sempre di più, gli economisti: i dati sul risparmio (fonte: Banca Centrale Europea e Bank of England) negli ultimi mesi indicano che i tassi di risparmo in quattro delle cinque maggiori economie del continente sono cresciuti ben al di sopra delle medie di marzo.

Per la precisione, riporta il Financial Times, i francesi hanno messo da parte circa 20 miliardi di euro, molto al di sopra della media mensile di lungo periodo di 3,8 miliardi. Gli italiani 16,8 miliardi, a fronte di una media di 3,4. E gli spagnoli 10,1, contro 2,3. In Inghilterra si è arrivati 13,10 milardi di sterline, un record assoluto per un mese.

Gli unici a scendere, invece, sono i tedeschi. Ma la spiegazione non cambia. Anzi: in Germania, in situazioni del genere, i risparmiatori preferiscono svuotare i depositi in banca e tenere il denaro sotto forma di cash. Tanto è vero che il circolante è cresciuto di 39,7 miliardi da gennaio all’inizio di maggio.

Il rischio, fanno notare, è che l’accumularsi dei risparmi possa rallentare la ripresa dell’economia guidata dai consumi, andando ad affondare venditori e negozianti, colpiti dalla peggiore recessione dal Dopoguerra.

Una propensione al rispamio favorita dalle chiusure straordinarie, come è ovvio, ma anche dal timore di muoversi in luoghi affollati, di utilizzare i mezzi pubblici e immaginare viaggi all’estero. Una sorta di austerità indotta che, tra molte ombre e qualche luce (l’indice di fiducia dei consumatori è cresciuto, in maniera lieve, dal -22 a -19,5), condizionerà i prossimi mesi,

Secondo le previsioni della Commissione Europea, i risparmi sarebbero saliti dal 12,8% del reddito disponibile del 2019 al 19% del 2020, per tornare al 14,5 nel 2021. Per Allianz, la compagnia di assicurazione tedesca, gli europei alla fine dell’anno avranno immagazzinato 400 miliardi di euro sui loro conti, cioè il 3% dell’economia del continente.

Ma ci possono essere anche conseguenze positive: il risparmio in eccesso potrebbe venire incanalato nell’investimento in titoli di Stato sovrani, in sostegno alle grandi quantità di debito pubblico) che molti Paesi – compresa l’Italia – hanno dovuto aumentare per organizzare la risposta alla crisi post-Covid.

I livelli di indebitamento, secondo la Banca Centrale Europea, potrebbero crescere fino al 20% del Pil.

Ma i cittadini potrebbero intervenire, si augura Philip Lane, chief economist della Bce in una conversazione con il quotidiano olandese De Telegraaf. Come è accaduto in Cina e in Giappone, «se il grosso del debito è detenuto dai cittadini stessi, non si generano forti pressioni economiche esterne».

È quello che è avvenuto proprio in Italia nella vendita della scorsa settimana: dei 22 miliardi (record) di titoli, 14 sono stati presi da investitori retail.

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