Oggi l’industria automobilistica globale vale 2 trilioni di dollari, con le auto elettriche e ibride che sono una nicchia minuscola, pari soltanto all’1% della «torta». Però tutti investono lì, immaginando se non proprio un’esplosione, una lenta ma inarrestabile adozione dell’automobile elettrica da parte delle future generazioni.
Ed è chiaro che se l’industria vuole andare lì, lì ci andrà perché aumentando sempre di più la produzione e la vendita arriverà il giorno in cui, grazie alle arcinote economie di scala, le auto elettriche raggiungeranno costi prima uguali alle auto tradizionali e poi sempre più economici. Anche perché il trend è inconfutabile con la Cina che ha registrato un aumento del 53% delle vendite di veicoli elettrici nel biennio 2015-16 e con l’India che si è posta l’obiettivo – ambizioso – di vendere solo automobili elettriche entro il 2030.
Perciò la questione si fa interessante, soprattutto nell’ambito delle batterie che dovranno alimentare tutti questi mezzi elettrici. In tal senso, oggi, le batterie hanno un’autonomia ben superiore rispetto a pochi anni fa ma ancora non basta, con l’aspetto ulteriormente negativo che per ricaricarle occorrono ore.
I ricercatori della Stanford University, coordinati dall’ingegnere Shanhui Fan, potrebbero aver trovato la soluzione perfetta: una nuova tecnica che trasmette in modo wireless l’elettricità a un oggetto in movimento entro spazi ristretti.
Siamo agli albori. Visto che finora, a fronte di investimenti milionari, sono riusciti ad alimentare in modalità wireless una lampadina a LED a tre metri di distanza. Quindi un milliwatt contro i dieci kilowatt necessari a un’auto elettrica. Ma la via è tracciata o almeno questo pare essere il futuro migliore per alimentare le batterie delle auto elettriche.
La soluzione potrebbe essere quella di incorporare le linee elettriche per la ricarica wireless direttamente nelle strade, per un rifornimento potenzialmente continuo e infinito! Tra l’altro sarebbe anche un enorme progetto infrastrutturale che muoverebbe l’economia di tutto il pianeta. Con la controindicazione non di poco conto che sarebbe un’impresa titanica, perché prima bisognerebbe «distruggere» e poi ricostruire le strade del mondo.
L’alternativa c’è già ed è rappresentata dalla rete Supercharger di Tesla – in pratica, le sue stazioni di rifornimento – che sono posizionate strategicamente per ridurre al minimo le fermate e generalmente si trovano vicino a servizi comodi come ristoranti, negozi o Internet point. Di solito si paga a kWh (kilowatt-ora) e in Italia costa 0,25 euro per kWh, tra l’altro senza ricarichi da parte di Tesla. In questo caso la controindicazione è legata ai tempi della ricarica (oggi un’ora circa), che ci costringono alla sosta forzata.
I tempi della rete Supercharger di Tesla si ridurranno sempre di più però la ricarica wireless promette ben altro: di non fermarsi mai. In attesa di averla nelle auto, la ricarica wireless è già realtà per telefoni cellulari e impianti medici personali. Per un futuro sempre più senza fili.