La tempesta causata dal coronavirus ha messo da marzo un po’ tutto in pausa, ma la politica tedesca ha gli occhi bene aperti e rivolti verso i tre mesi che vanno da agosto a ottobre 2021, quando si terranno le elezioni politiche. Certo, al momento c’è ancora ben altro a cui pensare con urgenza e manca un sacco di tempo, ma non pensiate che sia troppo presto: nei partiti iniziano già a circolare ipotesi per rispondere alla K-Frage, la Kanzlerfrage – la domanda su chi possa essere il candidato, o la candidata, alla Cancelleria.
La CDU è ancora in alto mare: il congresso straordinario che doveva eleggere il nuovo leader, previsto per il 25 aprile, è stato ovviamente rinviato, e nel frattempo la situazione è cambiata profondamente: dei tre candidati ufficiali, Friedrich Merz è stato contagiato ed è dovuto restare confinato in quarantena, Norbert Röttgen non è riuscito ad aumentare la propria popolarità e dunque rimane semisconosciuto per molti tedeschi, Armin Laschet è finito al centro di durissime polemiche per una gestione dell’emergenza nel Land che governa, la Renania Settentrionale-Westfalia, tutt’altro che esemplare. Laschet è candidato alla guida del partito in ticket insieme a Jens Spahn, il ministro della Salute che invece è risultato particolarmente apprezzato in questi mesi, e non è da escludere che visti gli sviluppi la coppia possa scoppiare: chi glielo fa fare, a Spahn, di bruciarsi correndo insieme a un partner diventato in fretta quasi impresentabile?
Per di più, la crisi del coronavirus ha rivelato quanto seria sia la minaccia che viene da sud, dalla Baviera: Markus Söder, Governatore del Land e leader dei cugini della CSU, da settimane ottiene punteggi trionfali nei sondaggi ed è una figura sempre più popolare anche a livello nazionale, tanto che sembra ormai impossibile non considerarlo uno dei favoriti per la candidatura alla Cancelleria.
Ma è dalle parti della SPD che le cose si fanno più interessanti.
I socialdemocratici una leadership ce l’hanno: da dicembre scorso al vertice c’è il duo composto da Norbert Walter-Borjans e Saskia Esken. Saranno dunque loro i candidati del partito? Non è così scontato.
Un altro politico che ha ricevuto un boost di popolarità durante la crisi è Olaf Scholz, vice Cancelliere e ministro delle Finanze oltre che uno degli uomini più influenti nella SPD: pur sconfitto da Walter-Borjans ed Esken alle primarie, Scholz è riuscito a sfruttare l’emergenza per trasformarsi nell’esponente più autorevole del suo partito.
È a lui che va ricondotta la coraggiosa decisione di abbandonare lo schwarze Null ereditato da Wolfgang Schäuble, cioè il rifiuto di creare nuovo debito: un caposaldo della politica finanziaria tedesca ritenuto da tutti intoccabile, tanto che lo stesso Scholz al momento di giurare come ministro delle Finanze aveva assicurato che da quel punto di vista non ci sarebbero stati cambiamenti.
Tuttavia il coronavirus ha imposto scelte straordinarie, e il vice Cancelliere non si è tirato indietro, inaugurando una nuova stagione di spesa proprio nel momento in cui in Germania si tornava a discutere di un approccio più flessibile per fronteggiare la crisi. Già il 25 marzo il Bundestag aveva ratificato un pacchetto di aiuti da 750 miliardi di euro,con la possibilità di contrarre debito fino a 156 milioni; a inizio giugno è poi arrivato un ulteriore stimolo con un Konjunkturpaket da altri 130 miliardi.
Le misure di sostegno varate in queste circostanze straordinarie hanno garantito grande popolarità al ministro delle Finanze, non solo fra i sostenitori dei socialdemocratici ma in tutto il corpo elettorale tedesco.
Scholz è sempre più l’uomo di punta dei socialdemocratici: ed è ormai anche il nome più ricorrente quando si inizia a parlare della candidatura per la Cancelleria. Come riporta lo Spiegel, il vice Cancelliere è emerso come la scelta più gradita in numerosi colloqui riservati che i due leader hanno tenuto con esponenti di primo piano del partito, governatori regionali e capi delegazione; addirittura Kevin Kühnert, guida del settore giovanile degli Jusos e figura molto popolare fra i critici della Grosse Koalition, parrebbe disposto a sostenerlo. Si tratterebbe insomma di una scelta in grado di accontentare quasi tutti nel partito, compresa la corrente di sinistra molto forte all’interno del Bundestag, e di avere buone chance di successo elettorale, se i sondaggi di questi mesi risultassero confermati.
E tuttavia bisogna ripeterlo: le cose non sono così semplici.
Dopo la sonora sconfitta del 2017, dalle parti dei socialdemocratici tutti erano d’accordo almeno su una cosa: la prossima volta bisogna decidere il nome del candidato più in fretta, almeno uno se non due anni prima del voto. Forse lo ricorderete: il candidato della SPD, Martin Schulz, fu ufficializzato solo a fine gennaio, dopo estenuanti tira-e-molla e trattative interminabili. Troppo tardi per preparare bene una campagna elettorale di fondamentale importanza come quella per le elezioni politiche: otto mesi, da febbraio a settembre, non bastano.
Si stabilì quindi che per la volta successiva si sarebbe dovuti arrivare al più tardi alla fine dell’estate del 2020 con un nome: e se molto lascia sospettare che il nome più probabile sarà quello di Scholz, non c’è ancora nulla di deciso. In fondo, lo Spitzenduo composto da Walter-Borjans ed Esken ha vinto le primarie proprio contro il ministro delle Finanze, e proponendosi come alternativo a un corso politico da lui pienamente incarnato: accetteranno i due leader di farsi da parte così platealmente, e proprio in favore del loro principale avversario?
Secondo il magazine politico Cicero, la coppia al vertice preferirebbe convergere su un altro candidato: Ralf Mützenich, capo del gruppo SPD al Bundestag ed esponente della corrente di sinistra del partito. Un funzionario di partito dalla grande esperienza, ma decisamente un volto poco noto per il pubblico tedesco – certamente meno di un profilo ormai familiare come quello di Scholz. Mützenich è un po’ una seconda fila, con lunghi trascorsi parlamentari (fu eletto al Parlamento Federale per la prima volta nel 2002) ma nessuna esperienza di governo: che possibilità avrebbe in uno scontro con Markus Söder, Jens Spanh o Friedrich Merz, tutti pesi massimi che i tedeschi conoscono benissimo?
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