Software difettosoL’Italia è l’ultimo Paese in Europa per competenze digitali

L'indice Desi colloca il Belpaese al 25esimo posto su 28 Stati membri. Solo il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze di base contro il 58% della media dell’Unione

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Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

L’Italia resta agli ultimi posti in Europa, esattamente al quartultimo posto in 25esima posizione su 28, per grado di digitalizzazione del Paese. Soltanto il 42% degli italiani tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali di base (58% in Ue) e solo il 22% dispone di abilità avanzate (33% in Ue), secondo il rapporto 2020 della Commissione europea.

Abbiamo perso una posizione in un anno, mentre tutti i paesi dell’Ue hanno migliorato le loro prestazioni digitali. Finlandia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi hanno ottenuto il punteggio più alto nell’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società 2020 (Desi) e sono tra i leader mondiali nella digitalizzazione.

Sono i dati che la Commissione ha pubblicato con l’indice 2020 sull’economia e la società digitale, che monitora le prestazioni digitali complessive dell’Europa e monitora i progressi dei paesi dell’Ue rispetto alla loro competitività digitale.

Il Desi di quest’anno mostra che ci sono progressi in tutti gli Stati membri e in tutti i settori chiave misurati nell’indice. Questo non vale, però, per l’Italia.

Il nostro Paese palesa gravi ritardi per quanto riguarda le competenze digitali e diffusione della connettività ultraveloce, sopra ai 100 Mbps, che ci vede al 17esimo posto con un incremento di appena 4 punti percentuali (dal 9% al 13%) nella classifica over 100 Mbps.

L’unico ambito del digitale in cui il nostro paese continua ad eccellere è la propensione alla realizzazione di nuove reti 5G: in questa speciale classifica siamo al terzo posto.

«La crisi del coronavirus ha dimostrato quanto sia cruciale per i cittadini e le imprese essere connessi e poter interagire tra loro online. Continueremo a lavorare con gli Stati membri per identificare le aree in cui sono necessari maggiori investimenti in modo che tutti gli europei possano beneficiare dei servizi e delle innovazioni digitali» ha dichiarato il vicepresidente esecutivo, Margrethe Vestager.

Gli Stati membri più virtuosi hanno saputo distinguersi anche in questo periodo di emergenza sanitaria, prendendo provvedimenti per ridurre al minimo il contagio e sostenere i sistemi sanitari. Introducendo, ad esempio, applicazioni e piattaforme per facilitare la telemedicina e coordinare le risorse sanitarie.

In Italia «solo il 74% degli italiani usa abitualmente Internet. Sebbene il paese si collochi in una posizione relativamente alta nell’offerta di servizi pubblici digitali (egovernment), il loro utilizzo rimane scarso. Analogamente, le imprese italiane presentano ritardi nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i big data, così come per quanto riguarda l’adozione del commercio elettronico», si legge nel report.

«I dati che pubblichiamo oggi mostrano che l’industria utilizza soluzioni digitali ora più che mai. Dobbiamo garantire che ciò avvenga anche per le piccole e medie imprese e che le tecnologie digitali più avanzate siano utilizzate in tutta l’economia» aggiunge il commissario per il mercato interno, Thierry Breton.

Per quanto riguarda la copertura VHCN, connessioni sopra i 100 Mbps, l’Italia ha accelerato il ritmo di diffusione della fibra ma resta ancora indietro (con solo il 30%) rispetto alla media Ue del 44%.

La Commissione ha inoltre preso provvedimenti in chiave comunitaria: emanando una raccomandazione sugli “attrezzi” messi a disposizione dall’Unione per l’uso di tecnologia e dati per combattere e consentire l’uscita dalla crisi.

Al fine di rafforzare il commercio elettronico, invece, l’Ue ha concordato una serie di misure che puntano a porre fine alle ingiustificate barriere transfrontaliere e facilitare le consegne di pacchi più economiche, e mirano a garantire la protezione dei diritti dei clienti online e promuovere l’accesso transfrontaliero ai contenuti online.

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