Dinamismo e creativitàMarsida Brahja, la giovane che a 26 anni salva i dirigenti italiani dai loro guai

Nata in Albania e cresciuta nella pianura padana cremonese, la sua passione per il diritto l’ha spinta a specializzarsi nei “white collar crimes”, i reati dei colletti bianchi. Un ruolo molto specifico, che in certi casi può salvare la vita alle aziende

Nuove radici

Diritto penale d’impresa, un tema delicato e difficile. Attualissimo in questi drammatici momenti economici. Riservato, per sentire comune, a chi è nato nella culla latina del diritto. Eppure Marsida Brahja, nata 26 anni fa a Durazzo e cresciuta in Italia nella placida pianura padana cremonese, ne ha fatto la sua professione. Ha bruciato le tappe: laurea in Giurisprudenza a pieni voti, master in Diritto penale d’impresa all’Alta Scuola Federico Stella, molteplici riconoscimenti per le brillanti capacità nello studio.

Gira l’Italia con C231: un team di giovani professionisti che prestano consulenza a favore di società italiane per evitare loro di incappare in ingenti sanzioni per reati commessi da dirigenti, dipendenti o collaboratori.

«Il mio nome tradisce la mia origine. Un segno distintivo che, con il passare del tempo, ho imparato ad apprezzare» spiega a NRW. «Essere nata in un altro Paese, mi ha sicuramente fornito delle competenze in più – legate all’approfondimento di lingue differenti, cosa che ho dovuto fare per tenermi in contatto con i parenti che vivono in America e in altre zone d’Europa – che si sono rivelate molto utili in ambito lavorativo».

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