Corona EconomyTra l’eterno ritorno del taglio del cuneo fiscale e lo Stato imprenditore

Nell’edizione di questa settimana della newsletter dedicata al lavoro: la riforma fiscale e la produttività dimenticata, il suq della cassa integrazione e il quarto salvataggio di Alitalia. E ancora: i braccianti di Mondragone e la strana cultura aziendale di Netflix

(Unsplash)

IL CUNEO ITALIANO
Tra gli uno, nessuno e centomila provvedimenti allo studio del governo per il Recovery Plan italiano, si è creata una nuova scissione: il partito del taglio dell’Iva contro quello del taglio del cuneo fiscale. Come succede ciclicamente per l’evasione fiscale, anche stavolta è arrivata la proposta di ridurre il costo del lavoro. Con tanto di articolazione tra chi vuole tagli selettivi per aiutare l’occupazione nei settori più esposti agli effetti del Covid, e chi li vuole generalizzati per sostenere i rinnovi dei contratti collettivi e la crescita dei salari. Tra chi lo vuole ridurre per i lavoratori e chi per le imprese.

Che faccio, lascio? Dal 1 luglio, intanto, dalla busta paga escono gli 80 euro di Renzi ed entra il nuovo taglio del cuneo fiscale previsto nella legge di bilancio. Per i dipendenti con redditi fino 28mila euro, è previsto un “bonus” fino a 100 euro al mese in busta paga. Per chi ha redditi fino a 40mila euro, ci saranno detrazioni fiscali progressive.

Vicini di casa L’Ocse, come ogni anno, ha pubblicato da poco il rapporto sulla tassazione dei salari. Nel 2019, per un lavoratore italiano single con un salario medio e senza figli, il cuneo fiscale è il 48% del costo del lavoro, in aumento di 0,24 punti. La media dei Paesi Ocse è del 36%. Ma peggio di noi fanno Germania (49,4%) e Belgio (52,2%), e la Francia si avvicina con il 46,7%.

Ma poi, è davvero tutta colpa del cuneo? No. Nonostante Germania e Francia abbiano un costo del lavoro simile o addirittura più alto del nostro, la produttività del lavoro in Italia resta più bassa. Il gap italiano, rispetto ai vicini europei, in questo caso è molto più ampio (qui il grafico). È il «male d’Italia», ha scritto L’Espresso nel numero questa settimana. Lo dicono tutti, nessuno se ne occupa.

Tra i due litiganti… In ogni caso, l’Ocse avanza più di un dubbio sull’efficacia e l’equità della riduzione del cuneo che parte da luglio, suggerendo invece una riforma delle aliquote Irpef. Lo ha ripetuto anche la Corte dei Conti: bisogna ridurre le aliquote sui redditi dei dipendenti e dei pensionati. Il Tesoro sta studiando una rimodulazione per i redditi medi. Nelle raccomandazioni per l’Italia, la Commissione Ue già in epoca pre-lockdown suggeriva di spostare la pressione fiscale dalle persone alle cose.

 

CANTIERE ITALIANO
Iva o non Iva? Nel pieno dei negoziati sul Recovery Fund europeo, parlare del taglio dell’Iva certo non aiuta. “Piuttosto l’Italia dovrebbe presentare un piano di riforme serio per rilanciare l’economia”, dicono i funzionari di Bruxelles. Conte precisa che si tratterebbe solo di un intervento temporaneo per rilanciare i consumi. Nell’attesa, la cosa peggiore che si possa fare è annunciare una riduzione dell’Iva, senza poi realizzarla, perché l’annuncio ha l’effetto di spingere i consumatori a rimandare gli acquisti.

Il suq della cassa Non è ancora risolta del tutto neanche la diatriba interna alla maggioranza su che cosa fare con cassa integrazione e blocco dei licenziamenti. Nel Pd si preferirebbe allungare la cassa solo nei settori più colpiti o chiedendo un contributo ai costi all’impresa assistita. Il M5S chiede la proroga fino a fine anno sia della cassa generalizzata, sia del blocco dei licenziamenti. In cambio i grillini sarebbero disposti a concedere più flessibilità sui contratti a termine. E pure sull’ipotesi di incentivi i fronti sono due: Conte vorrebbe darli alle imprese che rinunciano alla cassa, Gualtieri per le nuove assunzioni. Si sta lavorando a un’intesa, rimandando però all’autunno la riforma degli ammortizzatori.

Un altro decreto Ovviamente, servirà un nuovo scostamento di bilancio. Nei progetti, il nuovo decreto dovrebbe arrivare a metà luglio, con una dote tra i 15 e i 20 miliardi. Ma i soldi non basteranno ancora. Il resto arriverà con la manovra.

Libera nos a malo Dopo svariati rinvii, questa sembra essere la settimana del decreto semplificazioni, ribattezzato “libera Italia”. Giovedì, o al più tardi venerdì, dovrebbe andare in consiglio dei ministri. Ma anche qui andranno prima risolte le divisioni nella maggioranza, tra chi vorrebbe un’estensione del “modello Genova” dei super commissari (M5S e Italia Viva) e chi no (Pd).

Gli uomini delle stelle La scorsa settimana Conte ha incontrato il presidente dell’Inps Pasquale Tridico per capire cosa non ha funzionato con l’erogazione della cassa, il perché dei ritardi e soprattutto quanti lavoratori non l’hanno ricevuta. E si dice che i toni non siano stati proprio distesi. Poi, nove parlamentari di maggioranza, inclusa la Cinque Stelle Jessica Costanzo, hanno scritto al premier per chiedere di prendere «idonei provvedimenti» contro la gestione dell’Anpal guidata da Mimmo Parisi. E ora Conte che fa? Starebbe ragionando sulla possibilità di affidare lo sviluppo della app per incrociare domanda e offerta di lavoro alla ministra dell’Innovazione Paola Pisano.

 

STATO IMPRENDITORE
Compagnia high cost Oggi, secondo quanto riferiscono da Palazzo Chigi, dovrebbe essere annunciata la soluzione per la nuova Alitalia di Stato. Il governo ha già dettato le linee guida del piano industriale. Ma con una compagnia di soli 100 aerei sarà difficile sopravvivere sul mercato, dicono diversi esperti sentiti da Linkiesta.

Banda nazionale Beppe Grillo vorrebbe un ruolo forte dello Stato anche nella rete delle telecomunicazioni per accelerare lo sviluppo di banda larga e 5G. Il fondatore del M5S dal suo blog ha consigliato a Cdp di salire nel capitale di Tim almeno al 25%, suggerendo la rimozione dell’ad di Open Fiber per poi arrivare alla fusione e alla rete unica. Conte ha detto subito che «è una buona idea». Open Fiber, invece, ha smontato la ricostruzione di Grillo come fake news. Ma in Italia creare una rete unica non è così facile, né conveniente.

Autostop Fumata nera nel vertice di maggioranza della scorsa settimana per risolvere la grana Autostrade. Di fronte al premier che ha spiegato che non si può chiedere a una società privata come Atlantia di scendere sotto il 51% di Aspi senza un indennizzo, i grillini hanno abbandonato il tavolo. Il dossier slitta a metà luglio. Nel frattempo, le voci su un ingresso di Cdp in Atlantia per risolvere la questione non hanno scaldato affatto la Borsa.

 

INTANTO IN GERMANIA… La Commissione europea ha dato l’ok al piano tedesco da 6 miliardi per la ricapitalizzazione di Lufthansa, oltre alla garanzia statale su un prestito di 3 miliardi. L’Antitrust ha sottolineato che ci saranno delle condizioni per proteggere la concorrenza, tra cui la cessione di slot. Ma Ryanair ha già presentato un reclamo alla Commissione a proposito di un presunto cartello per fissare livelli minimi di prezzo, che riguarderebbe sei compagnie, tra cui Alitalia e due controllate di Lufthansa.

Parmalat tedesca La “vergogna” Wirecard continua a imbarazzare Berlino. Dopo il buco di bilancio da 1,9 miliardi, l’azienda ha presentato richiesta per avviare la procedura di insolvenza. E mentre diverse società che si appoggiavano alla fintech tedesca hanno congelato temporaneamente gli account dei clienti, lo scandalo investe anche tutti i soggetti coinvolti nell’attività di vigilanza: il Bafin (la Consob tedesca), l’Esma, il supervisore Ue dei mercati finanziari, e pure la società di revisione Ernst & Young.

 

LAVORO IN QUARANTENA
Gli essenziali/1 Donald Trump ha esteso fino alla fine dell’anno la sospensione dell’emissione di alcuni tipi di “green card” per i lavoratori stranieri, a eccezione però degli stagionali dei settori dell’agricoltura e dell’industria alimentare.

Gli essenziali/2 Il caso del focolaio di Covid a Mondragone ha fatto uscire dall’invisibilità i braccianti agricoli bulgari che lavorano per 4 euro l’ora alle dipendenze dei caporali della zona. Sono lì da anni, ma l’Italia se n’è accorta solo oggi con la pandemia. Così come il focolaio alla Bartolini di Bologna ha sollevato il velo sui lavoratori della logistica. Aumentano i contagi, ma i magazzini non si fermano. E oggi in Germania scioperano i dipendenti di Amazon.

Gli essenziali/3 Vittoria per i rider milanesi. Trenord ha comunicato che le ultime due vetture di alcuni treni saranno dedicate al trasporto delle biciclette dei lavoratori del food delivery.

Le essenziali Sono 37.611 le lavoratrici italiane neo-mamme che si sono dimesse nel corso del 2019. I papà che hanno lasciato il posto sono stati invece 13.947. I dati arrivano dall’Ispettorato del lavoro. E la crisi Covid potrebbe peggiorare ora questi numeri.

Senza scrivanie Il New York Times ha comunicato che ai giornalisti non verrà richiesto di tornare in redazione almeno fino a gennaio. Saranno inoltre eliminati gli spazi comuni appena costruiti (via Twitter).

La terra dei giganti Nessuna “grande famiglia”, ma una squadra di atleti in cui ciascun dipendente può essere rimpiazzato da uno più bravo. Recode racconta come Netflix gestisce il personale, offrendo gli stipendi migliori del mercato ma mettendo continuamente sotto pressione i lavoratori. Per saperne di più, c’è anche il podcast “Land of the Giants”.

 

PROMEMORIA Martedì 30 giugno l’Ilo diffonde il report sull’impatto del Covid-19 sul mercato del lavoro globale. Giovedì 2 luglio arrivano i dati Istat su occupati e disoccupati a maggio. Venerdì 3 luglio l’istituto di statistica pubblica il rapporto annuale sulla situazione del Paese.

 

Buona settimana,

Lidia Baratta

 

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