Pubblichiamo un thread dell’utente twitter @MetaHumean sul dibattito sulla cancel culture e la lettera di 150 intellettuali che metteva in guardia dalla degenerazione delle discussioni pubbliche di questo tempo.
Sono dalla parte di chi ha scritto la lettera, in generale. Ricerca libera e libertà di parola eccetera. Ma penso che sia un errore inquadrare quello a cui stiamo assistendo come un dibattito sulla libertà di parola. La sinistra illiberale non vuole reprimere la libertà di parola.
L’umiliazione pubblica è libertà di parola, così come le richieste di licenziamento. È libertà di parola contro libertà di parola. Ciò che sta facendo la sinistra illiberale non è censura, ma una retorica alla Calvinball.
Calvinball, per quelli a cui la parola suona poco familiare, è il gioco a cui giocano Calvin e Hobbes: non ci sono regole predeterminate, ma vengono decise strada facendo. Le azioni che compi quindi contano relativamente in sé, perché il tuo obiettivo è rendere ciò che fai tu come punto a favore, e ciò che fanno i tuoi avversari come punto a sfavore.
La retorica alla Calvinball è quando affronti il dibattito come a Calvinball. Il modo in cui vinci è facendo arrendere l’avversario. Ogni manovra retorica è legittima fintanto che provoca la vittoria.
I liberali sono abituati a giocare secondo una serie fissa di regole, attaccando l’argomento, non l’oratore. Non riuscire a farlo è un errore: l’errore ad hominem, per attacco personale. Se il tuo avversario attacca te e non il tuo argomento, puoi riconoscere l’errore e chiamarlo: «Attacco personale. Fallo. Penalità».
Ma la sinistra illiberale non gioca secondo le stesse regole, anzi, partecipa a un gioco diverso e quindi non riconoscerà l’illegittimità della mossa. Perché sta giocando a Calvinball. Tu chiami fallo per un attacco personale e loro ti accusano di volerli zittire.
Travisano la mia tesi? Questo è straw man argument, argomento fantoccio (fallo, penalità). Ma loro non lo riconoscono, e dicono piuttosto: «Stai annullando la mia verità». Come si risponde a questo? Non si può. Non ci sono pagine del regolamento a cui rivolgersi.
Le regole del dibattito liberale esistono perché promuovono il progresso cooperativo e agonistico verso la verità. Ma la sinistra illiberale non sta giocando al gioco del progresso agonistico cooperativo. Sta giocando a Calvinball.
Per quelli di noi che sono interessati alla ricerca razionale della verità, questo è esasperante e intollerabile. Queste manovre retoriche sono irrazionali e non collaborative, non ci avvicinano alla verità. Sono ingiuste, non rispettano le regole.
«Non giocare secondo le regole?» Ah! Questo è Calvinball. Esempio: quando io dirò «questa non è una risposta razionale al mio argomento» mi verrà risposto «stai mettendo in pericolo la vita di persone deboli appartenenti a gruppi emarginati».
Al che io risponderò «Assurdo! Non sto mettendo in pericolo nessuno. È un’affermazione forte! Hai qualche prova a supporto di quanto affermi?».
Prova? Povero ingenuo, questo è Calvinball: «Sei un privilegiato. Il tuo è ammiccamento al suprematismo bianco».
Non so dirvi come possiamo uscirne. Ma la soluzione non può essere quella di rassegnarsi a giocare a Calvinball. Non è un’impresa razionale e in questo loro sono più bravi. Non abbiamo altra scelta che continuare a giocare secondo le regole e sperare che gli arbitri alla fine si schierino dalla nostra parte.
Ci sono arbitri, ovviamente. Chi sono? I dipartimenti delle risorse umane e gli amministratori dei college.
…
La situazione è sconfortante.
Addendum: anche a destra esistono questi modi di fare. Sto parlando della versione di sinistra perché è di attualità. Ma anche la destra illiberale gioca a Calvinball. Usano solo mosse diverse. Ah, e in America sono al potere!