I rapporti tra Hong Kong e la Cina sono ai ferri corti da marzo 2019. Manifestazioni ed episodi di violenza che si consumano di fronte a una platea internazionale e di fronte ai tanti paesi occidentali sostenitori dei “diritti umani”. Un argomento che divide, e continuerà a farlo anche in futuro. A partire dalle reazioni del pubblico.
Uno studio redatto da Utopia, società di Public, Media & Legal Affairs, è partito proprio da queste ultime, cercando di fotografare il sentiment sulla rete su un argomento di attualità come gli attriti tra l’ex colonia britannica e Pechino. Il risultato, anche di fronte a una dinamica globale e sensibile come questa, ha fatto emergere dati e numeri che si concentrano più su Salvini che su altro.
In Italia, parallelamente agli scontri in merito alla legge sulla sicurezza nazionale per Hong Kong, è andata in scena l’ennesima bagarre tra maggioranza di governo e opposizione. Conte è stato al centro di attacchi anche da parte degli alleati di governo, e le sue decisioni sono state condizionate dalle critiche di immobilismo piovute trasversalmente contro il suo esecutivo.
Nel frattempo, come spiega Lucio Caracciolo su la Stampa, «la legge sulla sicurezza nazionale varata da Pechino è entrata in vigore nel Porto Profumato» e d’ora in poi «chi osi sventolare la bandiera dell’indipendenza verrà arrestato e processato per le spicce».
Il principio di «un sistema, due paesi» che regola il rapporto tra la regione e la capitale Pechino è pertanto saltato. La Cina vuole porre fine alle ambizioni democratiche della popolazione hongkonghese e, anche se marginalmente, il tema trova terreno fertile anche nel dibattito italiano. Il volume delle conversazioni che hanno riguardato Hong Kong dal 29/06/ 20 al 6/07/20 registra 3.539 tweet, 12.335 retweet, 1.950 utenti che hanno trattato l’argomento e lo 0,41% di engagement.
Le parole e gli hashtag maggiormente utilizzati nelle conversazioni, invece, sono per entrambe le categorie: Hong Kong, nuova legge, sicurezza nazionale, Joshua Wong, Cina e sono-anche-affari-nostri.
Parallelamente, su Twitter, si sviluppa anche un hub di traffico per quanto riguarda le prese di posizione dei politici italiani, su tutti Matteo Salvini. Al primo posto nel ranking dei like, infatti, c’è il giornalista Andrea Vianello, che associa i fatti di Hong Kong alla segnalazione del figlio di Selvaggia Lucarelli aspramente criticato da Salvini dopo che il ragazzo lo ha contestato dandogli dell’omofobo e del razzista.
Al secondo posto c’è lo stesso leader della Lega, che esprime solidarietà a Hong Kong ma viene criticato dal giornalista de Il Foglio Luciano Capone per le sue scelte filo-cinesi quando era al governo.
Al terzo posto è la volta dell’onorevole Filippo Sensi (@nomfup), che critica il governo per il silenzio in merito alla vicenda. Quanto allo share dei post: ottiene un alto engagement il Senatore di Forza Italia Lucio Malan, che critica l’astensione «dell’Italia all’Onu su Hong Kong». Idem per Antonio Socci, giornalista, che riprende il Papa per non aver fatto cenno a quanto accaduto a Hong Kong durante l’Angelus.
Le più numerose rimangono comunque le critiche rivolte al Governo per la sua presunta «indifferenza», questione che, per potenza di fuoco dei social, ha avvantaggiato la popolarità di Matteo Salvini.