La Commissione ha presentato la strategia e gli strumenti da sviluppare nei prossimi 5 anni per garantire la sicurezza fisica e digitale dei cittadini europei nei settori in cui l’Unione può apportare un valore aggiunto e aiutare gli Stati membri. Per contrastare il terrorismo e alla criminalità organizzata, prevenire e individuare le minacce ibride, aumentare la resilienza delle infrastrutture critiche e rafforzare la cibersicurezza, Bruxelles ha stabilito quattro priorità.
Primo, la Commissione adotterà nuove norme per rafforzare la cooperazione tra pubblico e privato assicurando una maggiore protezione fisica dei luoghi pubblici e sistemi di rilevamento adeguati per sventare gli attentati terroristici che in questi anni hanno spesso sfruttato gli ambienti aperti e accessibili come i luoghi di culto e i mercati.
Entro la fine dell’anno la Commissione intende completare la revisione della direttiva sulla sicurezza delle reti e dei sistemi informativi (la principale normativa europea sulla cibersicurezza) e delineare le priorità strategiche in materia di cibersicurezza per garantire che l’UE possa anticipare l’evoluzione delle minacce e rispondervi.
La Commissione si pone un obiettivo ambizioso: dare alle polizie europee degli strumenti adeguati per le indagini digitali integrando l’intelligenza artificiale, big data e il calcolo ad alte prestazioni per perseguire reati sempre più numerosi come il furto di identità, ma soprattutto gli abusi sessuali online sui minori.
Secondo Bruxelles 1 minore su 5 è vittima di una qualche forma di violenza sessuale in Europa. La pandemia ha aggravato il problema per molti minori che vivono con chi abusa di loro, mentre le segnalazioni di abusi sessuali su minori online nell’UE sono passate da 23 000 nel 2010 a oltre 725 000 nel 2019. Ecco perché la Commissione sta pensando di creare un Centro europeo sull’abuso sessuale dei minori che potrebbe ricevere segnalazioni di abusi sui minori da parte di imprese, sostenere la prevenzione e aiutare le vittime
Per prevenire gli attentati e combattere i terroristi stranieri la Commissione pensa di rafforzare le norme sulla sicurezza delle frontiere utilizzando meglio le banche dati esistenti per incrociare meglio le informazioni a disposizione dei vari Stati. Ma soprattutto bloccare le fonti di finanziamento delle organizzazioni terroristiche, cooperando con i Paesi extra Ue e le organizzazioni internazionali.
Serve però anche un strategia più profonda per evitare che le persone più vulnerabili della nostra società diventino terroristi, dopo essere state ghettizzate e discriminate. I lavori sulla lotta alla radicalizzazione saranno incentrati sull’individuazione precoce, la costruzione della resilienza, il disimpegno e sulla riabilitazione e sul reinserimento nella società.
Ogni anno la criminalità organizzata fa perdere all’economia tra i 218 e 282 miliardi di euro, per capirci un terzo del NextGenerationEu. Più di un terzo dei gruppi della criminalità organizzata attivi nell’UE sono coinvolti nel traffico di droghe illecite. Per questo la Commissione sta lavorano a un piano per ridurre la domanda e l’offerta di droga, rafforzando il controllo delle frontiere esterne per controllare l’arrivo di carghi e un lavoro all’interno delle carceri per diminuire la dipendenza dei detenuti.
Bruxelles ha elaborato una strategia per limitare la vendita delle armi da fuoco, rafforzando le norme per la confisca dei proventi di reato, ma anche per ridurre il rischio che i fucili e le pistole passino dal mercato legale al mercato nero. Al momento non esistono statistiche comparabili in materia di incidenti da armi da fuoco e sequestri in tutta l’Unione. La Commissione si occuperà di elaborare i dati per sensibilizzare i cittadini europei sul tema.
Per realizzare tutti questi obiettivi c’è bisogno che le forze di polizia dei 27 Stati membri abbiano gli strumenti e le competenze adeguate. Per questo la Commissione contribuirà a promuovere la cooperazione e lo scambio di informazioni tra Stati. Come? Rafforzando il mandato di Europol pensando magari alla creazione di un polo europeo dell’innovazione per la sicurezza interna. Ma anche potenziando la cooperazione con l’Interpol e sviluppando ancor di più Eurojust per collegare meglio tra loro le autorità giudiziarie e le autorità di contrasto.