Tutto quel che c’è da dire sulla presentabilità percepita lo disse Paolo Rossi (il comico, non il calciatore), in un qualche monologo nella seconda metà degli anni ‘90. Rossi ha sempre alternato assoluta appartenenza al club dei giusti (la Rai3 di Guglielmi) e assoluta impresentabilità (Via Montenapoleone dei Vanzina, che il club dei giusti avrebbe rivalutato molti anni dopo).
Quel monologo non ricordo a quale delle vibranti accuse d’impresentabilità si riferisse, forse al lavorare per le tv di Berlusconi, ma ne ricordo una frase che la me ventiequalcosenne sentì e disse: ecco, questa sarà tutta la vita la mia linea difensiva. La frase era: non è chi ti paga, è come li spendi.
Quando, un paio di settimane fa, il club dei giusti si è indignato per i venti milioni dati come buonuscita da Silvio Berlusconi a Francesca Pascale (una giovane donna in salute e piena di conoscenze che dovrebbe avere la dignità di mantenersi da sola, argomentavano rispettabili scrittrici), ho pensato fortissimo a Paolo Rossi.
Ancora di più questa settimana, quando un rotocalco ci ha raccontato che il modo in cui la Pascale aveva deciso di (parzialmente) spenderli era il noleggio d’una barca sul cui ponte prendere il sole assieme a Paola Turci.
Il che mi ha fatta molto preoccupare per la carriera di Paola Turci, reginetta delle presentabili ora però associata alla reginetta delle impresentabili. Puoi cantare al primo maggio, se fai le vacanze con la ex di Silvio? Forse sì, è meno impresentabile che frequentare una ex di Salvini. Forse sì, Silvio l’abbiamo rivalutato e a sinistra c’è persino chi si concede vezzosamente di rimpiangerlo. Forse sì, c’è stato il Nazareno. Forse no, quelli del Nazareno li hanno fatti fuori con ignominia, e Turci rischia di dover fondare uno spinoff del primo maggio, in una piazza un po’ più piccola di san Giovanni in Laterano, e chiamarlo Turci Viva. (Chiedo tantissimo scusa per la freddura).
Sulla copertina di quel rotocalco, sotto a Turci&Pascale c’era lo strillo su Asia Argento con un minorenne. È stato un po’ come vedere, a Techetechetè, quelle cantanti che portarono una canzone orecchiabile a un Sanremo e poi sparirono: vi ricordate quel quarto d’ora in cui abbiamo finto di trovare interessante Asia Argento e la sua vita sessuale?
Non aveva speranza, poverina, ma non è mica colpa sua. È che gli attori, in Italia, hanno cessato d’essere star system con la morte di Mastroianni.
Sempre sui rotocalchi, sempre questa settimana, ci sono le foto di Maria Elena Boschi e Giulio Berruti. Chi è lei lo sappiamo tutti, chi è lui dobbiamo cercarlo su Google (che ne riporta la presenza in molti canili televisivi da molti milioni di spettatori, senza che nessuno di essi ci abbia fatto imparare il suo nome, o venir voglia di conoscere la sua vita sentimentale).
A un paese senza (senza star system, senza industria cinematografica, senza divismo), non restano che politici e Grande Fratello, come facce riconoscibili. E pure il Grande Fratello, con riserva: qualcuno si ricorda delle ultime quindici edizioni? Persino Ascanio e Katia (quarto anno, forse i miei preferiti) sono finiti su Instagram a vendere barrette dietetiche (però sono ancora sposati: non capisco cos’aspetti qualche tv ad affidar loro un programma educativo su come far durare la coppia).
Il perfetto innesto di star system casareccio, dunque, è sempre lui, quello all’incrocio tra il Grande Fratello (edizione dobc, d’origine bignardica controllata) e la politica dopo la fine dei partiti: Rocco Casalino. Anche lui sui rotocalchi, questa settimana, con un’operazione di damage control di quelle che si vedono negli sceneggiati americani. José il cubano si è sputtanato con le speculazioni di borsa finanziate dal sussidio di disoccupazione? E io mi faccio fotografare mentre limono con un altro.
Rocco e il suo limone sono anch’essi strillati sulla copertina del rotocalco che li contiene, in alto, sopra all’immagine principale. Quella di Amadeus e Fiorello al mare. Se provo a pensare alla lettrice media di rotocalco, e alla di essa attenzione, mi pare ovvio che ce ne sarà una quota convinta che Rocco si sia fidanzato o con Amadeus o con Fiorello. Finalmente la trama si fa interessante. Ma non divaghiamo. Torniamo al limone vero, non a quello percepito.
Il limone di Casalino è persino più carneade di quello della Boschi; prima ancora di fare il suo nome, il rotocalco che pubblica le foto dei due identifica il carneade a mezzo precedente relazione: «In tenero atteggiamento con un giovane che fino a poco tempo fa era legato da una forte amicizia con una star della tv come Gabriel Garko». Prosa da cinegiornale a parte, Garko è forse ciò che più si approssima a un esempio di star system attoriale in questo secolo italiano.
Il carneade si chiama Gabriele Rossi, il rotocalco ci garantisce ch’egli è «attore e ballerino» (chi non lo è), e che i due «sono stati sorpresi tête-à-tête in uno dei luoghi più in voga della Capitale» (non avete anche voi una struggente nostalgia dell’Istituto Luce?).
Non ci dicono chi abbia pagato il conto. Nessuno più del Casalino di queste settimane, d’altra parte, è consapevole che non è chi te li dà: è come li spendi.