Salute e benessere, educazione e cultura, mobilità e logistica, meccatronica, robotica e ingegneria: il mondo del lavoro è in una fase di profonda trasformazione, si muove verso nuovi orizzonti, sempre più digitali e fluidi, aprendo nuove opportunità di crescita e, al contempo, lasciando indietro tutto ciò che è superfluo e non più necessario. Secondo lo stesso World Economic Forum, nei prossimi tre anni, a livello globale, l’evoluzione del mondo del lavoro determinerà la nascita di 133 milioni di nuove opportunità occupazionali, a fronte di 75 milioni di posti di lavoro destinati a scomparire. Unioncamere stima che solo in Italia ci sarà bisogno di 2,5 milioni di occupati in più.
In questo contesto, i lavoratori non possono più permettersi di diventare obsoleti. Pensare di uscire da un percorso di studi e considerarsi “completi” per il resto della propria vita professionale è un’utopia che regge sempre meno. Non a caso si parla sempre più di lifelong learning, l’apprendimento che dura tutta la vita. Non solo perché, con l’evoluzione delle tecnologie, molte skill diventano “superate” nel giro di due o tre anni, ma perché, se si vuole rimanere appetibili, è fondamentale lavorare per migliorare costantemente la propria occupabilità (l’ormai familiare employability in inglese).
Proprio a questo scopo a Milano è nato Phyd Hub, digital venture e piattaforma digitale, ma anche spazio di incontro fisico (in via Tortona 31) a cui The Adecco Group Italia ha dato vita insieme a Microsoft Italia per colmare il gap che intercorre fra le competenze ricercate dalle aziende e quelle che i lavoratori possono offrire. «Come fare in modo che le persone rimangano decisive in un contesto di evoluzione continua? Noi le aiutiamo a capire quali percorsi intraprendere nel mercato del lavoro per non finire ad essere lavoratori poco qualificati», spiega Manlio Ciralli, chief executive officer di Phyd, in occasione del lancio ufficiale.
Come funziona? La piattaforma Phyd opera attraverso un algoritmo (sviluppato da Microsoft) che consente di “inquadrare” la persona sulla base delle sue competenze (soft, hard e digitali) ed esperienze, tramite un assessment online. Ci si può registrare gratuitamente sul sito oppure recarsi di persona in una delle “Capsule” presenti negli spazi di Phyd, piccoli locali ipertecnologici dotati anche di visori per la realtà virtuale. Uno dei tanti punti di incontro tra la parte physical (il “phy” del nome) e la “d” di digitale.
Il passo successivo è inserire nel questionario le professioni o i ruoli che si ambisce a coprire, e in automatico il sistema elabora un “indice di occupabilità” che evidenzia i punti di forza e di debolezza della persona verso quelle posizioni, indicando anche quali professioni sono in crescita e quali in declino, anche per area geografica. Infine, l’algoritmo suggerisce contenuti specifici da partner e provider che si occupano di istruzione e formazione, così da indirizzare la persona direttamente sui corsi e le opportunità che le consentono di acquisire le competenze “mancanti” e così avvicinarla all’obiettivo.
Nei suoi spazi, Phyd consente anche di incontrare coach e mentor che aiuteranno nella costruzione del proprio percorso. E sarà luogo di eventi e conferenze organizzati per informare e sensibilizzare sui trend del mondo del lavoro. Dalle professioni nel mondo della musica, ad esempio, alle nuove competenze della finanza 4.0, tutti i corsi ed eventi rientreranno in due grandi filoni: le competenze del futuro e il futuro del lavoro.
«A partire dai prossimi giorni prenderà il via un palinsesto di 44 settimane, fra talk, workshop e molto altro, che consentiranno di interagire con esperti e non solo», spiega Ciralli. Phyd punta così a essere uno spazio multigenerazionale (è aperto a chi è nel mondo del lavoro già da un po’, a chi ci sta affacciando e anche agli studenti non solo universitari), dove si potrà fare formazione ma anche molto networking. Diverse collaborazioni sono previste con le scuole e le università, cui saranno dedicati la gran parte dei programmi delle mattinate, e, naturalmente, anche con le aziende a partire da novembre.
«La nostra ambizione è di aiutare le persone a prendere consapevolezza dell’importanza di lavorare sulle competenze per il proprio futuro professionale. Bisogna sfatare il mito del “trovare un’occupazione”, passando al “lavorare per migliorare la propria occupabilità”», spiega Andrea Malacrida, fondatore di Phyd Hub e Country manager di The Adecco Group Italia.
Phyd, che conta già 6000 membri, punta a raggiungerne i 30mila entro la fine dell’anno e 250mila entro l’anno prossimo. «Il reskilling è l’arma principale per rispondere alla crisi e lo strumento individuato dal 75,3% delle imprese come prioritario. L’avvento della pandemia ha “svegliato” il Paese ancora di più, ma era una necessità anche prima», conclude Malacrida. «Con la disoccupazione giovanile di cui soffriamo, abbiamo comunque 150mila posti di lavoro nel settore Ict scoperti. È uno spreco di talento», aggiunge Candiani, ad di Microsoft Italia. «Le digital skill sono fondamentali. Altrimenti possiamo introdurre tutta la tecnologia possibile, ma se poi le persone non la sanno usare, non servirà a niente».