I risultati dell’urnaIl Sì vince con quasi il 70%, trionfano Zaia e De Luca, il Pd tiene la Toscana

Il No al taglio dei parlamentari ottiene il 30% dei voti a favore, un risultato insperato alla vigilia. Finisce con un equilibrato 3-3 il voto per i presidenti di regione. Il dem Giani supera la leghista Ceccardi e in Puglia il governatore uscente Emiliano stacca Fitto. Riconfermato Toti in Liguria e Vincenzo De Luca in Campania, per Fratelli d’Italia storica vittoria di Acquaroli nelle Marche

Miguel MEDINA / AFP

Al referendum costituzionale vince il Sì, che sfiora il 70 per cento(69,5%) delle preferenze con un’affluenza del 53,8%: passa la riforma sul taglio dei parlamentari voluta dal Movimento cinque stelle. Su base regionale, il Sì ha prevalso in ogni regione, trovando la maggior opposizione nel Nord-Est, con il 40,4% del Friuli-Venezia Giulia e il 37,55% del Veneto. Plebiscito di Sì al Sud: sopra il 75% in tutte le regioni. Nelle 7 regioni dove si è votato anche per le regionali l’affluenza è stata del 63,8%. Nelle restanti 13 regioni l’affluenza è stata del 48,2%.

Alle regionali invece dovrebbe chiudersi con un pareggio per 3-3 la sfida tra centrosinistra e centrodestra.

Eugenio Giani (centrosinistra) sarà il nuovo presidente della Toscana, con il 49% dei voti, con i quali supera la candidata della Lega Susanna Ceccardi, ferma al 40,1%. In coda Irene Galletti (M5S) con il 6,4%, Tommaso Fattori (Civica) fermo al 2,2%. Decisivi i numeri di Firenze e Pisa, ma tutto sommato erano attesi, mentre il leggero vantaggio del candidato dem nella circoscrizione di Pisa (46,6 a 42,3), dove la candidata leghista sembrava più forte, è più sorprendente.

«C’è dentro di me l’energia di sapere che Giani è Giani: un uomo di 60 anni che vive e lavora per il territorio. La competenza ha prevalso sull’ignoranza. Un risultato straordinario a Firenze, a Siena con oltre il 51%. Quando ero per la chiusura della campagna in piazza Ss. Annunziata noi eravamo la Toscana che parlava ai toscani con i valori storici di quella piazza. Sono felice e sereno perché sento che questo è un risultato che premia la Toscana, il voto dei toscani per la Toscana», ha detto Eugenio Giani dopo il voto.

In Puglia il governatore uscente Michele Emiliano, sostenuto dal Partito democratico, stacca leggermente Raffaele Fitto: conquista il 46,6% delle preferenze, mentre lo sfidante di Fratelli d’Italia si ferma al 37,6%.

«Il popolo pugliese ci ha anche perdonato le tante cose che avremmo potuto fare meglio. Dovete sapere che questa serata non scavalca e non cancella tutte le cose che dobbiamo migliorare, siamo consapevoli di dovere migliorare tantissime cose contemporaneamente abbiamo fatto una campagna elettorale per spiegare che eravamo in grado di imparare dagli errori che avevamo commesso, quindi grandissima umiltà di noi tutti e grande voglia di andare avanti», ha commentato Emiliano.

Anche in Liguria vince il governatore uscente, Giovanni Toti (centrodestra), con il 55,9%. Alle sue spalle Ferruccio Sansa (centrosinistra) è poco oltre il 39,3%. Giovanni Toti ha commentato così l’esito del voto: «L’unica espressione dell’alleanza giallorossa di governo ha fatto il peggior risultato della storia per tutti i partiti che la compongono. Segno che agli elettori liguri non sono piaciute le scelte di questo governo e un’alleanza che aveva il profumo del potere e poco della novità».

In Veneto è arrivato il prevedibile plebiscito per Luca Zaia (centrodestra), che è intorno al 75,9%. Seguono Arturo Lorenzoni (centrosinistra) con il 16,4% delle preferenze ed Enrico Cappelletti (M5s) 3,3%. In particolare si registra un grande distacco tra la lista Zaia Presidente e la Lega Salvini Premier: oltre 30 punti percentuali tra il 47,4% del governatore uscente e il 15,7% del leader del Carroccio.

Nelle Marche invece storica vittoria del centrodestra, con Francesco Acquaroli (49%) che supera il candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi, fermo 37%, mentre Gian Mario Mercorelli del Movimento cinque stelle è poco al di sotto del 8,7%. È la prima affermazione del centrodestra in venticinque anni.

Per la vittoria di Acquaroli esulta via Facebook anche Giorgia Meloni, che aveva puntato molto sul suo candidato: «Trionfo Marche! Grazie a Francesco Acquaroli e a Fratelli d’Italia un’altra roccaforte della sinistra sarà amministrata dal centrodestra. Da nord a sud Fratelli d’Italia è l’unico partito che cresce in tutte le regioni al voto».

Mentre in Campania il governatore uscente Vincenzo De Luca (centrosinistra) vince in scioltezza con quasi il 67,8% dei voti, mentre lo sfidante Stefano Caldoro, candidato di centrodestra, è al 16,5%. Valeria Ciarambino (Movimento cinque stelle) è ferma poco sotto il 12,3%.

Rilevante anche il dato sull’affluenza in tutte le regioni al voto: in attesa di conferme al termine degli scrutini, in ogni regione dovrebbe essere superiore al dato della precedente tornata elettorale.

«Sul referendum siamo molto soddisfatti: si conferma che il Partito democratico è la forza del cambiamento, garante anche in questa legislatura di un percorso di innovazione e modernizzazione delle istituzioni di cui da sempre sentiamo il bisogno. Con la vittoria del Sì si apre ora una stagione di riforme: lo vogliamo e con gli alleati faremo di tutto perché vada avanti spedita». Commenta così il segretario Partito democratico Nicola Zingaretti la consultazione referendaria. «Se ci avessero dato retta gli alleati, l’alleanza di governo avrebbe vinto quasi tutte le regioni italiane. Lo diciamo dal primo giorno: alleati non avversari. Già è chiaro che se l’alleanza che sostiene il governo fosse stata ovunque unita probabilmente avremmo vinto quasi tutte le Regioni», ha aggiunto Zingaretti.

Più entusiasta Luigi Di Maio: «Quello raggiunto oggi è un risultato storico. Torniamo ad avere un parlamento normale, con 345 poltrone e privilegi in meno» esulta il ministro degli Esteri su Facebook per la vittoria del Sì al referendum sul taglio dei parlamentari. E aggiunge: «È la politica che dà un segnale ai cittadini. Senza il Movimento 5 stelle tutto questo non sarebbe mai successo». Poi ribadisce: «È un punto di inizio non di arrivo».

«Con la vittoria del Sì al referendum i cittadini hanno compiuto una scelta storica: quella di rendere il nostro Paese più efficiente, concreto e moderno», ha scritto su Facebook il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo. «Non è solo un traguardo del Movimento 5 Stelle, ma di tutti quegli italiani, senza bandiere politiche, che vogliono ripartire ricostruendo un’Italia migliore».

La Lega va all’attacco con il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari che afferma: «I 5 stelle hanno chiesto il voto per il Sì finalizzato ad avere istituzioni più efficienti con un Parlamento di solo 600 eletti. Il Popolo sovrano ha scelto. Ora la logica conseguenza sarebbe che si sciogliessero le Camere per sperimentare finalmente l’efficienza conquistata con la riforma».

Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese si è concentrata invece sull’importanza di aver saputo organizzare la prima tornata elettorale post-covid: «La macchina dello Stato ha fatto fronte a tutte le difficoltà nonostante il coronavirus e le elezioni si sono svolte in tutta sicurezza. È stata una prova molto impegnativa e ringrazio tutte le istituzioni, le prefetture, i Comuni gli scrutatori, le forze di polizia e la parte del volontariato e della Protezione civile che ci ha aiutato per la parte sul voto da accogliere in casa».

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