Ha guadagnato due milioni in due settimane, ha polverizzato i record delle riproduzioni in streaming e, per fortuna, ha regalato un po’ di musica all’estate americana afflitta dalla pandemia. Sono alcuni dei primati della cantante statunitense Taylor Swift, che a sorpresa il 24 luglio ha pubblicato “Folklore”, il suo ottavo album, realizzato durante l’isolamento imposto dal Covid. Una raccolta di «canzoni e storie che scorrono come un flusso di coscienza», ha dichiarato lei stessa, e che si distingue per l’atmosfera rilassata e i toni lirici.
I numeri, invece, sono esplosivi. Appena uscito, ha distrutto il record dei Guiness per il numero più alto di visite nelle prime 24 ore (per gli album di donne). Il primo giorno ha venduto 1,3 milioni di copie, e due milioni nella prima settimana. È subito balzato al primo posto in Australia, Canada, Belgio, Irlanda, Nuova Zelanda e Svizzera, ha conquistato la classifica Billboard 200 (sette settimane in cima, la più longeva del triennio 2017-2020).
Ma non è finita. Come illustra la ricerca condotta da Bad Blood Bank, che studia quanto incidono i dissing e i litigi tra artisti nelle vendite e nella diffusione delle canzoni, soltanto dallo streaming su Spotify delle prime due settimane la cantante avrebbe guadagnato oltre 2 milioni di dollari. Se il compenso per ogni riproduzione equivale a 0, 00437 dollari e il totale degli streaming (per due settimane) arriva a 479.352.051, il calcolo è presto fatto: ecco i 2.094.768 dollari che la cantante avrebbe raccolto nei primi 15 giorni.
Non solo. Il primo giorno ha raggiunto un picco di 80 milioni di ascolti (ha superato il record che deteneva Ariana Grande con “Thank U, Next”) e ha guadagnato, solo da questi, 352.222 dollari. E si parla solo di Spotify – i guadagni crescono che si considerano anche altre piattaforme come Apple Music, Amazon Music e Deezer.
Scavando tra le canzoni, si vede che la punta di diamante è “Cardigan”: 57 milioni di riproduzioni (per l’esattezza 57.244.474) in due settimane, e da sola vale più di 250mila dollari. Al secondo posto si colloca “Exile”, duetto con Bon Iver, che ha totalizzato nello stesso periodo 48.893.051 (più o meno 214mila dollari), mentre la medaglia di bronzo va a “The 1”, con 42.402.918 ascolti e 180mila dollari. “Hoax”, al contrario, è la traccia che – si fa per dire – è andata male: solo 17.511.760 riproduzioni in streaming, per 76.526 dollari. Sono numeri che quasi tutti si sognano.
Per quanto riguarda invece il “core” di Bad Blood Bank, cioè i litigi, Taylor Swift ha più successo quando parla (male) di Kanye West: è uno scontro che va avanti da più di dieci anni, iniziato tra liti e riappacificazioni, dalla serata degli Mtv Music Award del 2009. Da quel momento, tra dichiarazioni ai giornali, richieste di scuse, scuse accordate, nuove canzoni scritte contro l’altro (lei alluderebbe a lui in “Innocent”, del 2010, lui ha replicato con la famigerata “Famous” del 2016), con il celebre verso “ho fatto diventare famosa quella st….a” che accende una faida infinita.
Tutto questo per dire che, analizzando i dati delle canzoni di Taylor Swift, l’autrice di “Bad Blood” in media guadagna 377.900 dollari al mese solo grazie alle canzoni in cui parla di Kanye West (“Look What You Made Me Do” e “This Is Why We Can’t Have Nice Things”, per esempio). Cattivo sangue non mente. Anzi, conviene.