Tutta questione di leadership, si dice. Di capacità e di visione. Ci sono medici, startupper, artisti, politici, insegnanti, attivisti, scrittori tra i quasi tre milioni i giovani di seconda generazione e under 35 anni presenti sul territorio italiano ma non sempre formalmente italiani. Talenti che cercano di cambiare in meglio la società, mettendosi in gioco.
A riunire le voci più interessanti in fatto di leadership fra i nuovi italiani ci ha pensato NRW, alle quali ha chiesto: Come e perché essere leader nella società multiculturale?
Perché ne parliamo
Al perché risponde Abderrahmane Amajou, nato in Marocco nel 1986 e italiano d’adozione dall’età di 6 anni, è coordinatore di Slow Food International e fa parte del Transatlantic Inclusion Leaders Network del German Marshall Fund. «Persone con un background importante, italiano e di un altro Paese d’origine, possono essere la soluzione a tanti problemi che la nostra società vive oggi», premette.
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