Oltre la metà degli europei ha più fiducia nelle autorità regionali e locali che nell’Unione europea e nei rispettivi governi nazionali. Questo il dato che emerge dal sondaggio condotto da Kantar, un’azienda che si occupa di collezionare dati, per conto del Comitato europeo delle regioni (CdR) e che dimostra quanto sia importante coinvolgerlo all’interno dell’Unione, e del suo processo decisionale. Perciò la settimana europea delle regioni (#EURegionsWeek), che si svolge ogni anni in ottobre, rappresenta un momento chiave per far sentire la presenza di regioni e le città a Bruxelles.
L’evento, che a causa della pandemia sta avendo luogo, prevalentemente online e nel corso di tre settimane, coinvolge più di 9000 partecipanti, tra rappresentanti politici, funzionari, esperti e accademici, per discutere sulle politiche e legislazioni che riguardano regioni e province, dalle politiche di coesione, ai cambiamenti climatici e allo stato della democrazia in Europa.
Quest’anno, tuttavia, un argomento l’ha fatta da padrone: l’impatto del coronavirus su queste entità subnazionali, che sono state, e continuano ad essere, in prima linea durante la pandemia, e rappresentano uno strumento essenziale per la ripresa dell’economia. Questo il tema al centro anche del primo barometro europeo regionale e locale che è stato presentato lunedì scorso. Al dibattito era presente anche la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la quale ha sottolineato che: «Regioni e città devono essere coinvolte nella preparazione dei piani di ripresa nazionale sin dall’inizio». Poi, rivolgendosi direttamente ai rappresentanti presenti, ha aggiunto: «Voi dovete contribuire. Le capitali si devono coordinare con voi, perché sarete voi a dare vita ai progetti nelle vostre realtà locali. Questo vi attribuisce una grande responsabilità. Il NextGeneration EU avrà successo solo se giochiamo come una squadra».
Alla stessa presentazione ha partecipato anche il presidente del CoR, Apostolos Tzitzikostas, il quale ha enfatizzato la necessità di incrementare l’influenza di queste entità subnazionali nell’Ue paragonando l’Unione a una grande casa le cui fondamenta sono proprio città e regioni. «Non importa quanto siano spessi i muri e il tetto, nessuna casa può reggersi in piedi senza delle fondamenta», ha riferito il presidente greco. Inoltre, lo stesso ha suggerito quattro proposte per far si che la collaborazione tra CoR e le altre grandi istituzioni europee, soprattutto Commissione e Parlamento, possa crescere e prosperare: l’organizzazione di dialoghi locali con al centro le necessità dei cittadini, la valutazione continua dell’impatto delle decisioni europee sul territorio, l’inclusione di una dimensione locale e regionale all’interno dell’annuale Stato dell’Unione della Commissione, e, infine, il lancio di un progetto comune per promuovere i valori, la cittadinanza e l’identità europei tramite l’educazione e la cultura a livello locale.
All’interno della plenaria del CoR, si sono susseguiti gli interventi di altri Commissari europei, tra cui Paolo Gentiloni per l’economia e Frans Timmermans responsabile dell’implementazione del Green Deal europeo. Sulla stessa linea della Presidente von der Leyen, Gentiloni ha sottolineato che «le competenze dei governi locali e regionali sono cruciali per la riuscita della ripresa europea. Noi siamo pronti a cooperare con loro, a partire dalla partecipazione, appena sarà possibile, nei forum regionali annuali per la ripresa e la resilienza proposti dal CoR».
Tuttavia, riportando le opinioni adottate dal Comitato, Christophe Rouillon, capo delegazione del gruppo dei Socialisti al CoR, ha rimarcato che «le misure necessarie per rispondere alla pandemia e resistere allo tsunami economico e sociale davanti a noi non devono essere promosse a discapito di investimenti sostenibili a lungo termine. Noi del CoR ci opponiamo quindi al trasferimento di risorse dai fondi strutturali a quelli per il piano di ripresa».
Durante la plenaria poi, l’assemblea ha discusso molti temi inerenti alla transizione verde che l’Unione europea deve affrontare. Tra questi anche la proposta per un aggiornamento del Patto climatico, il quale si deve basare su due pilastri: la governance multilivello tra istituzioni europei, governi nazionali e locali, e la collaborazione per il clima tra vari network locali europei per imparare gli uni dagli altri, e il rinnovo obbligatorio della Carta di Leipzig sulle città sostenibili europee da parte dei governi, per menzionarne alcune. Insieme al Green Deal europeo, queste iniziative serviranno a inserire l’Europa sulla giusta via per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
A questo proposito, il CoR ha iniziato una partnership ancora più sostanziale con la Commissione. «Il nuovo partenariato servirà a rafforzare, supportare e mobilizzare i governi locali e regionali per realizzare il Green Deal nelle nostre città e per realizzare le promesse fatte ai nostri cittadini e ai nostri figli», ha riferito Timmermans durante il dibattito. La collaborazione punta infatti a ottimizzare l’implementazione del progetto in ogni comunità, specialmente per quanto riguarda il miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici, lo sviluppo di mezzi di trasporto sostenibili e la protezione degli habitat naturali.
Un altro importante intervento di questa plenaria è stato quello della Cancelliera tedesca Angela Merkel, che attualmente presiede il Consiglio Ue. Presentando le priorità della presidenza tedesca, Merkel ha riportato che: «Il vostro (dei rappresentanti regionali e locali, ndr) punto di vista, la vostra esperienza e il vostro impegno sono esattamente ciò di cui l’Europa ha bisogno per superare questi tempi difficili in maniera solidale e assumersi le proprie responsabilità sul campo. Per dominare le sfide che ci attendono abbiamo bisogno di un’Europa forte, il cui punto di forza nasce proprio dalla struttura decentralizzata che tiene conto delle diverse condizioni nelle regioni, città e comuni».
Sembra quindi che Commissione, Consiglio e CoR abbiano imparato la lezione della pandemia e siano d’accordo sul fatto che per far ripartire l’Europa bisogna rafforzare le sue fondamenta e favorire una cooperazione tra i vari livelli, quindi una governance multilivello più democratica, partecipativa e sostenibile. Nonostante ciò, bisognerà aspettare per vedere come queste intenzioni si svilupperanno nella realtà.