Primi cittadiniBeppe Sala e Carlo Calenda potrebbero fare di Milano e Roma un asse decisivo per rilanciare il Paese

Due personalità forti, pragmatiche e competenti, che in qualità di amministratori delle due capitali italiane, quella economica e quella politica, possono riuscire nella missione di unire le forze per governare al meglio le loro città nell’interesse nazionale

(Photo by Unsplash)

Sala/Calenda per Milano/Roma: un sogno per i prossimi 5 anni. La loro elezione vorrebbe dire garanzia di gestione efficace per le due città più importanti d’Italia che finalmente potrebbero costruire quell’asse portante decisivo per lo sviluppo di tutto il Paese, finora solo a metà.

Competenze, serietà e quel pragmatismo di cui in questi tempi difficili abbiamo tremendamente bisogno. Dopo gli anni inutili (e anzi dannosi) corsi dietro a obsolete e inconcludenti ideologie, con questi due sindaci si genererebbe un nuovo vento, quello della “praticità”, che potrebbe arrivare a soffiare su tutta la penisola. Tutte le metropoli mondiali si trovano davanti a una situazione completamente nuova e nei prossimi anni saranno chiamate a reinventarsi con moderni modelli di sviluppo. Per questo occorrono guide che abbiano visione e progettualità.

Siamo davanti a due città profondamente diverse per storia, atmosfera, punti di forza e debolezza. Milano è stata la città italiana più colpita della frenata del Covid, essendo quella che andava più veloce di tutte. Forse l’unica vera città europea, da sempre locomotiva economica italiana e, negli ultimi anni, anche leader nella cultura e nell’innovazione, oltre che essere punto di arrivo per lavoratori e studenti da tutto il mondo.

Roma è la città eterna, la Capitale. Centro autentico del potere nazionale inteso come predicato ma anche come sostantivo. Unica per fascino, storia, architettura. Dalle potenzialità turistiche infinite, Roma ha bisogno di recuperare quello smalto che da anni ha perso, attraverso un miglioramento della macchina burocratica e delle infrastrutture. L’asse con Milano può essere fondamentale per dare linfa a quello spirito internazionale, quella vocazione europeista che può permettere a entrambe di vincere le grandi sfide del mondo globalizzato contemporaneo.

Due personalità forti, Sala e Calenda, con competenze conclamate che di sicuro non agirebbero per tornaconto personale. Entrambi guadagnerebbero molto di più facendo i manager delle tante grandi aziende che vorrebbero accaparrarseli. Forse ha ragione Michele Serra a definire pazzo colui che ha voglia di mettersi in gioco per fare il sindaco di Roma, ma i folli sono coloro che cambiano il mondo. Con la loro leadership saranno capaci di guidare i cambiamenti e di farlo senza dimenticare i valori più importanti che devono animare la società del futuro: rispetto della dimensione umana, valorizzazione delle migliori energie, cura dell’ambiente e della legalità.

Per ora si può sperare che i due decidano di accettare la sfida poiché da questa partita si decide il futuro di tutto il Paese. Quelle sui sindaci dovrebbero essere scelte completamente slegate dalle dinamiche politiche nazionali e dai soliti caminetti romani, espressione dei peggiori riti della prima repubblica. Semmai bisognerebbe fare di più per convincere Calenda e Sala a realizzare, attraverso la loro elezione, quelle condizioni opportune per sviluppare con solide basi un progetto di caratura nazionale che preveda la valorizzazione di amministratori capaci, concreti e programmatici che si assumono la responsabilità di guidare le città oggi, il Paese domani.

Un progetto civico nazionale che potrebbe mettere fine all’isteria, alla demagogia e al populismo. Serve una visione coraggiosa ma realista e a tutti i moderati il compito di aiutarli e sostenerli. Perché perdere altro tempo? Carlo, Beppe: quando cominciamo?

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