Le scelte della redazione per cose buone da gustare e luoghi ameni da visitare, oggetti da collezionare e altro che non ci sta nelle categorizzazioni classiche.
Un ristorante
Mi c’ha portato a pranzo un caro amico, al Sottobosco: siamo nel cuore dell’ex scalo di Porta Romana (là dove Miuccia Prada veglia su di noi dall’alto della Fondazione, per intenderci), e questo «ristoro di quartiere» m’è rimasto nel cuore. Suona come un cliché sostenere che mi sono sentita come a casa, ma non saprei come altro descrivere la sensazione che provavo mentre mangiavo un piatto di polenta con porcini annaffiato da un calice di Pinot Nero (il mio amico ha optato per dei rigatoni al sugo di coda, nel caso ve lo steste chiedendo). Niente fronzoli inutili, cucina schietta e genuina, una gestione giovane e capace, prezzi più che onesti: un posto sincero insomma, di quelli che ormai a Milano sono diventati una rarità.
Una t-shirt
Per celebrare il suo primo anniversario in Italia, Uniqlo – rifugium peccatorum di tutti noi che «sì va bene la moda, le righe, i rombi, i pois, le stampe e bla bla bla, ma ho bisogno anche di robe basic e non voglio pagarle una fucilata» – ha fatto illustrare il katsu sando (se non sapete cosa sia, prima vergognatevi un pochino, poi leggete qui ) di Gastronomia Yamamoto da Fabio Buonocore. La maglietta si compra online ed è un mai-più-senza per chiunque impazzisca per le cotolette giapponesi.
Una ricetta
Una soltanto? Ma che dico, molte, molte di più! Lei è Melissa Clark, dal 2007 scrive di cibo sul New York Times e nel tempo ha collezionato un numero pressoché infinito di succosissime ricette – parecchio americane, va detto, ma sennò dove sarebbe il bello? – sia dolci che salate. Oltre a sfornare piatti Instagram-friendly, lei poi ha quest’innata capacità di far sembrare tutto facile: trovate un elenco completo qui e pure qui, you’re very welcome.
Un libro
Non un libro di cucina, perché non leggo e non possiedo libri di cucina, ma uno dei libri più incredibili che abbia mai letto, (colpevolmente) scoperto troppo tardi. Felici i felici di Yasmina Reza – la stessa di Le Dieu du Carnage, da cui Roman Polański ha tratto lo splendido Carnage – si compone di ventuno monologhi tra loro intrecciati, a volte terribilmente tristi, a volte irresistibilmente comici, a volte drammaticamente spietati, a volte schifosamente patetici. Perché lo consiglio? Primo, non voglio che altri commettano il mio stesso errore; secondo, i monologhi sono brevi ma densi e intensi, perfetti per riempire i minuti d’attesa mentre aspettate che bolla l’acqua, che s’abbrustolisca il pollo, che la zucca si dori bene, come piace a voi.
Una farmacia
«Nei miei giri in bicicletta sui sentieri di montagna, lungo freschi corsi d’acqua, lo sguardo si sofferma sulle erbe che conosco bene e che impiego nei miei integratori. Quando mi viene riferito che lo sciroppo alla malva per i bronchi agisce meglio di altri, che con il partenio la cervicale è passata, trovo conferma sia dei miei studi che delle cure tradizionali delle popolazioni alpine, che da sempre usano rimedi naturali». A parlare è il Dott. Sandro Barbierato della Farmacia di Dobbiaco, titolare di questo gioiello situato nel punto più alto della Val Pusteria: io l’ho scoperta per caso durante un weekend sulle Dolomiti e ora non riesco a fare a meno dei loro integratori alimentari (e dei loro cosmetici). Tutti i prodotti provengono dalla tradizione alpina, hanno dei packaging favolosi, sono realmente efficaci e – udite udite – si acquistano comodamente online sul sito. Fermo restando che trovarsi da quelle parti e non passare dalla Farmacia di Dobbiaco sarebbe imperdonabile.
Un’enoteca online di vini francesi
Va bene il campanilismo, va bene l’Italia, va bene tutto, ma quando ti prende quella voglia di vini francesi che è impossibile controllare, l’unico posto in cui recarsi è Vinatis. Oltre 2.500 etichette – Champagne inclusi – a prezzi imbattibili, spedizione standard da tre a sei giorni al costo di 6 euro per ordini inferiori a 150 euro, altrimenti gratuita. Li trovate suddivisi in base alla tipologia, ai premi, al prezzo, al colore, alla regione, alla denominazione, all’annata etc; se di tanto in tanto tenete d’occhio le offerte potreste concludere ottimi (e indimenticabili) affari. Cheers!
Un ingrediente
L’ho assaggiato da Olio, un nuovo ristorante a Origgio, nel Basso Varesotto, che fa del pesce, degli ortaggi (l’orto, le serre e l’agrumeto sono appena fuori dal locale: quando si dice «metro 0») e dell’olio extravergine d’oliva i suoi cavalli di battaglia. C’ha poi pensato lo chef Andrea Marinelli a stregarmi col suo tonno rosso crudo del Mar Mediterraneo peperone, semi di sesamo e sorbetto alla senape. Un piatto squisito, sia messo agli atti, ma ciò che avrei voluto prendere in quantità industriali, imbottigliare e cominciare ad auto-produrre era solo e soltanto lui, il sorbetto alla senape. Mai provato prima d’allora, mai pensato che potesse esistere, mai creduto che il mio immenso amore per la senape potesse toccare vette così alte: il sorbetto alla senape vale un pranzo o una cena da Olio, che è un posto abbastanza pazzesco.
Un temporary store
Amanti del cioccolato, unitevi: Bodrato, il notissimo (e storico) Il chocolate maker di Novi Ligure fa il tris all’ombra della Madonnina. Da martedì 14 ottobre fino al 12 gennaio, oltre alla selezione dei corner di Eataly e della Rinascente, sarà presente con una vera e propria mini-boutique al piano terra della Stazione Centrale: dai boeri classici o declinati con cioccolato bianco e latte o con uva bianca; passando per le praline assortite, i gianduiotti, le creme spalmabili, le tavolette sottili e fragrantissime con frutta e spezie; fino alle confezioni di pralines e cremini assortiti e le tavolette di cioccolato fondente, latte, bianco e nocciolato. Oltre 20 mq di proposte stagionali che varieranno con l’arrivo del Natale, che già che forse ce lo faremo in lockdown, almeno avremo di che consolarci.
Un gin
Altro giro, altri amanti, stavolta quelli del gin: le distillerie Roner hanno infatti lanciato da pochissimo una variazione sul tema che promette di non passare inosservata, il KIKU Apple Gin. Ottenuto dalla distillazione delle mele KIKU, una varietà che cresce ai piedi delle Dolomiti e che a maturazione completa sviluppa un cuore particolarmente dolce che richiama il miele, la sua particolarità sta nel fatto di essere unico al mondo. L’idea di distillare la mela con il metodo London Dry è stata messa a punto dopo due anni di studio e lavoro del mastro distillatore, e il risultato è a dir poco sorprendente. Bere per credere (lo trovate anche sull’ecommerce).
Un articolo
È stato pubblicato su The Stategist, il verticale del New York Magazine dedicato a shopping e acquisti, con raccomandazioni da parte dei vari redattori che coprono tutto lo scibile umano. Bene, a inizio mese – con l’occhiello «This thing’s incredible» – i protagonisti erano i digestivi italiani. E no, non si parlava affatto di alcolici. Il pezzo è molto divertente, lo trovate qui. Burp!