RicreazioneDire, fare, mangiare

Come sconfiggere la noia da lockdown in dieci semplici mosse. I consigli della redazione per far diventare più gustose e meno tristi zone rosse e meno rosse. Spoiler: arrivate fino in fondo

Una pasticceria

Si chiama La Bottega di Cocò, è nella centralissima via Farini, a Bologna, e sa di burro: lo si sente fin prima d’entrare, il profumo, e si viene avvolti da quell’inconfondibile aroma di dolci, biscotti e torte fatte in casa non appena si varca la soglia. Un piccolo gioiello, questa bottega (per l’appunto) a gestione familiare, dove la giovane Costanza Pacilio – una laurea in Farmacia chiusa a doppia mandata nel cassetto – ha concretizzato il suo sogno: «un’idea di pasticceria dolce e salata semplice, artigianale, tradizionale, che ci riporta ai dolci che le nostre nonne preparavano in casa per la famiglia con amore e dedizione». Il classico posto che si prova una volta, e in cui si finisce per tornare sempre.

Una genialata

Ormai la mia personale ossessione per le alette di pollo – rigorosamente con l’osso, sia chiaro – è cosa ben nota: ciò non toglie che, per lo meno in Italia, m’è difficile assecondare quella voglia che mi prende almeno una volta la settimana e che risponde soltanto al richiamo delle tenere, fragranti e un po’ piccanti chicken wings. Meno male che Conad m’è venuta in salvo con le sue alette pronte da cuocere, scoperte per puro caso durante una noiosissima spesa domenicale: già infarinate, già speziate, bastano una decina di minuti in forno e vi sembrerà di essere in Tennessee. Se poi volete fare le cose in grande, accompagnatele con delle patatine fritte: il comfort food è servito.

Una newsletter

Chi mi conosce lo sa: non amo particolarmente le newsletter, e infatti le sottoscrizioni che ho si contano sulle dita di una mano. Una delle (poche) eccezioni è Salamini: la scrive una collega – nonché amica – per «proporti pillole gastronomiche. Ma i salamini sono più buoni delle pillole». La cadenza è indicativamente ogni due settimane, quindi niente ansie o sovraccarichi informativi; dentro ci trovate un sacco di spunti, curiosità e aneddoti interessanti e gustosi, raccontati con lo stile divertente e scanzonato di Francesca. Una che, cosa non scontata, cucina per davvero (e pure molto bene). Ci si iscrive qui.

Un podcast

L’insofferenza che provo per la maggior parte delle newsletter s’estende, ahimè, anche ai podcast, che non sono esattamente my cup of tea. Se quindi vi dico che Polvere è imperdibile (anzi, irrinunciabile), è meglio che vi fidiate: il cibo non c’entra, dato che la serie audio delle bravissime Chiara Lalli e Cecilia Sala è incentrata sull’omicidio di Marta Russo, avvenuto all’Università La Sapienza il 9 maggio del 1997. Perché ve lo segnalo? Perché tenerlo in sottofondo mentre fate qualcosa di parecchio noioso e meccanico in cucina (pulire il pesce, tagliare le mele per la torta, pelare le patate, sgranare i piselli, impastare la pizza e compagnia bella) vi salverà la vita. Parola di chi è sopravvissuto. Lo ascoltate qui.

Un profilo Instagram

Quand’ero bambina ero letteralmente ossessionata da Polly Pocket e dalla sua casa che «sta in una manina»: non ricordo quante ne avessi (tante!), ma di sicuro è la fissazione per gli oggetti piccini picciò che m’ha fatto scoprire Rebecca Ackermann. Ackermann crea delle miniature minuscole in argilla di piatti che vanno da chiraschi di salmone, arrosti e falafel, passando per gelati al matcha, pesci grigliati e peperoni freschi pronti per essere tagliati, fino a mele caramellate, torte kiwi e cocco, ciambelloni alla fragola. Se non fosse per le due dita che si intravvedono nell’angolo dell’inquadratura per dare il senso della scala (la ‘firma’ di tutti i suoi post) non avrei mai immaginato si trattasse di micro-sculture non commestibili, e sfido chiunque a non essere tratto in inganno. Non so il motivo, ma non smetterei mai di guardarle, e ho dannatamente bisogno di altre persone con cui condividere la mia dipendenza.

Una ricetta

Credete sia impossibile fare un «bacon di carote»? Sì? Male, allora vuol dire che non conoscete Tabitha Brown e il suo canale su TikTok, una specie di paradiso in terra per i vegani, che riesce a piacere pure ai non-vegani.

Un vino

Storica azienda ligure, la Cantina Lvnae si trova a Ortonovo – in provincia di La Spezia – in un territorio unico, quello dei Colli di Luni, che unisce la Liguria alla Toscana più settentrionale. Alla quarta edizione del 5 Star Wines, il concorso enologico creato da Vinitaly, Lvnae si è aggiudicata due trofei importantissimi: il premio come Miglior vino bianco d’Italia per il Colli di Luni Doc Vermentino Etichetta Nera 2019 e il riconoscimento più ambito di tutti, la Cantina dell’anno – Gran Vinitaly 2020. Se in casa bisogna restare, almeno che si beva bene: il vino vincitore lo trovate qui.

Un libro

Sempre in tema di alcolici, giusto per coerenza, un titolo dedicato anche a chi ama in maniera viscerale le infografiche. Dopo il grande successo de Le carte del vino, Adrien Grant Smith Bianchi e Jules Gaubert-Turpin tornano con le loro magnifiche cartine illustrate e un nuovo titolo, Il giro del mondo in 80 bicchieri. Attraverso i cinque continenti, verrete guidati in una degustazione itinerante alla scoperta di 80 tradizionali bevande alcoliche: prodotti come l’amaro e il limoncello, le birre d’abbazia belghe e le porter inglesi, passando per il bourbon statunitense, il whisky scozzese, il cognac francese, il pisco peruviano e altri assai meno noti come lo huangjiu cinese, l’arak di Bali, l’airag monogolo, il torrontés argentino, il sodabi del Benin. 80 bicchieri, 80 tappe, 80 storie, per viaggiare anche quando non si può.

Un panettone

Adesso? Ebbene sì, adesso, ma non si tratta di un panettone qualsiasi. Partendo dall’aspetto: total black, farcito di canditi di arancia di Sicilia, cioccolato di Modica IGP e Malvasia, 36 ore di lievitazione tramite lievito madre. Arrivando alla latta: decorata con l’inconfondibile autoritratto di Andy Warhol e i magnifici flowers creati nel 1964, esibiti per la prima volta alla Leo Castelli Gallery di New York. Firmano l’opera (di pasticceria) Vincenzo e Giuliano Bonfissuto, i due giovani fratelli dell’omonima pasticceria artigianale di Canicattì, in provincia di Agrigento.

Una (magra) consolazione

Sapete cosa mi fa sentire meglio quando il mondo attorno a me pare andare a rotoli? Guardare Brad Pitt mangiare per quindici minuti e nove secondi. Ebbene sì, sono una persona piuttosto basica. E ne vado fiera.

 

 

 

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