Buoni propositiCome fissare i propri obiettivi per il 2021

Visualizzare i risultati che si vuole raggiungere e tradurli in programmi è il primo passo, proprio come fa Erik Weihenmayer, cieco dall’età di 13 anni, che ha scalato le “Sette Cime”. Ma bisogna anche saper puntare in alto e contemplare il fallimento: anche questi sono strumenti indispensabili per una vera crescita personale

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Erik Weihenmayer ha scalato le “Sette Cime”, le montagne più alte di ciascuno dei sette continenti. Prima di compiere la sua impresa quasi tutti erano pessimisti sul risultato. Qualche giorno fa l’ho intervistato per il mio prossimo libro e mi ha detto: «Sai, un paio di persone hanno detto cose del tipo che io non appartengo alla montagna, che non è un posto fatto per me, o che chiunque può arrivare in cima alla montagna con tredici cani guida. Addirittura una persona ha detto che mi avrebbe seguito fino in cima e che avrebbe scattato una foto del mio cadavere solo per fare un po’ di soldi. Per me queste persone sono solamente dei “signornò”, dei semplici pessimisti. E mi dispiace per loro, perché sono persone che vivono con delle forti chiusure mentali e questo è davvero tragico per loro».

Il motivo per cui quasi nessuno credeva che Weihenmayer potesse raggiungere il suo obiettivo riguardava il fatto che egli è nato con un’incurabile malattia agli occhi ed è diventato cieco dall’età di tredici anni. Il 25 maggio 2021 saranno passati vent’anni da quando è diventato il primo non vedente al mondo a salire sulla cima dell’Everest – un risultato che gli è valso un posto sulla copertina della rivista Time.

Durante l’intervista gli ho chiesto quale mentalità gli avesse permesso di raggiungere i suoi straordinari obiettivi. La sua risposta è stata: «Passo quindici minuti ogni giorno immaginandomi in piedi sulla cima di una montagna, come se sentissi la neve scricchiolare sotto i ramponi. Sento il cielo, il freddo, il battito del cuore dei miei compagni di squadra, le loro lacrime, fin quasi a piangere anch’io, perché sono lì, sulla cima insieme a loro. E, quando ho davvero scalato l’Everest, era come se l’avessi già scalato cento volte nella mia mente. Quindi, penso che questo tipo di allenamento e di programmazione che avviene a livello di subconscio sia estremamente importante per trovarsi un giorno realmente dove si vuole essere».

In altre parole, si tratta di visualizzare i propri obiettivi e “programmarli” nel subconscio: una tecnica importante per raggiungere gli obiettivi: «Immagina te stesso in cima ed è come se ci fossi», mi ha detto. «Questo ti dà energia perché hai visualizzato l’obiettivo nella tua mente».

Obiettivi per il nuovo anno
Tra qualche giorno, i programmi televisivi manderanno i loro reporter in strada – come fanno ogni anno – per chiedere alle persone che tornano al lavoro quali sono gli obiettivi che si sono prefissati per il 2021.

In queste interviste fatte per strada sono sempre presenti persone che rappresentano dei cliché, come l’uomo sovrappeso che dice di essersi prefissato l’obiettivo di perdere peso mentre si mette in bocca una patatina fritta e intanto ride. Ride di se stesso perché ha già abbandonato il suo proposito a pochi giorni dalla sua formulazione, come gli accade ogni anno.

Secondo uno studio condotto dall’Università di Scranton, solo l’8% delle persone raggiunge effettivamente i propri propositi di Capodanno entro la fine dell’anno solare, mentre circa l’80% già a metà febbraio ha rinunciato ai buoni proposti per migliorare la propria vita.

Alla luce di questi risultati, alcuni “esperti” consigliano alla gente che è meglio non fissare alcun obiettivo, o fissare obiettivi modesti e facilmente raggiungibili, per evitare rimorsi e frustrazioni dovuti al senso di colpa. Quando si tratta di fissare obiettivi, i termini “modesto” e “realistico” sono spesso usati come sinonimi. Secondo questa logica, i piccoli obiettivi sono considerati ragionevoli e raggiungibili, mentre gli obiettivi ambiziosi sono irrealistici e irraggiungibili.

Fissate obiettivi più ambiziosi
Tuttavia, una “teoria scientifica degli obiettivi” dice esattamente il contrario: per molti versi è in realtà più facile raggiungere obiettivi impegnativi che non quelli modesti, perché gli obiettivi più grandi sono fonte di una forza motivazionale maggiore rispetto a quelli piccoli. Numerosi studi scientifici sulla teoria del goal-setting hanno confermato che obiettivi impegnativi e formulati in modo specifico portano a risultati migliori rispetto a quelli facili e “realistici”: chi si pone obiettivi ben definiti ha sempre più successo di chi si pone obiettivi vaghi, oppure di chi dice «provo a fare del mio meglio».

Howard Schultz è nato nel 1953 a Brooklyn. Figlio di un operaio, è cresciuto in un quartiere povero. Ha trasformato la sua azienda Starbucks in un marchio leader con più di 31mila negozi in tutto il mondo. Nella prefazione alla sua autobiografia si è rivolto così ai lettori: «Sogna cose che gli altri pensano non siano raggiungibili. Aspettati più di quanto gli altri pensano sia possibile».

Larry Page, il cofondatore di Google, è un forte sostenitore di quello che lui definisce «un sano disinteresse per l’impossibile». La sua filosofia di vita è la seguente: «Dovresti cercare di fare cose che la maggior parte delle persone non farebbe».

Per realizzare il mio libro “The Wealth Elite”, uno studio sulla psicologia dei ricchi, ho condotto interviste con 45 persone di successo, la maggior parte delle quali erano imprenditori con un patrimonio netto compreso tra i 30 milioni e il miliardo di dollari.

Per molti degli intervistati, l’impegno a raggiungere i propri obiettivi fissati per iscritto ha rappresentato una componente cruciale del processo di definizione degli stessi. Hanno fissato obiettivi finanziari specifici e scadenze precise per raggiungerli. Un ampio numero di intervistati ha parlato di un processo di definizione dettagliata degli obiettivi, che ha avuto luogo una volta all’anno.

Si sono presi il tempo necessario per definire gli obiettivi imprescindibili per l’anno successivo, rivedendo al tempo stesso gli obiettivi che si erano prefissati per l’anno precedente, al fine di valutare i risultati raggiunti.

L’unico motivo per cui alcune persone non fissano obiettivi ambiziosi è perché temono di non riuscire a raggiungerli. Gordon Moore, il pioniere americano dell’informatica e co-fondatore di Intel, una volta ha osservato che «se tutto ciò che fate funziona, allora non vi state sforzando abbastanza».

Ed Elon Musk ha detto: «Qui il fallimento è un’opzione. Se le cose non stanno fallendo, non si è abbastanza innovativi». Essere un “vincitore” non significa essere qualcuno che non fallisce mai. Al contrario, i vincitori si pongono obiettivi ambiziosi e sperimentano fino a quando non li hanno raggiunti. Non chiedono garanzie prima di provare a fare qualcosa. Si rendono conto e accettano che molte delle cose che tentano di fare non funzionano.

Come disse una volta Woody Allen: «Se non fallisci di tanto in tanto, è segno che stai andando troppo sul sicuro». Quindi ponetevi obiettivi molto più ambiziosi per la vostra vita – e cominciate da ora. Se non lo fate perché avete paura di fallire, allora la verità è che avete già fallito in partenza.