Giuseppy PythonIl senso della vita, del virus e del dpcm di Natale

Manuale di istruzioni per l’uso natalizio del decreto del presidente del consiglio dei ministri. Credete che sia difficile e complicato? Qui è tutto spiegato in modo semplice e chiaro, come in un film comico inglese

jr-korpa, unsplash

Ricorderete tutti la magistrale scena del tristo mietitore in quel capolavoro di cinema e filosofia che è Monty Python’s Meaning of life. Per chi non l’avesse mai visto – invidia, correte a vederlo – è un film che in capitoli successivi dalla nascita alla morte (e fino a un paradiso davvero paradisiaco) si pone una serie di problemi filosofici, riassumibili nel problema filosofico per eccellenza, ovvero quale sia Il senso della vita.

In una delle scene finali (si tratta di morte, per l’appunto) un’allegra combriccola di benestanti si riunisce a cena in una casa di campagna. Tutto procede allegramente, fino a quando non bussano alla porta. È un uomo dal volto invisibile, incappucciato che reca con sé una falce.

Chi sarà mai?!? Di fonte all’incuriosito ospite, egli si qualifica come «Il tristo mietitore». Nello sconcerto generale degli attovagliati, il tristo mietitore annuncia loro che  sono sono tutti morti. I commensali ridono stupiti, non ci credono, si chiedono come possa essere possibile.

Un po’ come noi di fronte alle Conferenze Stampa di Conte, solo che non ridiamo. Di fronte all’incredulità dei convitati, il tristo mietitore allunga infine la sua scheletrica mano con unghia affilata e indica un piatto di pesce mormorando «La mousse di salmone». Mentre la padrona di casa farfuglia un «mi avevano assicurato che era fresco», gli altri si apprestano a volare in paradiso a bordo delle loro auto.

Mi piacerebbe che fossero ancora attivi i Monty Python, almeno i pochi che non sono già stati convocati dal tristo mietitore; a loro mi rivolgerei, anche perché ho provato di tutto per farmi una ragione e trovare un senso ai diversi e/o successivi e/o autocontraddittori DPCM  e relativi commenti del giorno dopo tesi a sminuire e/o aggravare e/o sempre a lamentarsi del fatto che è “colpa di noi gggente se la gggente muoiono di COVID”. Ma non sono venuto a capo di niente.

In una delle scene iniziali del capolavoro dei Pythons, il board di una assicurazione-multinazionale (che sta per essere abbordata da un palazzo-nave le cui vele sono le coperture per i lavori sulle facciate, non questionate e seguitemi) mette all’ordine del giorno il tema del significato della vita.

Il portavoce del gruppo di studio che ci ha “lavorato” è arrivato a due conclusioni: 1. Gli uomini non portano abbastanza cappelli e 2. La materia è energia. Quanto al punto 1, mi pare quasi scontato immaginare che possa essere stato valutato anche in vista del DPCM appena partorito; sul punto 2, sono più scettico. Non penso che sia mai stato affrontato in nessun consiglio dei ministri. Per questo e per molto altro, ho capito che l’unica chiave di lettura dei DPCM siano i Monty Python’s. Non sto scherzando. Sono serio.

Nei loro film la realtà è tesa verso un assurdo normale, spesso legato al reale o possibile significato delle nostre convenzioni che, anche quando comporta l’estrazione di un fegato perché l’uomo in questione non aveva capito che la sua tessera di donatore aveva immediata validità e non solo post-portem, sono totalmente accettabili. E infatti i personaggi accettano sempre tutto, con aplomb molto british e non si stupiscono più di niente, nemmeno dell’essere morti.

Vale tutto nel mondo dei Python’s, anche per questo fanno così ridere. Ma soprattutto fanno così ridere perché fuori dal loro schermo c’è una realtà diversa, che loro piegano a piacimento per estrarne contraddizioni, tic, bigoterie. Il nostro problema è che nella realtà (quella vera, quella in cui, per esempio, si muore davvero) siamo governati da una scena tagliata da un film dei Pythons perché a) poco credibile per i loro standard e b) non fa ridere.

Quindi, le dritte essenziali sotto riportate allo scopo di aiutarvi a sopravvivere nel DPCM di Natale, sono state realizzate solo grazie alla lente d’ingrandimento dei Python’s, senza i quali, non ne sarei venuto a capo. Nella fattispecie, primaria fonte d’ispirazione e momento epifanico sul DPCM è la scena del professore che da le istruzioni agli studenti su come comportarsi nel week-end.

Ma prima di rivolgere il nostro innocente ingegno e tutta la nostra buona volontà al DPCM festivo, occorre ripassare il DPCM precedente di solo pochi giorni prima, e che, benché superato dagli eventi, deve essere tenuto in considerazione. Dice così: «Apriamo tutto, fate il cazzo che vi pare fino a quando non morite, ovviamente solo dopo aver speso almeno duemila euro in acquisti natalizi – meno duecento di cashback se vi funziona il coso, altrimenti cazzi vostri, morite senza sconto».

Bene, è stato facile e necessario. Rivolgiamoci ora all’attualità. L’ultimo DPCM, al contrario di quello succitato, mi ha messo in difficoltà, ma alla fine, dopo notti di studio e ripasso della filmografia dei Python’s ne sono venuto a capo. È facile. Seguitemi, senza paura.

Allora: se tra le 5 e le 22 due disgiunti, distanti meno di 30km ma dentro e/o fuori dai confini del comune di residenza del pronipote di uno di essi – ammesso si trovi in zona arancione e abbia fatto la pupù al mattino – potrà, se non porterà con se pandoro o panettone e se si vestirà di grigio, andare a trovare il cugino morto di sua madre; ovviamente solo se quest’ultimo non è congiunto del pronipote, nel qual caso sarà solo il cugino morto a potersi spostare, sempre disgiunto da se stesso, perché i morti valgono doppio.

In questo caso è naturale, ma sempre meglio essere chiari per evitare fraintendimenti, che in caso di gemelli siamesi (e dunque congiunti e/o non disgiunti) il conto totale è quattro se sono entrambi morti, tre se solo uno è morto, due se sono entrambi vivi. In questo ultimo caso vale la pena accennare all’eccezioni di cui all’articolo etc, che nel caso il disgiunto siamese sia a più o meno di 30 km dal suo disgiunto siamese di riferimento, prima di recarsi alla cena natalizia dovrà guardare in su, guardare in giù, dare un bacio a chi vuole lui, con regolare mascherina e senza toccare le tette nel caso di soggetto passivo di genere femminili*.

Lo so è pedante ripetere cose che già sapete, ma è necessario. Nessuno di noi vuole che Il tristo mietitore venga a trovarci proprio la sera di Natale vero? E allora attenetevi alle regole. È facile.

*Ovviamente quanto sopra specificato è applicabile solo se il soggetto è nato in anno dispari bisestile e naturalmente, se indossa un cappello.

Buon Natale a tutti.

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