Dopo l’avvio delle vaccinazioni anti-Covid in Gran Bretagna, ora c’è la data anche per il resto d’Europa: 29 dicembre. «Non voglio pregiudicare il lavoro dei nostri esperti sui vaccini di Pfizer e Moderna, ma posso anticipare che la visione preliminare dei dati che abbiamo ricevuto il primo dicembre è positiva per quanto riguarda efficacia e sicurezza», dice Emer Cooke, che dal 16 novembre ha sostituito Guido Rasi a capo dell’Ema, l’Agenzia Ue del farmaco chiamata a dare il via libera al vaccino anti Covid in Europa. «Dobbiamo ancora controllare», spiega in collegamento da Amsterdam con Lena, il network di quotidiani internazionali del quale fa parte Repubblica, «la qualità della catena di produzione e la capacità delle aziende di preparare il rimedio su larga scala». Ma, aggiunge, «probabilmente ci esprimeremo il 29 dicembre per Pfizer e il 12 gennaio per Moderna».
L’Agenzia ha chiesto alle case farmaceutiche informazioni aggiuntive sulla produzione su larga scale, oltre a ulteriori dettagli sulla sicurezza. «È uno scambio di informazioni costante, che svolgiamo su base giornaliera», spiega Cooker. Che assicura: «In Europa il processo di autorizzazione è indipendente, non ci sentiamo sotto pressione politica. La pressione semmai è scientifica perché vogliamo essere certi di fare il meglio per i cittadini».
Cooker conferma anche che nella sperimentazione sono stati svolti studi specifici sui bambini: «Ogni approvazione Ema chiede ai produttori un piano di investigazione pediatrica e anche in questo caso uno studio specifico sarà richiesto contestualmente all’approvazione». Quanto ai possibili effetti collaterali per gli anziani, dice: «Con l’autorizzazione predisporremo misure stringenti di monitoraggio su tutta la popolazione, inclusi gli anziani. I produttori dovranno farci rapporto su qualsiasi evento negativo e ogni mese dovranno inviarci i dati sull’andamento delle vaccinazioni. Così potremo capire se eventuali casi sono legati alla vaccinazione, a particolari fasce della popolazione o a problemi individuali preesistenti».
Sul vaccino approvato in tempi record, commenta: «Quanto sappiamo oggi è già moltissimo, ovvero che i dati su sicurezza ed efficacia appaiono molto buoni. Certo, restano diverse questioni che potremo capire con il monitoraggio le cui stringenti condizioni saranno imposte alle aziende proprio dalla nostra autorizzazione. Strada facendo emetteremo le raccomandazioni necessarie». Il punto centrale dell’autorizzazione, assicura. «non è la velocità, ma il numero di persone coinvolte nella sperimentazione e parliamo di oltre 30mila individui per ciascun vaccino: sono dati estremamente significativi».
Contro teorie cospirazioniste e No vax, i dati verranno presentati «in modo trasparente e accessibile cosicché la popolazione possa essere certa che non nascondiamo nulla e possa capire che non abbiamo in mente altro se non la sicurezza collettiva».
Ma, avverte, «dobbiamo dire subito che il vaccino non è una bacchetta magica, la popolazione dovrà continuare a seguire tutte le restrizioni come mascherina, igiene e distanziamento perché all’inizio non ci saranno dosi per tutti e anche dopo, ancora per un certo periodo, fino a quando l’impatto del vaccino non sarà del tutto chiaro». Certo, «molto dipenderà dall’efficienza con la quale le autorità nazionali distribuiranno il vaccino e dalla sua efficacia».