Misure urgentiIn Calabria servono 234 posti letto ma i lavori sono fermi da un mese

Un ordinanza regionale del 10 novembre fissava i numeri delle postazioni e le strutture da adeguare per i pazienti Covid. Il tutto doveva cominciare entro i cinque giorni successivi. Nulla è stato fatto, anzi: una delle sedi indicate è del tutto inadatta (per attrezzarla servono almeno sei mesi) mentre i 75 posti del padiglione del Policlinico di Catanzaro, già pronto, restano vuoti per un cavillo

da Pxhere

Dall’ordinanza del 10 novembre scorso, che indicava 5 giorni al massimo all’inizio dei lavori per 100 posti letto Covid nella cosiddetta Villa Bianca di Catanzaro, nulla è stato fatto, i lavori non sono partiti. La struttura tuttora ospita attività ambulatoriali e amministrative e non è avvenuto nessun trasferimento di personale.

Nessun inizio di lavori neanche per i 20 posti letto previsti a Soveria Mannelli, provincia di Catanzaro. Solo il 21% dei 234 posti promessi dalla Regione sono stati attivati. E mentre la seconda ondata prosegue con i suoi morti, con i suoi malati – e se ne prevede una terza – i 75 posti già pronti al Policlinico di Catanzaro restano vuoti.

Lo scaricabarile tra commissari e Regione sull’impreparazione delle strutture ospedaliere calabresi di fronte alla seconda ondata epidemica ha lasciato quasi solo cenere, proprio nel mese di massima emergenza. Una commedia tragica segnata da proclami, promesse e nessun risultato concreto.

Andiamo con ordine. Il 10 novembre il Presidente della Regione emana un’ordinanza che prevede misure «urgenti», vista l’inerzia del Commissario ad acta e delle aziende sanitarie e ospedaliere per sopperire all’esigenza di posti letto per i pazienti Covid. Con questa vengono disposte misure per l’attivazione di 234 posti letto Covid in regione, compresa la riqualificazione della struttura Villa Bianca di Catanzaro per la realizzazione di 100 postazioni. Si aggiunge che le Aziende sanitarie e ospedaliere (la Mater Domini è proprietaria di Villa Bianca) dovranno avviare i lavori entro 5 giorni e che, in caso di inadempienza nei termini stabiliti, ci penserà direttamente la Regione che si sostituirà alle Aziende.

Nel mentre, a Catanzaro, un intero padiglione del Policlinico universitario (ala C) vuoto da 8 anni, recentemente ristrutturato, è pronto con le sue camere singole dotate di bagno. Però manca una convenzione tra l’università e la Regione. L’ordinanza non fa cenno alla possibilità di attivare questi 75 posti già pronti.

L’11 novembre, +Europa denuncia l’impossibilità di adeguare Villa Bianca in tempo per affrontare la seconda ondata, trattandosi «di una vecchia casa di cura privata mai ristrutturata e non più utilizzata come ospedale dal 2007, i cui tempi di adeguamento supereranno abbondantemente i tempi dell’attuale pandemia». +Europa ricorda che al suo interno, inoltre, insistono diverse attività di natura ambulatoriale e amministrativa.

Il 20 novembre il Presidente Antonino Spirlì visita a sorpresa Villa Bianca e si definisce (incredibilmente) soddisfatto, aggiungendo di sentirsi meravigliato di come in passato l’ex Commissario alla sanità non abbia preso in considerazione l’utilizzo della struttura. Il 24 novembre lo stesso Spirlì dichiara che «i lavori di adeguamento e ripristino di Villa Bianca sono da lui seguiti quotidianamente attraverso la Protezione civile regionale. Il sito sarà dunque attivato al più presto».

Sabato 12 dicembre, a oltre un mese dalla delibera e a 28 giorni dall’inizio previsto, i lavori di adeguamento e ripristino da parte dell’azienda Mater Domini non appaiono neanche iniziati. Chi lavora negli ambulatori ospitati e negli uffici non è stato trasferito, e la Regione non ha attivato poteri sostitutivi per avviare essa stessa direttamente dei lavori, come prevedeva l’ordinanza.

La struttura presenta seri problemi di tipo impiantistico: grovigli di cavi nei quadri elettrici, barelle abbandonate coperte di materiale di scarto, obsolescenza degli impianti di gas medicali, box anti-incendio vuoti (viene da chiedersi perché una struttura frequentata e attiva non abbia i dispositivi antincendio). Inoltre sembra non disporre di un serbatoio per erogare l’ossigeno, necessario per l’assistenza dei malati Covid.

I tempi tecnici perché la struttura possa cominciare ad accogliere i pazienti Covid difficilmente potranno essere inferiori ai 6 mesi. È ragionevole pensare che i primi verrebbero impiegati solo per ricollocare il personale operante nelle numerose attività ancora presenti, e quelli successivi per i lavori di sistemazione e ripristino.

Perché dunque far finta di insistere su questo progetto dai tempi incompatibili con l’emergenza in corso, collezionando brutte figure e proclami lunari, peraltro a fronte di costi irragionevoli – si stimano prossimi ai 10 milioni – visto che sono disponibili altre opzioni, prima tra tutte quella di utilizzare i 75 posti letto dell’ala C dell’ospedale universitario di Germaneto, già attrezzati?

Intanto, i lavori per i 20 posti previsti a Soveria Mannelli dall’ordinanza del 10 novembre non sono nemmeno iniziati. In provincia di Cosenza sarebbero 29 i posti attivati sui 74 previsti e a Gioia Tauro 20 su 40.

Complessivamente l’ordinanza ha previsto l’attivazione di 234 posti letto Covid, a oggi ne sono stati attivati 49 in regione (il 21%). Da segnalare l’ospedale da campo Covid creato da Emergency nel crotonese che supplisce parzialmente alle gravi carenze istituzionali.

La carenza di posti letto Covid ha messo drammaticamente sotto pressione le aziende ospedaliere, costringendo i pazienti a lunghe attese prima di poter essere accettati dal Pronto Soccorso.

I ricoveri sono avvenuti anche in ospedali non adeguatamente attrezzati e in cui la presenza di pazienti Covid ha portato rischi clinico. Oppure si è stati costretti a dimissioni precoci al fine di liberare i posti letto. Tutti problemi per nulla risolti e, quindi attuali, e che, in caso di terza ondata, risulterebbero di nuovo inaffrontabili.

La pervasiva presenza della pandemia suggerisce di agire subito e con scelte razionali. La popolazione calabrese, presa in giro, la sta pagando cara, nuovamente.