Passione per l’arteLa storia del quadro olandese rubato tre volte

Il primo furto risale al 1988, il secondo al 2011, il terzo ad agosto 2020. Non si capisce perché i ladri siano tanto interessati a “I giovani ridenti con la birra”, di Frans Hals. Intanto i cittadini di Leerdam sono tranquilli: tornerà ancora. Ma stavolta, forse, è diverso

Museum Hofje van Mevrouw Van Aerden

A giudicare dalle immagini della videocamera, erano in due. Su una motocicletta nel mezzo della notte. Secondo le ricostruzioni, si sono arrampicati lungo il cancello all’esterno, sono entrati nel giardino sul retro, hanno forzato la porta e sono saliti lungo le scale. Dopodiché hanno lasciato il piccolo museo Hofje Van Mevrouw di Leerdam, in Olanda, con in mano “I giovani ridenti con la birra”, il dipinto di Frans Hals, celebre pittore del Periodo d’Oro (tra il XVI e il XVII secolo).

È successo ad agosto ma ancora non ci sono state segnalazioni di ritrovamenti né richieste di riscatto. Nonostante la notizia abbia sollevato una certa attenzione sui giornali in tutto il mondo, gli abitanti della cittadina, resa famosa dal suo formaggio (il leerdammer), sono tranquilli. Ritornerà. Ne sono sicuri perché è già successo: per l’esattezza due volte. Questa è la terza.

Che cosa rende questo quadro così interessante per i ladri? Il New York Times se lo chiede in un articolo in cui viene ricostruita tutta la vicenda.

Le ipotesi sono le più strampalate. Forse “I giovani ridenti con la birra” contiene riferimenti misteriosi a tesori nascosti. Oppure rientra nei rituali di qualche culto segreto, magari dedicato al pittore stesso. Ma la risposta più probabile è più terra terra e sta proprio nel fatto che sia già stato rubato. Per i ladri questo è una certezza: dimostra che esiste un mercato, che sia possibile piazzarlo a un buon prezzo e che comunque ci sia sempre un modo per ottenere qualche guadagno, anche grazie a un riscatto.

“I giovani ridenti con la birra”, dipinto nel 1628, è un quadro leggero. Rappresenta due ragazzini allegri mentre riempiono un boccale di birra. Nonostante il tema possa trarre in inganno, l’intenzione morale alla base del dipinto è molto seria: si tratta di una ammonizione, un avvertimento contro i vizi della gola e del bere. E mostrare dei quasi bambini già ubriachi desta sempre un certo stupore.

Il suo primo trasloco risale al XX secolo, quando l’Olanda venne invasa dalla Germania nazista. Il palazzo divenne un quartier generale dell’esercito e tutta la collezione fu spostata. Dopodiché venne trasferito in un museo a Rotterdam (in attesa di alcuni lavori di restauro nell’edificio a Leerdam) per tornare poco tempo dopo a casa. Il primo furto risale al 1988. Un uomo mascherato penetra dalla finestra, cattura e lega la moglie dell’amministratore del palazzo e con una pistola si fa spegnere l’allarme. A quel punto si impadronisce del quadro (insieme a un altro) e scappa.

Passano tre anni e arriva la richiesta di riscatto: 500mila fiorini (circa 250mila euro). Chi lo aveva in mano? Il bodyguard di un certo Klaas Bruinsma, un famoso criminale olandese che nel 1991 era stato ucciso a colpi di pistola davanti all’Hilton di Amsterdam. Il dipinto era finito in suo possesso come pagamento di un debito legato al traffico di droga. Dopo la morte del suo proprietario la guardia del corpo aveva pensato bene di trarne qualche guadagno.

Nel 1993, al termine di una lunga inchiesta, vengono arrestati un ladro di opere d’arte tedesco e un venditore di tappeti olandese in quanto responsabili materiali del furto. La soffiata veniva, come nel più classico dei b-movie, dalla fidanzata, che in quell’occasione aveva fatto da autista.

A distanza di 20 anni dal primo ritrovamento, gli stessi due quadri vengono rubati di nuovo. Stavolta la dinamica del colpo era stata perfezionata. I ladri agiscono di notte anziché di giorno e, quando scatta l’allarme (alle 3:00) scappano su una Bmw a fari spenti, secondo quanto dicono alcuni testimoni svegliati dal rumore.

In questo caso l’obiettivo era proprio ottenere i soldi del riscatto: a distanza di cinque mesi dal furto, arriva la richiesta di 1,5 milioni di euro. La polizia finge di contrattare, fa andare avanti un agente nei panni del rappresentante dell’assicurazione e, al momento dell’incontro, i quattro uomini della banda (tutti di Amsterdam) vengono arrestati. In entrambi i casi, non erano certo dei Lupin.

Adesso, dopo il terzo furto, si attendono gli sviluppi. «Quando ho saputo che era stato rubato mi sono sentito malissimo», ha dichiarato il sindaco Sjors Fröhlich al quotidiano americano. «Ma visto che già le altre due volte è tornato, penso che lo farà anche una terza».

Il problema è che, visto quanto è avvenuto in passato, le compagnie assicurative non sono più intenzionate a pagare riscatti perché incoraggerebbe altri furti. Per i ladri la soluzione migliore è quella di cederlo sul mercato nero, come controvalore di qualche scambio. Tutti sanno che è stato rubato e questo rende tutto più facile, garantisce cioè in eventuali scambi segreti che il quadro non è un falso. Anche i delinquenti (anzi: soprattutto loro) vogliono essere sicuri di non essere truffati.