In uno dei suoi ultimi atti da presidente degli Stati Uniti in carica, a poche ore dall’insediamento di Joe Biden, Donald Trump ha concesso la grazia a un gruppo di suoi amici e alleati. Inclusi Steve Bannon, suo ex capo stratega, ed Elliott Broidy, uno dei maggior fundraiser del presidente nella campagna del 2016.
Un modo – scrive il New York Times – di continuare a usare il suo potere per compensare tutti quelli che hanno stretto rapporti con lui. Ma che sottolinea come molti dei suoi stretti collaboratori e sostenitori sono rimasti coinvolti in casi di corruzione di alto profilo.
Steve Bannon era stato incriminato e arrestato ad agosto dai procuratori federali di Manhattan: l’accusa, in concorso con altre tre persone, riguarda la campagna online di raccolta fondi “We Build The Wall” per la costruzione di un muro al confine tra Usa e Messico. In base alle imputazioni, Bannon e i tre soci Brian Kolfage, Andrew Badolato e Timothy Shea, «hanno escogitato una truffa ai danni di centinaia di migliaia di donatori» nella campagna di crowdfunding che ha raccolto oltre 25 milioni di dollari.