Il dopo MerkelLa politica estera tedesca se Armin Laschet diventasse Cancelliere

Il neo presidente della Cdu ricalcherà le orme della Realpolitik teutonica. È un fervente sostenitore del processo di integrazione e in passato più volte ha lamentato le esitazioni di Berlino nell’appoggiare le idee del presidente francese Macron

LaPresse

Il 2021 sarà Superwahljahr in Germania: un anno di elezioni, “super”. Dopo la lunga reggenza di Annegret Kramp-Karrenbauer è stato finalmente eletto il nuovo leader della CDU, il Ministerpräsident della Renania Settentrionale-Vestfalia Armin Laschet. Gli analisti politici tedeschi definiscono l’elezione di Laschet come weiter so – avanti così – ossia la continuazione del corso merkeliano della CDU ancora molto forte, sebbene una certa stanchezza si faccia sentire.

Ad oggi la K-Frage, ossia chi sarà il candidato cancelliere, non ha ancora avuto risposta nel campo della Union. Tuttavia, nonostante i tempi richiedano molte cautele nel fare previsioni, possiamo dire che, i Kanzlerkandidat più probabili del campo conservatore saranno Laschet ed il leader della CSU Markus Söder. Considerando il peso della Germania nella politica europea e mondiale andiamo a vedere quel che sappiamo riguardo alle loro posizioni in politica estera.

L’elezione di Laschet è stata subito accolta con qualche critica proprio sul tema politica estera. L’inesperienza riguardo ai grandi temi internazionali ha sicuramente giocato un ruolo in alcune sue uscite in passato. Il caso che ha avuto più risalto è la risposta ad un tweet dell’allora Segretario di Stato americano John Kerry. Il politico renano lo accusa di sostenere lo Stato Islamico in Siria. Un’uscita che lo fa sembrare sostenitore del dittatore siriano Bashar al-Assad.

Nel 2014 Laschet non aveva incarichi di governo ed era all’opposizione del suo Land e sicuramente guardare oggi quel commento può risultare strano, restando diplomatici. Se ne trovano altri di commenti che potremmo definire quantomeno discutibili ma sarebbe errato giudicarlo solo da alcune uscite infelici. Nell’ultimo anno, prima del Parteitag della CDU, ha infatti ritrattato e spiegato molte posizioni passate attraverso interviste e altre uscite pubbliche. Come nota Henning Hoff su Internationale Politik Quarterly, ad anni di distanza non si può certo considerare Laschet uno “sponsor dei dittatori” pur non essendo un politico dalla linea dura nel trattare con paesi come Russia e Cina. Al di là delle gaffe, la linea di Laschet è probabile che sarà simile a quella di Merkel, confermando il weiter so anche sulla scena internazionale.

Partendo con l’elefante nella stanza, la Cina è il terzo mercato per volume di esportazioni tedesco e Laschet è un politico molto attento all’economia, come confermato dalla sua reggenza nella coalizione nero-gialla nel suo Land. La sua elezione è ben vista anche a Pechino, che spera in una continua collaborazione sino-tedesca nonostante le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina. Laschet vede la Cina come un rivale dal punto di vista tecnologico e propone di affrontarla a livello europeo.

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