Licenziamenti bloccati fino al 30 giugno e proroga della cassa integrazione Covid per tutto l’anno. Più altri 600 milioni come risarcimento alla filiera della neve. Le «ipotesi» che circolano tra i ministeri in uno schema del «decreto sostegno» – non più «ristori 5», in discontinuità con il Conte 2 – tracciano la direzione di quella che sarà l’azione del governo Draghi nella partita degli aiuti alle attività produttive che hanno subito le conseguenze delle chiusure anti Covid.
Nel decreto, che potrà contare sui 32 miliardi di scostamento di bilancio già autorizzati dal Parlamento negli ultimi giorni dell’esecutivo precedente, si dovrà rispondere alle esigenze del Paese soprattutto in vista delle misure previste dal nuovo dpcm in vigore fino al 6 aprile. Alcune misure, dal divieto di licenziamento alla cassa Covid, sono in continuità i decreti precedenti. Mentre su altre, a partire dai criteri di distribuzione dei sostegni alle imprese, comincia a venire fuori un cambio di passo.
Queste ipotesi ora avranno bisogno di ulteriori approfondimenti e saranno al centro delle riunioni dei ministeri, per arrivare poi a un testo condiviso nell’arco di una settimana-dieci giorni al massimo, come ha assicurato la ministra agli Affari regionali Mariastella Gelmini.
Nel documento ci sono i contributi a fondo perduto per una platea di 2,7 milioni di imprese e partite Iva, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 10-12 miliardi. Ed è qui che si vede la principale novità. Il criterio della erogazione secondo i codici Ateco, che identificano le attività produttive, viene invece sostituito da quello del calo del fatturato: professionisti e aziende con fatturato fino a 5 milioni per accedere ai fondi dovranno dimostrare la perdita del 33% della media mensile del fatturato annuo 2020 rispetto alla media mensile del 2019. Gli indennizzi variano in base alle dimensioni di impresa: saranno del 30% per imprese e professionisti con un fatturato di 100mila euro annuo, del 25% da 101 a 400mila euro l’anno, del 20% da 401mila a 1 milione, del 15% da 1 a 5 milioni. Per le start up l’indennizzo è ancora «da valutare». Mentre i 600 milioni destinati al turismo invernale, che si avvia ormai alla chiusura di una stagione mai partita, saranno da ripartire in Conferenza Stato-Regioni.
I primi fondi dovrebbero arrivare entro dieci giorni, e il governo si impegna a erogare il totale entro il 30 aprile. I finanziamenti potrebbero essere erogati tramite una piattaforma, il cui sviluppo dovrebbe essere affidato alla controllata del ministero dell’Economia Sogei, da costruire entro 30 giorni dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.
Il rifinanziamento della cassa integrazione viene prorogato fino a fine anno: il metodo non sarà quindi più quello per tranche di settimane ma spalmato per tutto il 2021. Mentre il blocco dei licenziamenti si allunga fino a fine giugno, e per il momento non si trovano criteri selettivi per i settori più in crisi o colpiti dalle chiusure per decreto come aveva chiesto Confindustria. Il pacchetto sostegno prevede anche il rifinanziamento del reddito d’emergenza per altre due mensilità.
A fronte del nuovo dcpm che entrerà in vigore il 6 marzo, che prevede l’obbligo della didattica a distanza in caso di zona rossa o laddove si registrano 250 casi ogni 100mila abitanti nell’arco di sette giorni, sono previsti poi i congedi parentali retribuiti al 50%, che erano scaduti a fine anno. Come nei decreti d’emergenza precedenti, sono destinati ai genitori degli studenti fino a 14 anni, in alternativa allo smart working. L’ipotesi è anche quella di garantire un sostegno anche alle partite Iva. Si prevede poi anche il passaggio al lavoro agile automatico per genitori di ragazzi sotto i 16 anni malati di Covid, in quarantena o a casa con le scuole chiuse.
Nel capitolo dedicato alla sanità, si prevede il finanziamento di 2 miliardi per l’acquisto, il trasporto e la somministrazione dei vaccini anti-Covid. Con la previsione che vengano coinvolti i medici di famiglia in una prima fase e i farmacisti in una seconda fase.
Sul fronte del fisco, viene sospeso per altri due mesi, fino al 30 aprile, l’invio delle nuove cartelle esattoriali e il pagamento delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio. Allo studio anche lo stralcio delle cartelle fino a 5mila euro, comprensive di sanzioni e interessi, dal 2000 al 2015.